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JAZZ – Al PalAntonello esplosione in musica: Brass Bang! Fresu oggi e domani è a Catania

 

 

Domenica il cielo di Messina tuonava da neve e le strade del centro erano contornate di grandine e nevischio, condensati dalla temperatura vicina allo zero. Ma dalle 18.00 in poi, al Palacultura Antonello di viale Boccetta i “tuoni” che provenivano dal palcoscenico hanno assunto la forma e la sostanza della grande musica: “Brass Bang!”.

Si tratta di un super gruppo composto da quattro ottoni, la cui denominazione onomatopeica conferma in pieno la vitalità e le qualità dei suoi componenti: Paolo Fresu alla tromba ed al flicorno, