Un premio che è sopratutto un riconoscimento ad Antonio che ha contribuito – si legge nella motivazione – in un modo significativo a diffondere una corretta informazione sugli effetti delle politiche migratorie dell’Unione Europea. Lui che da giornalista-saggista ha pubblicato tanto sui conflitti nel Mediterraneo e sulle violazioni dei diritti umani” vede quindi riconosciuto il suo costante impegno giornalistico a difesa della pace, dei diritti umani, dell’ambiente e contro le mafie. Un riconoscimento voluto da una rivista web internazionale, che probabilmente mancava. e che taglia la testa alle polemiche, a volte sottili, a volte becere sulla qualifica di “giornalista” attribuita ad Antonio. Lui lo è indipendentemente che sia o meno iscritto all’Ordine.
Recentemente anche la nostra redazione era stata al centro di un dibattito sui social per questo titolo professionale, giornalista, che gli attribuiamo quando scriviamo di lui, quando lo sosteniamo nelle sue battaglie giudiziarie, quando pubblichiamo i suoi articoli.
Ma la sua non iscrizione all’Ordine non muta il concetto che lui fa giornalismo vero.
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