L’Agorà dell’antica Alesa ha rivissuto ieri sera la sua grandezza immortale.
Le scalinate monumentali, le colonne spezzate e le statue candide sono diventate scenografia naturale di un teatro a cielo aperto, dove mito e tragedia hanno restituito al pubblico tutta la forza evocativa della classicità.
L’apertura è stata affidata a Gemma Lo Bianco, ipnotica nelle sue danze rituali dedicate a Vulcano, divinità invocata per placare la furia del terremoto. Un grido di aiuto che ha trovato eco nell’interpretazione intensa di Luca Fiorino, alto dignitario romano in lotta tra vita e morte, bene e male, che aggrappandosi alla Virtus cerca di risalire verso la luce. Sullo sfondo, come coscienza che scuote e tormenta, il dio Giano di Elio Crifò, autore di un testo profondo e toccante capace di smuovere l’interiorità del pubblico.
Commovente Gabriella Casali, nel ruolo di Demetra, che corre in soccorso del popolo di Alesa seminando speranza con dolcezza materna. Dalle sue mani, il racconto ha spalancato le porte al dramma euripideo per eccellenza: Medea.
Francesca Bianco ha incarnato in maniera travolgente tutte le sfumature della protagonista: il lamento lacerante, l’ira feroce, l’astuzia vendicatrice, ma anche il coraggio di una donna senza paura. Accanto a lei, Edoardo Siravo ha reso un Giasone espressivo e magnetico, capace di suscitare quasi compassione per una colpa che resta sospesa. A chiudere, ancora la Casali nei panni della nutrice e corifea, in un epilogo struggente che ha lasciato il pubblico senza fiato.
Gli applausi finali sono stati fragorosi, premiando una serata di rara intensità. Meritata menzione al disegno luci di Antonio Barone, che con suggestioni quasi caravaggesche ha esaltato la monumentalità del sito, e al lavoro tecnico condiviso con Salvo Barone.
Alla rappresentazione erano presenti il sindaco Angelo Tudisca insieme agli assessori Marguglio e Scattareggia, che hanno espresso a nome dell’amministrazione il plauso per lo spettacolo e per l’intera rassegna Il Sorriso degli Dei del Parco Archeologico di Tindari. A fine serata, la direttrice artistica Anna Ricciardi, affiancata dal presidente della Pro Loco di Patti Nino Milone, ha manifestato grande soddisfazione per l’esito dell’evento.
La regia di Carlo Emilio Lerici poetica ed elegante, solenne e piena di auctoritas ha definito mirabilmente lo spazio scenico.
Un appuntamento che resterà nella memoria, non solo per la qualità delle interpretazioni, ma per la magia di un luogo che, ancora una volta, ha saputo trasformarsi in teatro eterno.
Foto di Aurelio Cristina
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