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GIOVANI & PSICOLOGIA – Hikikomori: la “malattia dei giovani”

 In Giappone ha destato già da alcuni anni notevoli preoccupazioni e rilevato una discreta attenzione da parte dei media, in Italia si tende per il momento ad inquadrarlo all’interno dei discorsi sulle “nuove dipendenze”, insieme al Gambling e alle ludopatie in genere: stiamo parlando dell’ hikikomori, la “malattia dei giovani”, ovvero di quei ragazzi che pare aprano la porta soltanto per andare in bagno e passano il resto del loro tempo in chat. Il computer e la TV divengono così l’unico mezzo per entrare in contatto con il resto del mondo. Il termine significa infatti isolamento, ritiro, ma in questo caso non riguarda anziani ultrasessantenni, che se stanno in disparte non danno fastidio a nessuno, anzi, stando a quanto si legge sui giornali, ne hanno il sacrosanto diritto, se non il dovere (e qui bisognerebbe aprire un intero capitolo a parte); questo ritiro sociale, questa forma di autoreclusione, riguarda infatti i giovani, quelli che dovrebbero uscire dal guscio protettivo della famiglia di origine e andare a lavorare (per pagare le pensioni degli anziani… ecco il perché di tanta preoccupazione si potrebbe affermare ironicamente), creando a loro volta una famiglia, mantenendo così vivo il circolo della vita.

Tra le cause individuate, come al solito ci sono le famiglie e la società, il bersaglio facile, il nemico noto, il Jolly (un po’ come il Joker per Batman: quando a Gotham succede qualche casino di sicuro c’è di mezzo il Joker) della stragrande maggioranza delle teorie eziologiche della psicologia contemporanea: ed ecco che compaiono articoli con descrizioni più o meno dettagliate che parlano di madri che non sostengono l’autonomia del figlio e del solito padre assente (seguendo la logica del “tale padre-tale figlio” – da qualcuno avrà pure preso spunto ‘sto ragazzo che si isola, no?), per poi passare alle madri oppressive e ai padri iperimpegnati, fino all’inversione dei ruoli (madre assente/padre oppressivo =stesso risultato, secondo la legge matematica dell’ordine degli addendi, meglio nota come proprietà commutativa).

I giapponesi poi hanno adottato lo stile dell’illustre connazionale, tale ‘Ndokojo Kojo, dando la colpa a qualunque cosa: alle madri oppressive e a quelle assenti, ai padri troppo impegnati, al bullismo scolastico, all’economia in recessione, alle pressioni accademiche e ai video game… e chi più ne ha più ne metta.

C’è poi tutta una serie di sintomatologie psicopatologiche associate all’hikikomori:

Agorafobia

Sindrome di Asperger

Disordine da Deficit dell’Attenzione

Disordine dello Spettro Autistico

Disturbo di personalità evitante

Sindrome da avanzamento di fase nel sonno

Depressione

Distimia

Disturbo post traumatico da stress

Disturbo schizoide della personalità

Mutismo selettivo

Timidezza

Ansia o fobia sociale.

A ben vedere tutte queste teorie “scientifiche”  assomigliano ai coccodrilli dei giornalisti, ovvero quei necrologi belli e pronti di persone famose che vengono scritti quando questi ultimi sono ancora in vita, così appena esce qualche nuova patologia ecco che il teatrino di Batman e Joker ricomincia.

Insomma la nostra naturale tendenza a percorrere i sentieri già tracciati, a ripetere a pappagallo le solite teorie, uniti al bisogno di cercare un capro espiatorio che ci risparmi la fatica di fare i conti con un problema “nuovo” (ammesso che lo sia realmente), rischia fortemente di compromettere le possibilità di intervento, nonché di contribuire all’ “istituzionalizzazione” e alla cristallizzazione di un problema, un po’ come è avvenuto con i disturbi alimentari, la cui diffusione è pressoché limitata alle culture occidentali (e per fortuna qualcuno comincia a farsi delle domande in proposito).

Gli aspetti culturali e contestuali vanno dunque tenuti nella giusta considerazione, come sempre d’altronde: una cosa è considerare un fenomeno come malattia, limitarsi ad etichettarlo per poi attaccarlo alla solita maniera (psicoterapia, comunità, psicofarmaci e, se poi non fa nulla, si riparte con lo shock elettrico, i salassi o clisteri, tanto amati da Argante, il malato immaginario di Molière) un’altra cosa è considerare l’hikikomori una forma di opposizione giovanile, di “ribellione muta”.

In Giappone infatti, dove l’uniformità è ancora la norma e la reputazione e le apparenze esteriori sono piuttosto rilevanti, la ribellione sembrerebbe assumere più facilmente forme mute come l’hikikomori. Storicamente il confucianesimo de-enfatizza l’individuo e favorisce il conformismo sociale per assicurare la stabilità in una società rigidamente gerarchizzata. Quello che in altre culture si esplica con l’abuso di sostanze o altri fenomeni “rumorosi”, in Giappone si tramuterebbe in apatia e in altre “proteste silenziose”.

E in Italia, dove si coltiva l’ individualità come un valore? Prima o poi bisognerà fare i conti col fatto che l’individualismo estremo fa paura a molti, perché comporta la crescita rapida e il farsi avanti con coraggio e competitività, e spesso comporta anche la scarsa considerazione per la diversità dei tempi di crescita e maturazione di ognuno (vengono in mente le super-scuole americane in cui si cerca di sviluppare precocemente abilità che normalmente i bambini impiegano anni ad apprendere). I figli vengono quindi inseriti precocemente dentro la macchina del consumo e devono necessariamente sviluppare “ipertrofie varie” – un po’ come avviene negli allevamenti intensivi di animali – per essere subito produttivi. Che qualcuno si voglia tirar fuori da questa gigantesca ruota per criceti che abbiamo costruito all’interno della nostra gabbia sociale sembrerebbe piuttosto normale e tutt’altro che patologico. Quello che va rivisto probabilmente è il rapporto tra efficacia ed efficienza: l’obiettivo magari è anche raggiunto, ma se i costi prevedono la rinuncia quasi totale ad una vita sociale forse è un prezzo troppo alto da pagare e vale la pena prendere in considerazione anche altre soluzioni e strategie.

Who shall survive?” , si chiedeva Moreno in una delle sue opere più importanti… staremo a vedere….

 

Scritto dal Dr. Alessio Scialanca – Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Formatore presso Pro. Sca Ong – Founder & co director “il Ponte” Studi associati di psicologia, psicoterapia e formazione. Roma

 

 

Lo studio di psicologia “Il Ponte” 

via Nomentana nuova 25, 00141, Roma

3938284688

Dal lunedì al venerdì: 09\21  Sabato: 10\18

nasce nel 2009, nelle vicinanze del ponte Nomentano, un antico ponte romano costruito sul fiume Aniene in età repubblicana, attraversato dalla via Nomentana, a Roma, nel quartiere Montesacro.

Successivamente, grazie alla collaborazione con altri professionisti presenti sul territorio nazionale, con l’obiettivo di aderire ad un progetto comune e condiviso, vengono aperte altre due sedi, una a Napoli e l’altra a Messina.
Quindi, aldilà di questa vicinanza topografica con uno storico ponte romano nella sua fase di fondazione,  gli studi professionali “il Ponte” prendono il nome soprattutto dagli aspetti simbolici ed archetipici che permeano la figura stessa del ponte.

Simbolo di passaggi, congiunzioni e attraversamenti, il ponte come metafora dei processi psichici rimanda a ciò che l’uomo ha imparato a costruire per superare la condizione dolorosa e paralizzante di scissione e isolamento tra sé e l’altro (dimensione interpersonale) o tra parti di sé (dimensione intrapsichica). Da ciò deriva l’obiettivo principale del nostro lavoro, che è dunque quello di costruire un ponte tra l’uomo e il mondo che lo circonda, un ponte simbolico che traghetti verso nuovi modi di pensare e di esprimersi, più aderenti ad istanze pressanti ed ineludibili del proprio essere.

Transdisciplinarietà e Nomadismo epistemologico

L’attrazione verso ciò che è sconosciuto, la spinta verso l’oltre, l’altro, il diverso, attivano nell’uomo la capacità creativa di creare collegamenti, gettare ponti (attraverso il linguaggio, la metafora, il dialogo ecc.) che consentono comunicazione e possibilità di incontro tra differenti sponde e/o culture, senza per questo ostacolare né ostruire il fluire di ciò che in mezzo scorre.

