di Antonio Mazzeo
È il traffico di stupefacenti il nuovo nemico di Africom, il neo costituito comando per le operazioni delle forze armate USA nel continente africano. Dopo aver dichiarato guerra alla pirateria nel Golfo di Aden, Washington è intenzionato ad estendere all’Africa l’intervento militare contro la produzione e il traffico di stupefacenti, implementato – con scarso successo – in America Latina. “Il traffico illegale di narcotici rappresenta una minaccia significativa alla stabilitàdella regioneâ€Â, ha dichiarato il generale William E. Ward, comandante supremo di Africom, nel corso della sua audizione davanti alla Commissione difesa del Senato, il 17 marzo scorso.
Per il comando USA è divenuto “significativo†pure il traffico di stupefacenti sulla rotta Asia sud-occidentale – Africa orientale e meridionale. Così, in vista del contrasto dei traffici di droga nel continente africano, il Pentagono ha istituito nel quartier generale Africom di Stoccarda (Germania), un team composto da militari di esercito, marina, aeronautica, corpo dei marines e guardiacoste USA, e da funzionari della Drugs Enforcement Agency (DEA), l’agenzia anti-droga USA, dell’FBI e del Dipartimento di Stato. Alla sua direzione è stata chiamata Mary Carlin Yates, ex ambasciatrice USA in Ghana ed odierna vice-comandante per le attivitàcivili-militari di Africom (l’“assistenza sanitaria ed umanitaria, le azioni di sminamento, l’intervento in caso di disastri naturali, le operazioni di peacekeepingâ€Â).
“È scioccante quello che sta accadendo in Africaâ€Â, ha dichiarato l’ambasciatrice Yates di ritorno da un lungo tour nel Golfo di Guinea. “Il traffico di droga è gigantesco e sta ulteriormente crescendo. Esso disarticola le comunitàlocali e rischia di destabilizzare ulteriormente i deboli stati della regioneâ€Â. Per la zarina anti-droga, l’impatto più drammatico delle nuove rotte africane della cocaina sarebbe stato avvertito in Guinea-Bissau. “Il rapporto pubblicato lo scorso anno dall’U.S. Army Combined Arms Center descrive la Guinea-Bissau come il principale punto di transito della droga in arrivo dall’America Latina e diretta in Europaâ€Â, ha aggiunto Yates. “Il rapporto afferma inoltre che i proventi del narcotraffico rappresenterebbero circa il 20% del prodotto interno lordo della Guinea-Bissau, e che i militari locali si sarebbero attivati direttamente per facilitare il trasferimento dei carichi di droga nei principali mercati europeiâ€Â. Secondo l’ambasciatrice l’alta vulnerabilitàdi questo paese è provata dai gravissimi delitti accaduti di recente: gli assassinii del Presidente Joao Bernardo “Nino†Vieira e del Capo di stato maggiore delal difesa, generale Batista Tagmé Na Waï. “Queste tragedie ci sono servite da monito per interventi più efficaci contro la droga e a favore della stabilitàregionaleâ€Â, ha commentato Yetes. “Le truppe USA sono adesso impegnate nell’addestramento specifico delle forze navali locali nel contrasto dei traffici di stupefacentiâ€Â.
Il programma preso come modello da Africom è il famigerato Plan Colombia (oggi denominato “Plan Patriotaâ€Â), miliardi di dollari in armi, apparecchiature radar, diserbanti altamente tossici distribuiti ai partner più fedeli
Nella proposta di bilancio per l’anno fiscale 2010, il Dipartimento della Difesa ha chiesto di destinare in Africa 52 milioni e 125 mila dollari nell’ambito dell’International Narcotics Control and Law Enforcement, il programma di Washington per combattere il narcotraffico. Si tratta del doppio di quanto è stato previsto per l’anno in corso (29 milioni e 600 mila dollari). Per il Pentagono, i soldi dovranno servire a “combattere il crimine transnazionale e le minacce ad esso collegato e sostenere lo sforzo contro le reti terroristiche che operano nel settore del traffico di droga e in altri affari illecitiâ€Â.
