All’alba di oggi i Carabinieri del Comando di Provinciale di Messina e del ROS e la Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, sulla base della richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. di Messina, a carico di 40 soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, dei delitti di associazione di tipo mafioso e di numerosissimi reati – fine, quali estorsione (consumata e tentata), rapina, trasferimento fraudolento di valori, reati in materia di armi e violenza privata reati aggravati dal cd. metodo mafioso per aver fatto parte dell’associazione mafiosa denominata “famiglia barcellonese” riconducibile a “Cosa Nostra” ed operante prevalentemente sul versante tirrenico della provincia di Messina. I Carabinieri hanno dato esecuzione al provvedimento a carico di 29 soggetti (22 in stato di libertà e 7 già detenuti per altra causa) mentre, contestualmente, la Polizia di Stato ha dato esecuzione al medesimo provvedimento nei confronti degli ulteriori 11 soggetti (8 in stato di libertà e 3 già detenuti per altra causa). Scoperto l’arsenale della cosca. I nomi. La conferenza stampa si svolgerà stamani alle ore 11.00 al Tribunale di Messina
“GOTHA 7”, è l’ultima fase dell’azione di contrasto condotta dall’Arma e Polizia nell’ultimo decennio tendente a disarticolare la “famiglia” mafiosa barcellonese e parte dalle dichiarazioni del capo mafia Carmelo D’AMICO, tratto in arresto nel 2009 a seguito dell’operazione “POZZO”e dei collaboratori di giustizia Salvatore CAMPISI, Franco MUNAFÒ e Alessio ALESCI (“GOTHA 4” e “5”).
LE INDAGINI tendono a documentare come il sodalizio sia stato sistematicamente in grado di riorganizzare i propri assetti interni a seguito delle operazioni di polizia che, nell’ultimo decennio, ne hanno ripetutamente decimato le fila e, di fare piena luce su decine di episodi estorsivi, verificatisi nell’area tirrenica barcellonese tra il 1990 e il dicembre 2017, individuandone puntualmente mandanti ed esecutori materiali.
Come emerge dall’odierna ordinanza di custodia cautelare il sodalizio criminale, avvalendosi della forza intimidatrice promanante dal vincolo associativo e dalla condizione assoluta di assoggettamento ed omertà che ne derivava sul territorio, programmava e commetteva delitti della più diversa natura, contro la persona, il patrimonio, la pubblica amministrazione, l’ordine pubblico ed altro, con l’obiettivo precipuo di acquisire in forma diretta ed indiretta la gestione ed il controllo di attività economiche, di appalti pubblici, di profitti e vantaggi ingiusti per l’associazione. Inoltre per raggiungere questi fini si avvaleva di un consistente arsenale di armi micidiali, necessarie al clan per affermare il controllo criminale nell’area di riferimento e non esitava a porre in essere condotte violente nei confronti dei pochi che osavano rompere il diffuso muro di omertà relativo alla sistematica attività estorsiva posta in essere nei confronti dei locali imprenditori.
Sono circa una trentina gli episodi estorsivi ricostruiti dalle indagini spesso legati a storia di estorsioni.
Come è emerso dalle indagini, inoltre, oggetto delle estorsioni, talvolta, non era il solo “pizzo” ma anche quello di subentrare nei lavori pubblici, imponendo agli imprenditori titolari degli appalti, il sub-appalto in favore delle ditte controllate dagli esponenti dell’associazione.
In taluni casi, infine, alcuni titolari di un esercizio commerciale sono stati vittime di rapina a mano armata col fine di finanziare la predetta consorteria barcellonese.
Tra gli episodi più eclatanti si segnalano oltre una ventina di commercianti (dal più piccolo esercizio commerciale ai più rilevanti), nonché una decina di imprenditori vittime di costanti episodi estorsivi;
3 degli odierni arrestati, in una circostanza, hanno selvaggiamente picchiato un imprenditore edile che aveva osato “pretendere” il legittimo compenso a fronte di una precedente fornitura di calcestruzzo in favore di uno degli associati;
l’imposizione attraverso una società di comodo operante nel settore della vigilanza
Nell’ambito dell’indagine è emerso anche il movente della brutale aggressione avvenuta, nel settembre del 2017, in pieno giorno e nel centro della città di Barcellona P.G nei confronti di un professionista barcellonese, il quale si era “permesso” di denunciare un’estorsione commessa ai suoi danni da tre membri dell’associazione, successivamente condannati per tale reato alla pena di oltre 8 anni di reclusione.
E’ stato accertato che l’associazione aveva la disponibilità di enormi quantità di armi da sparo, comuni e da guerra. Stati rinvenuti nell’ambito delle indagini – in due distinte perquisizioni nel territorio di Barcellona P.G. – consistenti arsenali di armi appositamente reperite ed occultate dagli appartenenti all’associazione. In particolare sono stati rinvenuti 4 pistole semiautomatiche ed un revolver di grosso calibro, 2 fucili a pompa nonchè un fucile mitragliatore da guerra unitamente a centinaia di munizioni di vario genere e calibro.
Nel corso delle indagini sono state individuate due società, riconducibili ovvero di fatto riferibili a 5 esponenti dell’associazione, che, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, erano state attribuite fittiziamente a 2 prestanome – incensurati – quali teste di legno. In particolare era stata trasferita in un caso la disponibilità del compendio aziendale e, nell’altro, era stato affidato in locazione un ramo d’azienda.
Tra i colpiti dall’operatzione Gotha 7 c’è anche SALAMONE Francesco, eletto consigliere di maggioranza nelle elezioni amministrative del giugno 2013 presso il comune di Terme Vigliatore, in una lista civica locale, e successivamente sospeso da quella carica dal luglio 2016, poiché colpito da misura cautelare nell’ambito dell’operazione “Triade”.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Messina e della locale Sezione Anticrimine del ROS hanno eseguito 29 provvedimenti – tra traduzione in carcere e domiciliari – a carico dei sottonotati indagati:
ANTONUCCIO Antonino,
BENVENGA Santino,
CALABRESE Tindaro,
CALDERONE Gianni,
CANNULI Francesca,
CHIOFALO Salvatore,
CHIOFALO Sebastiano,
D’AMICO Antonino,
DE LUCA CARDILLO Antonino,
IMBESI Ottavio,
IMPALA’ Giuseppe Antonio,
MERLINO Antonino,
MESSINA Francesco Carmelo,
MILONE Agostino,
MILONE Filippo,
MOLINO Domenico Giuseppe,
MUNAFO’ Massimiliano,
PICCOLO Salvatore,
RAO Giovanni,
SALAMONE Francesco,
SANTANGELO Salvatore,
SCORDINO Carmelo,
SCORDINO Tindaro Santo, n
SPADA Sergio,
TRECCARICHI Antonio Giuseppe,
TRIFIRO’ Carmelo Salvatore,
TRIFIRO’ Maurizio,
Analogo provvedimento è stato eseguito dalla Squadra Mobile della Questura di Messina e dal Commissariato di P.S. di Barcellona P.G. a carico dei seguenti 11 soggetti:
BELLINVIA Antonino,
CAMPISI Agostino,
CRISAFULLI Alessandro,
FOTI Francesco,
GIAMBO’ Carmelo,
GIARDINA Massimo,
LENA Tindaro,
MAGGIO Alessandro,
MARINO Tindaro,
NAPOLI Santo,
PORCINO Angelo,
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