Cronaca

GIUSTO PER SCRIVERE – Basso tra le carte di Montante… perchè Centonove era scomodo. Il Servizio di RaiNews24

Ne parla il giornalista, corrispondente di Centonove, Gianpiero Casagni intervistato da Silvia Balducci. Ancora uno spunto da aggiungere alla notizia emersa subito dopo l’arresto dell’ex presidente di Confindustria che nell’attività di dossieraggio operata ha fatto rientrare anche il “controllo” su Enzo Basso e Graziella Lombardo, rispettivamente editore e direttore del settimanale “Centonove” e sullo stesso Casagni. Nulla è a caso. Era scomodo e non controllabile.

Così nel bunker di Montante sono state trovate tra le tante anche carte e documenti riguardanti i giornalisti di “Centonove”.

Ora ne parla Gianpiero Casagni – corrispondente della testata – su RaiNews24 e dice anche altro.

Il giornale era stato reo di aver parlato, in una serie di articoli dei rapporti che in quello che può definirsi il caso messinese del “Montante-gate”  che coinvolgerebbero funzionari, politici e portatori di interessi e non solo dell’area della città dello stretto

Quanto basta far scattare la ricerca di documenti compromettenti o che potrebbero stringere all’angolo l’editore di 109, ma anche la redazione e i suoi corrispondenti del calatino. Documenti che doveva servire a zittire la testata.

Una rete agitata da uomini dello Stato in divisa – aspetto ancor più inquietante – e da insospettabili asserviti alle logiche di poteri deviati che si sono presi la briga di controllare dai carichi pendenti dei giornalisti ad altro che avrebbe potuto far “brodo” in eventuali pressioni, e dove spuntano anche lettere anonime e denunce farlocche.

Di fatto le prime indiscrezioni in merito a indagini sul presidente di Confindustria SiciliaAntonello Montante, erano apparse già alla fine di gennaio 2016 sul giornale Centonove.

Allora per la testate messinese, la Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta stava «passando al setaccio le dichiarazioni di alcuni pentiti, cinque, che in periodo diversi, lo tirano in ballo, in vicende opache di criminalità organizzate».

Poi la notizia venne ripresa su La Repubblica e finì sulla stampa nazionale attualizzandosi poi nella cronaca di questi giorni.

Emergono i rapporti tra media, giornali e giornalisti, e la “ricetta”, buona per ogni stagione,  che era quella di dare soldi per la pubblicità così “non rompono i coglioni”.

da vedere la video intervista

https://www.msn.com/pt-br/video/saudeebemestar/dossier-e-lettere-anonime-casagni-a-rainews24-cos%C3%AC-sistema-montante-condizionava-anche-la-stampa/vp-AAxsesl

Che dire.

Sono ombre che poi si allungano anche sui recenti fatti che coinvolgono il Giornale messinese, che speriamo che in un immediato futuro possono disiparsi.

Sono fatti che fanno male non solo alla libertà d’informazione ma anche alla politica ed alla società siciliana.

Sono fatti gravi.

Ed allora oltre ad esprimere la solidarietà ai colleghi compresi quelli delle “Le Iene Sicule” oggetto di illeciti accertamenti possiamo solo sperare che la verità venga velocemente a galla, e chi ha voluto la “bicicletta” adesso pedali a lungo su un sentiero tutto in salita.

 

 

 

Redazione Scomunicando.it

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