Partendo da questo desiderio intrinseco di conoscere e di entrare in relazione il nostro lavoro si impegna ad offrire un pensiero dinamico e problematico, aperto alla pluralità e alla differenza, che spostando continuamente il proprio punto di osservazione crea ponti transdisciplinari tra apparati concettuali e approcci diversi.
Le nostre riflessioni tagliano quindi trasversalmente più prospettive, dalla psicologia clinica, alla psicoanalisi, alla psicologia ambientale e sociale, alla sociologia e alla psicologia politica, cercando di costruire configurazioni inedite, capaci di approssimarsi ad una comprensione sempre più fine della realtà.

Consapevoli che la ricerca del benessere psicologico non può prescindere da una più ampia ricerca del bene comune, tutti i nostri interventi sono improntati allo sviluppo di quella cultura eupsichica dello star bene con sé, con gli altri, con il mondo.

Perseguendo questo scopo assume una certa rilevanza, dal nostro punto di vista, far parlare, mettere a confronto, far dialogare modelli, culture, pratiche di intervento, gettando ponti tra scuole di pensiero differenti che aprano passaggi verso una conoscenza sempre meno riduzionistica e sempre più complessa dei fenomeni, capace di riconoscere interconnessioni, articolazioni e interdipendenze.

Dr. Alessio Scialanca

Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Formatore presso Pro. Sca Ong

Founder & co director

Il dott. Scialanca è uno psicologo clinico iscritto all’Ordine degli Psicologi del Lazio (n°17053).

Laureato in psicologia clinica e di comunità presso l’università di Roma La Sapienza,  nel 2010 ha conseguito il diploma di specializzazione in psicodiagnosi e psicologia clinica.

Si è specializzato in psicoterapia nella scuola di specializzazione ITER, presso il policlinico Gemelli di Roma.

Esperienza professionale

Dal 2009 lavora come libero professionista occupandosi principalmente di Psicodiagnosi, consulenza tecnica di parte (CTP) presso studi legali, Counselling e Coaching, Psicoterapia individuale, di coppia e di gruppo, sostegno alla genitorialità, orientamento, Formazione, seminari.

Tra il 2011 e il 2012 ha condotto gruppi di psicoterapia breve presso il CSM dell’ASL RM/B, nell’ambito del progetto “Narrare Insieme”.

Ha realizzato progetti di formazione nelle scuole rivolti ad insegnanti ed operatori, sul tema dell’integrazione e dello sviluppo di convivenza e socialità nel contesto scolastico.

L’interesse per i temi dell’integrazione e della convivenza multiculturale lo ha portato inoltre a collaborare con alcune cooperative sociali, lavorando in diversi centri di accoglienza per immigrati prevalentemente con funzioni di coordinamento dell’equipe e progettazione delle attività, ma anche rivolgendosi direttamente all’utenza attraverso la realizzazione di laboratori di arti-terapie e colloqui di sostegno psicologico.

Attualmente collabora con l’associazione “Pagine Rosa” per cui svolge colloqui di sostegno alla genitorialità, spazi di incontro protetto, mediazioni familiari, presso il Centro Famiglia Pietralata e con l’associazione “Il Prisma” dove si occupa di progetti di riabilitazione per minori con disturbi dello spettro autistico e sostegno alla genitorialità.

 

Dott.ssa Marialaura Toscano

Psicologa, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Formatrice presso Pro. Sca Ong

Co director

La dott.ssa Marialaura Toscano è una psicologa clinica iscritta all’ordine degli Psicologi Regione Campania con numero 3991.

Dopo la laurea in Psicologia conseguita presso l’Università Federico II di Napoli, si è formata come psicoterapeuta presso l’Iter – Istituto Terapeutico Romano, (riconosciuto dal MIUR Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai sensi art. 3 legge n. 56/89).

Esperienza Professionale

Oltre alla attività privata condotta presso il suo studio, collabora in una Scuola offrendo consulenze psicologiche individuali e conducendo interventi di prevenzione.

Esperta in Scienze Psicologiche ed Analisi Delle Condotte Criminali e in Psicodiagnosi,  è Perito Psicologo (CTU) per conto del Tribunale di Nola.

Ha inoltre lavorato in diversi centri di riabilitazione prevalentemente con minori affetti da ritardo mentale, ed Associazioni Onlus nel campo delle adozioni, nazionali ed internazionali, svolgendo indagini psicosociali per le coppie che si dichiarano disponibili ad una adozione e, attivando percorsi di informazione e di formazione di gruppo, di sostegno alla genitorialità nella fase pre e post-adozione.

 

Dott.ssa Romina Fabio

Psicologa, Psicoterapeuta esperta in Psiconcologia e Psicodiagnostica. Orientatore Integratore, Responsabile Counselor presso Pro.Sca Ong.

Co director

La dott.ssa Romina Fabio è laureata in Psicologia V.O. presso l’Università di Palermo dal 2007. Abilitata alla professione è iscritta all’ordine degli Psicologi Regione Siciliana (n° 5410) dal Marzo del 2010.

Si è perfezionata nel 2009 con il master di II° livello di Psico-Oncologia presso l’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Roma. Successivamente, nel 2010 ha acquisito il titolo di Psico-diagnosta.

Nel 2012 si è specializzazione in Psicoterapia di Gruppo presso l’Iter (Istituto Terapeutico Romano, riconosciuto dal MIUR Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai sensi art. 3 legge n. 56/89).

Esperienza Professionale

Ambito Formazione

Attualmente lavora come Responsabile Counselor, Orientatore Integratore, presso Pro.Sca Ong, dove svolge attività di orientamento a lavoro.

Gestione e sviluppo delle risorse umane;

Diagnosi ed analisi del fabbisogno individuale, territoriale ed aziendale;

Bilanci di competenza e di prossimità;

Progettazione, promozione e valutazione delle strategie di autosviluppo professionale;

Consulenza e Coaching di carriera;

Ambito Clinico

Libera professionista presso il suo studio privato si occupa prevalentemente di psicoterapia individuale, di coppia e di gruppo. Sostegno alla genitorialità. Attività laboratoriali di gruppo.

Esperta in Psico-Oncologia, disciplina che si occupa, in maniera privilegiata e specifica, della vasta area delle variabili psicologiche connesse alla patologia neoplastica e in generale delle implicazioni psico-sociali dei tumori. Ha lavorato come volontaria e tirocinante presso l’Ospedale dei Bambini di Palermo, nel reparto di Onco-ematologia pediatrica dal 2000 al 2008, e presso la Casa di Cura “La Madallena” di Palermo dal 2007 al 2010, presso il servizio di Psico-oncologia e nel reparto di Chirurgia Oncologia , unità di Senologia. Svolge attività di sostegno rivolta ai pazienti oncologici.
Ambito Giuridico

Esperta in Psico-diagnostica collabora come consulente presso lo studio legale Magistro, dove si occupa di mediazioni familiari e attività peritali. Batteria di test utilizzata : Test Rorschach;Wais (intelligence scale); Reattivi di disegno (test dell’albero, disegno della figura umana, test della famiglia); Reattivo Wartegg.

 

 

 

 

 

 

 

Esperta in Psico-Oncologia, disciplina che si occupa, in maniera privilegiata e specifica, della vasta area delle variabili psicologiche connesse alla patologia neoplastica e in generale delle implicazioni psico-sociali dei tumori. Ha lavorato come volontaria e tirocinante presso l’Ospedale dei Bambini di Palermo, nel reparto di Onco-ematologia pediatrica dal 2000 al 2008, e presso la Casa di Cura “La Madallena” di Palermo dal 2007 al 2010, presso il servizio di Psico-oncologia e nel reparto di Chirurgia Oncologia , unità di Senologia. Svolge attività di sostegno rivolta ai pazienti oncologici.
Ambito Giuridico

Esperta in Psico-diagnostica collabora come consulente presso lo studio legale Magistro, dove si occupa di mediazioni familiari e attività peritali. Batteria di test utilizzata : Test Rorschach;Wais (intelligence scale); Reattivi di disegno (test dell’albero, disegno della figura umana, test della famiglia); Reattivo Wartegg.

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