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INVESTIMENTI – Lasciare i soldi sotto il materasso conviene davvero?

Come investire i nostri risparmi

Risparmi e investimenti sono da sempre al centro dell’attenzione quando si parla di sicurezza finanziaria per il futuro. Secondo l’ultimo rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie in Italia, tuttavia, emerge come solo un italiano su due sia in grado di apprezzare l’utilità di un consulente finanziario (e anzi, ne sia quasi intimorito a seguito della crisi finanziaria del 2008), segno che manca ancora un canale comunicativo efficace che possa aiutare le persone a muoversi nel mondo delle capitalizzazioni.

I risvolti negativi di una scorretta educazione finanziaria si ripercuotono soprattutto sui risparmi degli italiani, grandi risparmiatori ma ancora troppo legati al buon vecchio “materasso”.

Tuttavia, le diverse analisi del settore parlano chiaro: tenere i soldi sotto il materasso o fermi sul conto corrente bancario non è una scelta vincente per proteggere i risparmi dal rischio dell’inflazione.

Ma perché, dunque, è così importante muovere i capitali? Cosa significa diversificare?

Investire i risparmi: cosa sapere

La scelta di come investire dipende dal proprio profilo di rischio e da una buona educazione finanziaria. Quando si parla di risparmi, gli esperti raccomandano di evitare l’accumulo del capitale sotto il materasso o sul conto in banca, poiché i soldi così conservati non solo non producono nessun tipo rendimento, ma diminuiscono di valore a causa dell’inflazione.

È proprio l’aumento di quest’ultima – insieme ai tassi di interesse bancari sempre maggiori – uno dei motivi principali per cui investire i propri soldi con investimenti adatti al proprio profilo di rischio è importante. Non è necessario avere somme di partenza ingenti, si può partire anche da piccoli gruzzoletti da investire mensilmente, diversificando il portafoglio.

La crisi di fiducia degli italiani

La sfiducia degli italiani verso le istituzioni finanziarie potrebbe essere giustificata da alcuni punti di vista, tuttavia, la reazione media alla disaffezione è spesso controproducente per i risparmiatori. Secondo la Consob, più della metà del denaro investito dagli italiani è diviso tra conti deposito bancari e conti di risparmio postali oltre la metà del denaro investito dagli italiani si trova in conti deposito bancari, mentre il 30% circa dei risparmi non viene investito affatto, come riportato anche dalle stime della Banca d’Italia.

Il problema deriva da una convinzione diffusa, che si è consolidata negli anni successivi alla crisi finanziaria, per cui le banche risultano ormai inaffidabili e i rischi aumentati. In altre parole, le persone preferiscono non investire i propri risparmi rinunciando sì, al rendimento, ma garantendosi l’eliminazione dei rischi. Tuttavia, questo ragionamento è errato per diverse ragioni, a partire dal fatto che non tiene conto di un fattore importante: l’inflazione.

Come funziona l’inflazione?

In 20 anni il potere d’acquisto della moneta (soprattutto dopo il passaggio dalla lira all’euro) è diminuito notevolmente. Complice l’inflazione, che ha fatto registrare, dal 1999 al 2019, un crollo del valore di più del 40%.

Chi in vista del nuovo millennio ha nascosto i propri risparmi sotto il materasso a causa dei dubbi sul futuro, dopo 20 anni si è trovato con la stessa quantità di soldi, effettivamente, ma con la possibilità di acquistare un quarto dei prodotti sul mercato. Seppur il valore nominale è rimasto invariato, dunque, è quello espresso in termini reali ad aver subìto una scossa non indifferente. 1000 euro messi da parte 20 anni fa oggi varrebbero 588 euro.

Redazione Scomunicando.it

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