Una scelta , dedicare una testimonianza a Rita e Piera, che avveniva ad un anno dall’intitolazione di uno slargo al “giudice ragazzino” Rosario Livatino, in una Brolo che anche oggi non vuol, dimenticare e che qualche settima fa ha dedicato ai Giudici Falcone e Borsellino una stele.
Ma tornando al passato.
Con la delibera dell’01.04.2009, il consiglio comunale del tempo concesse a Piera Aiello, già testimone di giustizia, la cittadinanza onoraria del paese. A presiedere quell’assemblea c’era Francesco Moscato, ed anche una giovanissima Irene Ricciardello, dai banchi dell’opposizione votò quella scelta, mentre era sindaco Salvo Messina.
Il Presidente Moscato sottolineò i sentimenti di partecipazione e di grande interesse che hanno animato i preparativi dell’evento porgendo a nome proprio e del Consiglio Comunale il benvenuto a Piera Aiello e ricordò che quell’evento seguiva a quello di giorno 08 marzo, nel quale, con la celebrazione di una “ ragazzo-coraggio”, si è intitolata la biblioteca multimediale del Comune di Brolo Rita Atria.
Tra i vari interventi anche quello di Gaetano Scaffidi Lallaro, che espresse “apprezzamento per l’operato di Piera Aiello” affermando “che è compito delle istituzioni e delle forze politiche dare un segnale forte e chiaro ai giovani, costruendo percorsi di giustizia”.
Nuccio Ricciardello, si legge negli atti della delibera, ringraziò dicendo “l’Amministrazione per l’iniziativa e anche Piera Aiello per la scelta di coraggio irripetibile, soprattutto per il contesto in cui ha vissuto ed ha operato tale scelta”. L’iniziativa sottolineò Ricciardello “non si può concludere con la sola consegna della cittadinanza ma deve essere una spinta ad agire per la legalità nel quotidiano” e aspicò che nel tempo Piera Aiello possa riferire cosa ha significato per Lei aver ricevuto la cittadinanza Brolese.
E Basilio Scaffidi – che sedeva tra i banchi del consiglio comunale – parlando anche a nome dei giovani evidenziò “Che la mafia va combattuta a livello culturale; nichilismo etico, relativismo politico vanno cancellati a favore di una cultura diversa”.
Per Salvo Messina quell’atto del consiglio comunale disse che rappresentava “per Brolo, nella prosecuzione di un percorso per la legalità” soffermandosi sul “ comune sentire” della collettività civile sana che ha emotivamente partecipato all’esperienza di testimonianza di giustizia vissuta in prima persona, mettendo a repentaglio la propria vita ed a rischio l’incolumità sua e dei propri affetti, per sete di giustizia”.
Conclusosi il protocollo il consiglio votò all’unanimità la cittadinanza a Piera Aiello (poi dopo qualche anno il gesto si ripetè quando venne conferita la cittadinanza onoraria a Dacia Maraini. Un riconoscimento non tanto per la sua attività letteraria ma per quanto aveva scritto sui Migrantes… Testo oggi più che mai attuale).
In quel contesto storico Brolo vedeva attiva anche la scuola. Si rammenta che la dirigente scolastica, Nunziatina Lacchese, accettando l’invito fattole dall’assessore comunale alla cultura Maria Ricciardello, inserendolo nel progetto legalità, aveva permesso ai ragazzi delle Medie e delle ultime classi delle Elementari ad assistere alla proiezione, del film “Angela” di Roberta Torre e ai video su Rita Atria curati da Carlo Lucarelli – che nella sua trasmissione Blu Notte ha ampiamente e dovutamente illustrato il ruolo e la figura della giovane di Partanna – e assemblati da Davide Canfora.
In quei giorni si registrarono gli interventi in “La verità vive” di Vincenzo Geraci e Nadia Furnari dell’associazione milazzese “Rita Atria”. Poi Geraci incontrò i docenti dell’Istituto Comprensivo, per parlare loro proprio di Rita Atria e della sua lezione di vita, concretizzatasi in un gesto estremo, di denuncia e di speranza.
A Brolo si animarono dibattiti, vennero lette alcune poesie di Giovanna Gigliotti Manfredi, pezzi tratti da tesi di laurea su Rita Atria, proiettato un “corto” realizzato dai giovani della scuola media brolese, curato da Mariella Squillacioti, ci furono le testimonianze dei Ragazzi di “Addio Pizzo” di quelli dell’Associazione Libera di Don Luigi Ciotti, ed ancora i responsabili dell’associazione Rita Atria; anche di Pino Maniaci di Tele Jato, Vincenzo Conticello, autore di una denuncia contro il pizzo, e titolare dell’Antica Friggitoria San Francesco di Palermo, ma anche Magistrati del pool antimafia, esponenti del mondo della Politica, delle civiche amministrazioni locali e delle Associazioni Antiracket, prima fra tutti quella locale , l’Acib, oltre ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
Tempi… che videro realizzarsi monumenti in ricordo di Peppino Impastato, ai Martiri di via Fani e Aldo Moro, e poi ancora assemblee, teatro, concerti, incontri, testimonianze in un’attivismo civico importante.
Un patrimonio di tanti, di tutti.