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IL FESTIVAL DI ADRIANO – Chiesa, Monti, Popolo Sovrano.. saranno polemiche ma è “un clichè scontato”

 

di Saverio Albanese

L’attesa per la performance di Adriano Celentano non è stata vana, perché la leggenda della musica italiana, l’ex Molleggiato, si è già presentato sul palco su uno scenario di guerra a fare da sfondo alla prima, attesissima, performance: una performance durata 55 minuti (22.18 23.13), con momenti musicali alternati a riflessioni sui temi a lui più congeniali

Ha esordito con un attacco frontale alla Chiesa: Adriano non ha usato mezzi termini, definendo l’Avvenire e Famiglia Cristiana, giornali privi di senso tutte le testate a marchio cattolico. Poi si prosegue sull’attacco alla velocità della modernità. L’elogio della lentezza trova un destinatario in Montezemolo. Elisabetta Canalis interpreta l’Italia e la crisi, la speranza di tornare in un futuro migliore per il paese.

Dopo il primo momento musicale, il Celentano nazionale ritorna alla politica e i toni non sono più dolci. Il popolo sovrano, ecco il nuovo tema. Ovvero una sferzatina alla vicenda della nascita del governo Monti e alla Consulta che ha bocciato i quesiti referendari. Va in scena una discussione molto accesa, a tre, tra Celentano, Pupo e Morandi. Toni politici duri. Anche Morandi sposa la polemica e attacca Lorenza Lei e la decisione sul referendum.

Non si capiscono molto bene i confini di questo numero, anche se siamo sicuri che nel bene e nel male spiazza e alzerà un polverone di proporzioni storiche. Adriano canta e ballicchia. Celentano ha scelto uno stile molto meno in sottrazione del solito. Pochissimi silenzi e pause. Il livello d’intensità politica è alle stelle. La provocazione istituzionale idem. C’è spazio anche per una rivendicazione per il compagno Santoro, una frecciatina bella appuntita verso Lorenza Lei.

Nuovi focus del Molleggiato: la pena di morte, la guerra, la morte, il messaggio evangelico di Gesù Cristo. L’esegesi dei Testi affidati al Molleggiato fa un po’ effetto. Il messaggio di pace si spezza subito dopo quando si accende l’acredine con Aldo Grasso. Ricorderete la polemica con il giornalista per un suo pezzo in cui alludeva al marketing sanremese di Celentano. Aveva promesso di servire fredda la vendetta alla penna del Corriere. Sull’analisi della figura di Cristo il Molleggiato ricama una bella parentesi.

Un’altra pesante stilettata di Adriano Celentano è stata diretta all’Europa dei paesi che hanno chiesto come garanzia alla Grecia l’acquisto di armamenti. In mezzo al flusso di coscienza del Molleggiato c’è anche modo di ascoltare un duetto a distanza con Franco Battiato. La diplomazia, questa sconosciuta, stasera non ha mai sfiorato il palco. Discorso “epico”. Nel bene e nel male, comunque la si pensi, se ne parlerà per un bel po’.

Saverio  Albanese

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