Il Comandante al centro dell’inchiesta sulla presunta falsità del titolo di laurea che gli era servito per accedere al bando del 2010 per la progressione verticale promosso dallo stesso ente comunale era stato sospeso dopo che – a maggio di quest’anno – il Tribunale del Riesame di Messina aveva confermato quanto deciso in prima battuta dal tribunale pattese.
Una scelta non condivisa dai legali del Magrì, Giuseppe Mancuso e Salvatore Caputo, che ricorsero immediatamente in Cassazione c dove ora la Suprema Corte ha accolto le loro tesi.