A ciò si aggiungeranno altri due milioni di dollari in “programmi anti-narcotici†per la “Trans-Sahara Conter Terrorism Partnership (TSCTP)â€Â, l’intervento militare USA contro l’estremismo islamico nell’area del Sahara e del Sahel e che vede tra i maggiori paesi partner Mali, Niger, Senegal e Nigeria. Per il Pentagono non sono più possibili distinzioni di sorta tra “terroristi islamici†e “narcotrafficantiâ€Â. “La regione trans-sahariana offre in particolare santuari ai terroristi dell’estremismo islamico, ai trafficanti di droga, ai contrabbandieri e ai gruppi insorgentiâ€Â, ha dichiarato il generale Bantz J. Craddock, comandante di USEUCOM (il comando delle forze armate USA in Europa), durante un’audizione al Congresso USA, il 10 aprile 2008. “Ci sono sempre maggiori prove che cittadini nordafricani sono reclutati come combattenti stranieri in Iraq: In aggiunta, noi crediamo che stia crescendo la collaborazione tra Al-Qaeda e i gruppi terroristi nordafricaniâ€Â.
Una parte dei fondi 2010 dell’International Narcotics Control and Law Enforcement saranno utilizzati per realizzare i “nuovi Centri di addestramento regionale alla sicurezza†in Nord Africa, Africa occidentale ed Africa centrale. Il principale paese beneficiario degli aiuti militari saràil Sudan, geograficamente distante dalla rotta degli stupefacenti individuata in Africa occidentale. Saranno in tutto 24 milioni di dollari, quasi la metàdegli aiuti “anti-droga†previsti per l’intero continente. In America Latina, sotto la bandiera della “lotta al narcotraffico†si combattono le ultime organizzazioni guerrigliere; in Sudan il finanziamento andràinvece a “sostenere l’implementazione del Comprehensive Peace Agreement del 2005 e ad assistere i programmi di stabilizzazione del Darfurâ€Â. Sempre secondo il Dipartimento della Difesa USA, “i fondi daranno spesi per fornire assistenza tecnica al settore della giustizia penale, contribuire alle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite e sostenere le unitàdi polizia costituite in Sudan meridionale e nel Darfurâ€Â. Il generale William E. Ward, nel suo intervento di fronte al Senato USA, ha spiegato che “contro l’instabilitàregionale, il governo statunitense congiuntamente ad Africom sta guidando lo sforzo della comunitàinternazionale per concretizzare il programma di sicurezza nel Sudan meridionale. L’obiettivo del Comando Africom è quello di sostenere il Sudanese People’s Liberation Movement/Army (SPLM/A), professionalizzarne l’esercito ed accrescerne le capacitàdifensive. La nostra componente aerea continua inoltre ad assicurare il trasporto delle forze di peacekeeping destinate in Darfurâ€Â. Nulla di narcotraffico, dunque, ma va bene lo stesso.
Secondo paese beneficiario dei fondi anti-droga è la Liberia (8 milioni di dollari), uno dei pochissimi in Africa a dichiarare la propria disponib
Tra i paesi africani inseriti nel piano finanziario del prossimo anno, ci sono poi Guinea Bissau, Ghana, Capo Verde, Nigeria, Marocco, Repubblica Democratica del Congo. In Ghana, in particolare, Africom sta giàfinanziando il potenziamento delle infrastrutture aeroportuali della capitale Accra, nonché l’acquisto di apparecchiature per il rilevamento dei carichi di droga. Africom sta pure contribuendo alla realizzazione di un grande Centro di addestramento e stoccaggio di componenti anti-droga destinato alle forze di polizia e all’ammodernamento di due imbarcazioni della marina militare capoverdiana. Altri quattro pattugliatori locali stanno ricevendo sofisticate apparecchiature di radiocomunicazione.
