Tra queste, vi è compresa la S.T.U. “Il Tirone S.p.A.”, ossia la Società di Trasformazione Urbana, formata da varie imprese e società immobiliari della città dello Stretto, della quale Palazzo Zanca detiene il 30 per cento del capitale. La parola, adesso, dopo il parere dell’esecutivo cittadino passerà, dunque, al Consiglio comunale, dove è già presente una proposta per uscire dal progetto.
Questa, presieduta da Antonietta Mondello Signorino, nell’ambito delle prospettive di trasformazione del quartiere, si è fatta parte attiva attraverso una campagna di informazione e sensibilizzazione avviata e condotta con l’intento di salvaguardare la memoria storica del Tirone, in quanto “bene comune”, testimonianza di un passato che ha retto persino al devastante terremoto del 1908, in cui la bellezza architettonica del luogo “animava” la vita quotidiana dei suoi abitanti. L’impegno, in questa direzione, è stato profuso attraverso studi fatti da storici e urbanisti, che, spinti dall’interesse e dalla passione per i pregi di quell’insediamento – che vide la luce addirittura nel lontano 246 A.C. – hanno interagito con il luogo e dialogato con i messinesi cui sta a cuore il suo destino.
Una petizione popolare, avviata lo scorso anno ed ancora non conclusa, ma che ha già varcato la soglia di Palazzo Zanca, grazie al superamento delle 2.500 firme, testimonia quanto sia vivo l’interesse per limitare al minimo essenziale l’impatto edificatorio in quell’antico borgo, privilegiando in esso la tutela del suo patrimonio storico ed artistico. Motivata e documentata azione collettiva che si va ad aggiungere ad una delibera votata all’unanimità, nell’autunno del 2009, dal Consiglio della IV Circoscrizione cittadina, con la quale si richiede la totale rivisitazione del progetto.
L’iniziativa artistica è stata chiamata “Gli Angeli sopra il Tirone” ed ha avuto come sede principale la Chiesa dello Spirito Santo, posta alle spalle di Piazza del Popolo, e quindi lungo il margine basso delle ultime “vive” architetture del quartiere.
A seguire, sempre in chiesa, la compagnia teatrale “Le Maschere” – voci recitanti Patrizia Salerno e Gianni Di Giacomo – ha eseguito alcuni brani di celebri autori, tra cui Kafka e Calvino. La performance, dal titolo “Gli Angeli e la città”, è stata magnificamente accompagnata alla chitarra da Gianluca Rando, il quale ha eseguito i brani “Come luce” e “Flamenco Jam”, tratti dal suo repertorio, e varie improvvisazioni che richiamavano anche temi religiosi.
Il programma artistico è stato completato con l’esibizione del quartetto “Armonia”, composto da Rosanna Pianotti (viola), Pasquale Faucitano (violino), Luisa Morabito (violoncello) e Antonio Cicero (fagotto), con brani di François Devienne e Astor Piazzolla. Anche il volontariato e la solidarietà hanno accompagnato “Gli Angeli”, stavolta a cena, nella palestra della adiacente scuola “Annibale di Francia”: un grande convivio con i bisognosi della città, organizzato dai volontari di strada “City Angels”, al quale ha presenziato il sindaco Giuseppe Buzzanca in compagnia di alcuni assessori, ha chiuso nel migliore dei modi la giornata.
In occasione delle presentazioni musicali, Antonietta Signorino, in linea con i principi ed i valori che animano le sue sfide quotidiane, ha usato la musica come metafora di vita: “Dovremmo apprendere da essa, perché l’unione di più strumenti dà armonia”. Sì, proprio quell’armonia che deve unire nelle diversità, nei modi di vivere e di pensare di ciascuno.
Ma è proprio la ricerca dell’armonia che richiede quell’animo e l’impiego di quei valori imprescindibili dal rispetto delle radici storiche, identitarie, di una città, di un contesto urbano che deve nutrirsi di tutto ciò. Ed il Tirone ne è il più classico esempio.
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