Un lezzo maleodorante infatti si levava dal torrente avvertibile già all’altezza del ponte di Salinà, e poi i liquiami scendevano sino alla foce del torrente.
Immediatamente sono state avvertite le forze dell’ordine e la stessa Forestale, ma gli sversamenti sono contionuati ed il fertore ha invaso anche l’area urbana di Fiumara.
In questo caso, esistendo un catasto dei frantoi, non dovrebbe essere difficile risalitre alla “fonte” dell’inquinamento, “ma dice Antonio su un post sempre sulla rete – forse ci troviamo di fronte ad un colpevole disinteresse”.
I responsabili del Legambiente oltre a denunciare indicano come questi residui, se trattati, possono trasformarsi in risorse, ed affermano: “qualcuno come accade ogni anno ha scaricato le acque di vegetazione dei frantoi colorando di marron rossiccio le acque.
Le acque di vegetazione sono i residui acquosi che si ottengono dalla spremitura delle olive.
Invece di estrarli e utilizzarli come integratori alimentari o nell’industria farmaceutica (ogni kg vale mille euro) li gettano nei torrenti.
In mare a quelle concentrazioni di liquidi hanno un elevato potere inquinante.
Se gettate in un impianto di depurazione lo manderebbero in tilt poiché sono sostanze disinfettanti che uccidono i batteri che permettono il processo di depurazione – concludendo – Complimenti all’autore del crimine”.
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