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GRAN PREMIO – La Ferrari corre per i marò

 

Con quattro gare ancora da disputare, non ci sarà niente di definitivo anche domenica pomeriggio. Ma l’impressione è che il GP d’India di domenica dirà molto sull’esito finale del campionato del mondo 2012. Da una parte c’è una Red Bull ritrovata che tra Singapore, Giappone e Corea ha completamente ribaltato la classifica iridata. Dall’altra c’è una Ferrari che non può più gestire e deve per forza attaccare, magari rischiando qualcosa. Red Bull e Ferrari misureranno la qualità delle modifiche studiate in queste due settimane: chi prevarrà su una pista come il Buddh International Circuit avrà buone probabilità di aggiudicarsi il titolo.

Ma la gara della Ferrari ha altre motivazioni.

La solidarietà ai marò.

Infatti qualche ora fa la notzia è ufficiale.

La Ferrari correrà il GP con il simbolo della Marina Militare sulle monoposto.

L’atto simbolico è stato deciso dalla Scuderia di Maranello per testimoniare vicinanza ai due marò italiani prigionieri in India. “La Ferrari – aggiunge la casa di Maranello – vuole rendere omaggio a una delle migliori eccellenze del nostro Paese auspicando anche che le autorità indiane e italiane trovino presto una soluzione per la vicenda che vede coinvolti i due militari della Marina Italiana”.

L’iniziativa è piaciuta al ministro degli Esteri Giulio Terzi: “Congratulazioni alla Ferrari per l’esposizione del simbolo della Marina Militare nel GP d’India. Testimonia il sostegno di tutto il Paese ai nostri marò” ha detto via Twitter.

E ovviamente conviene sostare un attimo su una vicenda che, inevitabilmente, coinvolge anche il Gran Premio sul circuito intitolato a Budda.

Per chi non lo sapesse, Massimiliano e Salvatore sono i due militari italiani, per la precisione due Marò, da mesi e mesi trattenuti sul suolo indiano dalle autorità locali. La magistratura indiana li ritiene responsabili della morte di due pescatori. L’Italia ha contestato sin dall’inizio la competenza ‘giurisdizionale’ dello stato indiano a proposito del tragico episodio. L’Italia ritiene ingiustificata e intollerabile la permanenza ‘forzata’ di Massimiliano e Salvatore sul territorio indiano. Naturalmente, non bisogna mai dimenticare che la vicenda è costata la vita a vittime innocenti, persone che erano estranee alla pirateria o al terrorismo. Al tempo stesso, è giusto che una azienda simbolo del nostro Paese, anzi, ‘la’ azienda simbolo del nostro Paese, utilizzi l’evento, inteso come Gran Premio di Formula Uno, per attestare la solidarietà nazionale, vera e non solo di facciata, nei confronti di Massimiliano e Salvatore.

Dopo di che, sarebbe da ingenui immaginare che l’azione della Ferrari, qualunque essa sia, possa avere un effetto sullo sviluppo della triste storia. Ma ci sono cose – scrive Leo Turrini sul suo blog –  che è doveroso fare, anche quando si ha il timore (legittimo, purtroppo) della loro inutilità.

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