Ieri a Catania, si è svolto un incontro al quale hanno partecipato delegazioni di tutte le province dell’isola.
Verso i nuovi quadri del movimento
Organizzato da INDIPENDENZA, dopo appena tre mesi dall’inizio di questo progetto politico, a Catania, ieri, c’era tra i partecipanti entusiasmo, passione, voglia di crederci ancora.
mai più sudditi
Un incontro pubblico – di fatto la tenuta a battesimo del movimento in Sicilia – voluto da chi ancora ha qualche speranza di poter dare un cambio di direzione, ai venti che soffiano in Italia ormai da troppi decenni. Una sala gremita, politicamente trasversale, attenta e curiosa, è stata l’ occasione di incontro e confronto. Un momento d’unione anche per chi da tempo si era allontanato da !quel fare politica” fatto di idee e progettualità. In sala delegazioni provenienti da tutte le province siciliane. Un ritrovarsi anche tra chi aveva nel tempo maturato esperienze e “viaggi” in mondi politici allora contrapposti.
Alla fine dell’incontro – quasi una line di pensiero condivisa da tutta – la soddisfazione di vedere nascere un grande interesse collettivo verso questo nuovo soggetto politico, e soprattutto la partecipazione di numerosi giovani che sono il motore del futuro.
La voglia di fare.
Dall’incontro di Catania nasce la certezza che tra le fila di “indipendenza” cresce il bisogno, avvertito come necessità, di agire, costruire e ancora voglia di fare per il bene comune.
Il Segretario Nazionale, Gianni Alemanno, era stata preannunciata la sua partecipazione, si è potuto collegare solo in video, ma c’è la certezza che presto sarà in Sicilia per incontrare la base.
Tra gli interventi, apprezzati dalla platea, quello del Vice Segretario Nazionale Simone Di Stefano cha ha toccato i vari temi, caldi, del programma.
Fabio Granata, presente a Catania, anche sui social, ha sintetizzato così l’idea e le linee guida di “indipendenza”: Oggi è insignificante dirsi conservatori o progressisti poiché non si tratta di essere semplicisticamente a favore della modernità o contro. Non si può più essere rappresentati dalle categorie politiche di destra e sinistra, oramai indistinte e sostanzialmente legate al pensiero unico liberista e omologatore. Si tratta invece di amare il proprio tempo e di provare ad affrontare un nuovo “viaggio” politico e un itinerario che “sappia” il passato ma non si volta indietro. L’Italia rappresenta una dimensione peculiare e una promessa del tempo presente che ha tutte le condizioni per esser declinata in modo “smagliante”. Ma non serve più coltivare nostalgie del passato, di un passato che è passato e non tornerà più nelle medesime forme. Dobbiamo dismettere parole d’ordine e linguaggi usurati dal tempo e travolti dal cambiamento provando a immaginare una nuova avventura del pensiero politico
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