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ITALIANI IN ARGENTINA –  A che gioco stanno giocando il ministero dei trasporti e la Farnesina?

Se lo chiede ancora “Jesus” e gli altri Italiani impossibilitati a far rientro i n Italia bloccati in America latina.

Facciamo un riassunto utilizzando le parole di Carlo Collovà, oggi portavoce di quella protesta, civile e corretta, dei nostri connazionali “sequestrati” dal nostro stesso governo in Argentina.
La Farnesina non richiede i contributi della protezione civile europea per andare a prendere i cittadini italiani sparsi per il mondo (la Germania ha fatto 150 voli usando questo fondo l’Italia 1, ma non perché non poteva, semplicemente hanno deciso di non farlo), la Farnesina ed il ministero dei trasporti consentono ad Alitalia di fare dei “voli commerciali”, in piena emergenza covid-19, senza poter intervenire sui pezzi ovviamente.
Alitalia, dal canto suo, essendo autorizzata a fare dei voli commerciali, effettua voli che, all’andata, dovendo necessariamente partire vuoti vengono usati come cargo, raccolgono merci da tutta Italia e le mandano a Buenos Aires in regime di quasi monopolio, al ritorno caricano pochi passeggeri, viste le restrizioni imposte dal ministero della salute, facendo loro pagare l’intero costo del volo (i primi 2 voli
andavano dai 1.882€ ai 2.600€ per la business).
E qui “Jesus” amaramente ironizza: “sì hanno fatto pure la business, in un volo che pubblicizzavano sul loro sito come “volo di rimpatrio per emergenza covid-19”.
Dopo di ciò, scopriamo dai giornali che, il ministro dei trasporti sta conducendo con Alitalia una trattativa per il rilancio, con tanto di finanziamenti ed acquisizioni per circa 3 miliardi di euro.
Nel decreto Cura italiana viene tolto, proprio a loro – i “migrantes” che vorrebbero tornare in Italia –  anche il diritto di avere un rimborso per i voli cancellati durante questa emergenza.
“Io sarò probabilmente l’ultimo dei cretini – conclud eil suo post Carlo Collovà, che ci piacerebbe che qualcuno smentisse –  ma due domande su tutta questa situazione me le sono fatte, e se devo dirla tutta mi sono dato pure delle risposte”.

E lo stesso Collovà, ieri, commentando favorevolmente la liberazione di Silvia Romano ha evidenziato: “Sto seguendo i notiziari italiani, sto leggendo i post su Facebook di tanti amici e condivido con loro la gioia nel sapere che Silvia Romano, dopo un anno e mezzo dal suo sequestro, sia stata liberata e torni a casa dalla sua famiglia, sono felice per lei, sono fiero che il mio paese abbia salvato e riportato a casa questa ragazza“.

Ma trova aberrante “i proclami del  ministro degli esteri e del governo. Hanno forse scordato questi signori che, in questo preciso momento, ci sono circa 10.000 cittadini italiani abbandonati a loro stessi in varie parti del mondo, sequestrati dallo stato italiano, esiliati lontano dalle loro case e dalle loro famiglie. […]  Spiegate, ai 60 italiani bloccati in Bolivia o ai 50 in Cile, perché loro sono pochi per fare un volo, mentre per una persona sola il volo si può fare” E conclude: “quello che mi fa schifo è l’esilio forzato imposto a tutti gli altri. Il cavalcare l’onda mediatica di una liberazione, mentre si tengono “sequestrati” migliaia di cittadini lontani dalle loro case”.

Da leggere l’articolo di Federico Formica su “La Repubblica”.
“Il Cura Italia ha previsto che le compagnie di trasporti possano risolvere la questione dei viaggi non effettuati con un buono da spendere entro un anno. Ma il regolamento Ue dice altro”.
da leggere
Redazione Scomunicando.it

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