Mentre si infiamma il dibattito attorno alla nuova tratta marittima Capo d’Orlando – Vulcano – Lipari – Santa Marina Salina, tra entusiasmi istituzionali e barricate di categoria, c’è chi, come Carlos Vinci, operatore turistico e voce del territorio, rilancia con chiarezza:
“Il futuro si costruisce sul mare. E questa tratta è molto più di una semplice linea sulla mappa: è un atto politico, culturale e sociale.”
In perfetta sintonia con quanto espresso dai sindaci della Costa Tirrenica e dei Nebrodi, Vinci sottolinea come questa nuova connessione rappresenti un punto di svolta per tutto il versante Nord-Est della Sicilia.
Non una minaccia per Milazzo o per i collegamenti esistenti, ma un’opportunità di inclusione territoriale dopo anni di immobilismo, dove un unico scalo – per quanto efficiente – ha finito per accentrare traffici e risorse, lasciando ai margini decine di comunità affacciate sul mare.
“Il tempo dei monopoli geografici è finito – afferma Vinci – oggi il turismo richiede accessibilità diffusa, reti, integrazione. Il collegamento Capo d’Orlando – Eolie va proprio in questa direzione: valorizzare l’intera ‘Sicily North Coast’ come sistema aperto, connesso, cooperativo.”
Una posizione che sposa pienamente quella delle amministrazioni locali, che evidenziano come il porto di Capo d’Orlando sia stato fin dall’inizio pensato anche come scalo complementare alle Eolie, e non certo come antagonista. Un’infrastruttura moderna, efficiente, che colma un vuoto di oltre 90 km lungo la costa tra Milazzo e Cefalù, decongestionando i flussi e favorendo un modello di turismo sostenibile, stanziale e policentrico.
Ma Vinci aggiunge anche un elemento umano, che tocca corde profonde:
“Per generazioni, le Eolie sono rimaste un sogno lontano per tanti abitanti dei Nebrodi. Le vedevano ogni giorno all’orizzonte… senza mai raggiungerle. Questo collegamento è un ponte tra comunità, è un atto di giustizia geografica e culturale.”
Di fronte alle critiche sollevate da Federalberghi Isole Eolie, che parla di rischio congestione, distrazione di risorse e sovraccarico estivo, Vinci risponde senza mezzi termini:
“Trovo sterile e distruttivo erigere barricate. È il momento di redistribuire le opportunità, non di difendere le posizioni. La Sicilia ha bisogno di crescere come sistema, non come somma di feudi.”
E conclude con una visione chiara e determinata:
“Il futuro non si attende. Si costruisce. Salpiamo.”
la nota integrale
Condivido pienamente la visione espressa in un recente articolo di scomunicando.it che ha riacceso tra noi operatori turistici il dibattito sul nuovo collegamento marittimo tra il porto di Capo d’Orlando e le Isole Eolie.
E non solo per una questione logistica o turistica, ma per una visione più ampia che riguarda l’intero futuro della “Sicily North Coast”.
Per anni abbiamo assistito a uno scenario statico: Milazzo come unico hub di collegamento con le Eolie. Ma il tempo dei monopoli geografici è finito. Il turismo moderno richiede rete, integrazione, accessibilità diffusa. E in questo contesto, i porti distribuiti lungo la costa tirrenica non sono una minaccia, ma una risorsa. Sono porte d’accesso naturali a un sistema che può unire Nebrodi e Isole, terra e mare, entroterra e arcipelago.
Il progetto del collegamento da Capo d’Orlando rappresenta una svolta concreta, un atto politico finalmente tangibile. Ed è un primo passo verso una redistribuzione delle opportunità economiche e turistiche su un territorio che per troppo tempo è rimasto frammentato. Non ci saranno più scuse: il futuro si costruisce con la cooperazione, non con la conservazione delle rendite di posizione.
Trovo sterile e distruttivo sollevare polemiche davanti a un’iniziativa che apre scenari nuovi. La costa tirrenica della provincia di Messina spesso relegata ai margini delle grandi strategie regionali ha finalmente un’occasione per esprimere il suo potenziale.
E poi c’è un dato umano, che fa riflettere: intere generazioni di abitanti dei nostri paesi sono nate, vissute e morte guardando ogni giorno le isole, senza mai averle visitate, senza mai averle vissute davvero. Questo collegamento non è solo una rotta marittima, è un ponte culturale, sociale, identitario.
Abbattere le distanze, anche solo con una corsa in più verso le Eolie, vuol dire avvicinare mondi. Vuol dire dare valore ai nostri giovani, ai lavoratori stagionali, agli imprenditori, ai viaggiatori. Vuol dire, finalmente, dare senso a una geografia che da secoli ci unisce e non può più dividerci.
È tempo di guardare avanti. E salpare.
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