Condannati a sei anni per omicidio colposo gli ex sindaci di Messina, Giuseppe Buzzanca, e di Scaletta Zanclea, Mario Briguglio, per l’alluvione che il primo ottobre 2009 distrusse Giampilieri e Scaletta Zanclea provocando 37 morti e numerosi feriti.
Giuseppe Buzzanca, ex sindaco di Messina, impietosamente ritratto allora in una foto mentre ridacchia sulle macerie, e che pesa molto di più della condanna che oggi forse non si aspettava, sfoga tutta la sua amarezza attraverso una nota stampa che riportiamo integralmente.
“È un giorno triste ed amaro.
Apprendere che il Tribunale mi ha condannato a 6 anni di reclusione per omicidio colposo plurimo sconvolge la mia vita e quella della mia famiglia.
Non pensavo di dover pagare un prezzo così alto per aver fatto il Sindaco della Città.
Ho la coscienza pulita di chi sa di non aver omesso nulla che potesse attenuare gli effetti della tragedia di Giampilieri e, comunque, che potesse evitare i tanti morti.
Continuerò a difendermi nel processo con tutte le mie forze.
Alla fine, spero, emergerà la mia assoluta estraneità”.
Alla fine che paghino solo i politici è la grande ingiustizia che non riserva alcun rispetto per quelle vittime.
Nella foto in alto, quella che fece il giro del web, era un giovedì mattina, di un ottobre infausto per tanti, sulle pagine di un quotidiano nazionale, venne pubblicata questa foto, che vede ritratti, divertiti come difficilmente capitava di vederli, l’allora governatore Raffaele Lombardo con sottobraccio il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca
Non ci sarebbe stato, ora come allora, nulla da eccepire, senonché, il motivo di questo piacevole siparietto non era il lancio di un nuovo dentifricio, o di una protesi per dentiere , bensì la visita istituzionale alla popolazione alluvionata di Giampilieri da parte del Presidente della Regione.
Quell’ammasso di rocce e detriti posti dietro i “nostri” sorridenti politici non erano i ruderi della Valle dei Templi o di Segesta, erano il risultato di morte e distruzione che aveva investito tanti abitanti del paese, chi transitava in quei luoghi per lavoro, chi si trovava lì per caso.
Allora i legali del Governatore affermano con sicurezza che si trattava di un fotomontaggio, e che sarebbero seguite le querele nei confronti del fotografo.
Non tardò ad arrivare nemmeno la replica del fotografo, Sergio di Giacomo, che dichiarò: «Ho scattato io quella fotografia e, poiché solitamente i politici che preannunciano o riservano azioni legali non rispettano mai la propria parola, sarò io a consegnare all’Autorità giudiziaria, insieme alla querela per diffamazione per le affermazioni sul preteso fotomontaggio, il documento originale e chiederò espressamente che venga disposto l’accertamento tecnico sulla genuinità dell’immagine. Quando sarà accertato anche in sede giudiziaria che non si tratta di fotomontaggio, mi auguro che l’onorevole Lombardo, oltre a chiedermi scusa, abbia il buon senso e la dignità minima per ritirarsi dalla politica».
Su quella foto anche le dichiarazioni di Sonia Alfano:
«Le dichiarazioni, sostiene il Caimano, possono essere travisate, ma le foto no. Soprattutto quando non sono taroccate. E l’immagine del presidente della Regione Sicilia, Salvatore Lombardo e del sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, che ridono indecentemente sulle rovine del disastro di Giampilieri è una di quelle cose che in un Paese normale porterebbe alle dimissioni con tanto di pubbliche scuse, a cominciare dai parenti delle vittime di quel tragico evento».
Allora il deputato europeo dell’IdV aggiunse «Se in Italia la stampa fosse davvero libera, oggi quelle foto sarebbero su tutte le prime pagine dei giornali e sarebbero riprese dai tg. Ma così non è. L’augurio è, allora, che quello che quella stessa risata seppellisca presto politicamente i due protagonisti».