Il 27 febbraio 2009, il vice-comandante “civile-militare†del Comando USA per l’Africa, Mary Carlin Yates, ha sottoscritto un accordo di cooperazione bilaterale “nella lotta alla droga e alla pesca illegale†con il governo di Capo Verde. Grazie ad un progetto coordinato dalla locale ambasciata USA, è inoltre in via di realizzazione a Praia un “Counternarcotics Maritime Security and Interagency Fusion Center (CMIC)â€Â, un centro interoperativo che “permetteràal personale militare di Capo Verde di migliorare il coordinamento delle attivitàdi difesa ed interdizione marittimaâ€Â. Attivitàdi assistenza della marina militare capoverdiana in operazioni di pattugliamento “anti-drogaâ€Â, sono state organizzate per buona parte dello scorso anno da Africom e dalla US Coast Guard. È stato infine avviato un programma d’interscambio tra il personale militare capoverdiano e quello del Ghana in tema d’interdizione marittima, con la partecipazione di ufficiali dell’US Navy e della US Coast Guard. Attivitàsimilari dovrebbero essere implementate a breve in Nigeria e Camerun, altri due paesi che secondo Washington sarebbero a rischio narcotraffico, e dove “è in forte crescita pure il fenomeno della pirateria, del contrabbando di petrolio e della pesca illegaleâ€Â. Ancora l’US Guard Coast avvierànei prossimi mesi esercitazioni congiunte con le unitàmilitari di Senegal e Sierra Leone.
“L’impegno degli Stati Uniti nell’addestramento delle forze navali africane per individuare e sequestrare i carichi di droga è cresciuto negli ultimi anni principalmente grazie all’iniziativa denominata African Partnership Station (APS)â€Â, ha aggiunto l’ambasciatrice Yetes. “L’APS è parte di un piano a lungo termine che vede protagonisti nazioni ed organizzazioni di Africa, Stati Uniti, Europa e Sud America. Una grande attivitàdi cooperazione militare e civile che contribuisce alla crescita della sicurezza nelle coste dell’Africa occidentale e della professionalitàdei militari, delle guardia coste e dei marines africani. Il programma è portato avanti attraverso le visite di unitànavali, aerei, team di addestramento e progetti d’ingegneria e costruzione navaleâ€Â.
L’African Partnership Station ha preso il via nell’ottobre del 2007. L’evento principale dello scorso anno è stato il dislocamento nel Golfo di Guinea della nave da sbarco “USS Fort McHenry†e dei catamarani di pronto intervento “HSV-2 Swiftâ€Â, con a bordo marines ed ufficiali di dieci paesi (Stati Uniti, Camerun, Francia, Gabon, Germania, Ghana, Gran Bretagna, Guinea Equatoriale, Portogallo e Spagna). Durante la lunga crociera sono stati addestrati più di 1.700 militari africani.
L’APS 2009 ha invece preso il via dalla base navale di Norfolk (Virginia) il 15 gennaio scorso, con il trasferimento in Africa dell’imbarcazione militare “USS Nashvilleâ€Â. Entro la fine di giugno, l’unitàavràvisitato sette paesi del Golfo di Guinea ed addestrato per periodi di due-tre settimane le flotte locali in “operazioni di ricerca e sequestro di carichi di droga, di lotta alla pesca illegale e ad altre attivitàcriminaliâ€Â. Le attivitàsono coordinate da Africom, US Navy, US Guard Coast e dall’Amministrazione oceanica e atmosferica nazionale USA.
Sempre quest’anno, per la prima volta dalla sua costituzione, l’African Partnership Station ha esteso il suo raggio d’azione in Africa orientale, grazie alle soste operative-addestrative dell’unitàda guerra “USS Robert G. Bradley†nei porti di Gibuti, Kenya, Mozambico e Tanzania. Ufficialmente, ancora, contro droga e pirati.
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