Lei era stata proprio lì sin nel tardo pomeriggio di domenica.
I vandali, non si potrebbero definire in altro modo, hanno agito durante la notte, devastando tutti gli interni della casa, sfogando rabbia e follia su infissi, arredi, abiti e piante ma anche vetrate e inferriate, queste divelte con una zappa.
Un’azione distruttiva, che visti i risultati è durata abbastanza nel tempo, mirata solo a questo, a far danno.
Chi ha agito l’ha fatto una certa tranquillità, la zona è isolata ma comunque non deserta.
Quindi chi ha agito era ben motivato nel compiere questo gesto.
Non c’erano telecamere di sorveglianza, un dettaglio che chi ha agito doveva sapere, queste invece sono installate sulla Statale, vicino ai vari rifornimenti di benzina, e potrebbero da subito fornire informazini preziose.
Gli “ignoti” ai quali i carabinieri della stazione di Naso, competenti per territorio, ma in collaborazione anche con quelli di Brolo, stanno da cercando di dar un volto, sono andati a colpo sicuro e sono stati colpi pesanti.
Non hanno portato via nulla, hanno preferito distruggere, sfondare, scardinare anche quando alle porte c’erano lasciate le chiavi.
Potevano aprire comodamente, ma hanno preferito far altro.
L’azione grave nel suo gesto si apre a diverse letture.
Si vagliano varie ipotesi, ma resta quella “politica”, legata all’attività istituzionale del sindaco, la pista più accreditata.
Nelle prossime ore se ne saprà di più.
La stessa Ricciardello, visibilmente scossa per quanto successo, non ha voluto commentare più di tanto il fatto, definendolo comunque grave e inconsulto e lasciando agli investigatori l’onere di trovare tracce e riscontri.
Lei non aveva ricevuto ne minacce ne altri segnali. Ma certamente guida unìamministrazione al centro di complesse vicende che solo nelle ultime settimane spaziano dal dissesto economico alle ordinanze di demolizione di tanti immobili abusivi.
La “lettura” del gesto e le sue modalità, testimonia, comunque il grave un momento di tensione, che si vive sul territorio, e riporterebbe, pur se il condizionale è d’obbligo, a quel clima di violenza politica che ricaccia Brolo a trent’anni fa.
Massimo Scaffidi
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