Walter Manfrè non è stato solo un regista pionieristico e raffinato ma il regista dell’anima, scrive oggi Anna Ricciardi, direttrice artistica del Parco Archeologico di Tindari, aggiungendo: “Non è questa una qualità in secondo ordine rispetto alle sue grandi capacità tecniche: riusciva a passare dal contemporaneo al classico con grande disinvoltura, con una padronanza dell’ars scaenica e dei contenuti a dir poco straordinaria”
il mondo del teatro non solo italiano ne piange la scomparsa.
Il ricordo di Anna Ricciardi, direttrice artistica parco archeologico di Tindari
Walter scrutava l’attore nelle sue infinite possibilità espressive: quanta attenzione per l’interpretazione per il significato profondo della parola, della parola pensata, del sottotesto.
Conobbi Walter giovanissima in uno dei suoi straordinari esperimenti legati alla drammaturgia contemporanea “La Regina e i Santi Neri di Beatrice Monroy che debutta a Tindari a fine anni ‘90. Tutti noi, giovanissimi aspiranti attori, eravamo a dir poco catturati dalla sua direzione che non tralasciava il dettaglio laddove questo costituiva il tratto poetico della scena stessa. Facevo parte del coro e lui ebbe la capacità di trasformare la forza narrativa del coro di un dramma sacro popolare in coro tragico.
Ci spiegò le affinità tra la drammaturgia popolare siciliana e la tragedia greca, specie nella pregnanza delle parole che avevano la forza dell’epos greco.
Quanta cura durante le prove al teatro greco! “Ragazzi siete già in scena appena usciti dai camerini! Il pubblico vi vede appena camminate nel decumano!” Ci fece provare questi ingressi non so quante volte: bisognava cadenzare i passi perchè il coro era la voce di storie antiche e piene di devozione religiosa. E una volta finite le prove che seguiva rigorosamente dalla cavea tra improperi e momenti di riflessione quasi estatica, ricordava il suo legame con il teatro greco di Tindari ove debuttò giovanissimo con Turi Ferro e Massimo Mollica, e i suoi ricordi fluivano commossi.
Il suo contributo al Tindari Festival
Quante parole di incoraggiamento, quanta fiducia, quando lo ritrovai nel 2013, nei primissimi anni della mia direzione del Tindari Festival, con una strepitosa regia dell’Anfitrione con Enrico Guarneri. Durante la conferenza stampa, sostenne con quel suo modo paterno e generoso sia me che il giovane Sindaco di allora , Mauro Aquino a continuare la primavera teatrale della città, convinto che il teatro fosse l’anima di ogni città!
Non volle mancare al ricordo di Massimo Mollica nell’anno della sua morte con cui iniziò la sua carriera a Messina e ritornò a Tindari con la regia del Glaucu nel 2018, con un gruppo di giovanissimi attori tra cui l’adorato figlio Manuel, Guia Jelo con cui condivise sia il palcoscenico che parte della sua vita e il suo amico di sempre, Andrea Tidona. Fu maestro Walter, maestro per noi tutti in in senso profondo e oggi sempre più raro: quanta delicatezza e rivoluzione quanta integrità e poesia.
Ciao Walter
Anna Ricciardi – Direzione artistica parco archeologico di Tindari
Si uniscono al cordoglio per i figli Serena Alice, Manuel il direttore del Parco Archeologico di Tindari Arch. AnnaMaria Piccione con l’intero staff del parco
i funerali
Quasi una conclusione teatrale, Walter Manfrè, ritorna a Messina.
La sua città natale che come spiegò in un’intervista pubblicata dalla testata “Sicilians” preferiva evitare: «Un posto dove non mi sarei fermato è Messina: la mia città natale che ho amato visceralmente senza essere ricambiato e che mi sono limitato a scrutare, standole intorno senza quasi più entrarvi. Se si eccettua la parentesi di direttore artistico al Vittorio Emanuele, ho sempre preferito mantenere un minimo di distanza e ne è prova la mia esperienza al “Catonateatro”. Dalla riva opposta guardavo Messina senza che potesse farmi male».
I funerali si svolgeranno domani, alle 15, nella chiesa di Santa Maria della Consolata (Don Orione).
Manfrè lascia tre figli: oltre a Serena, Alice e Manuel, quest’ultimo avuto dalla seconda moglie Antonella Nieri alla quale si era molto riavvicinato negli ultimi mesi.
da leggere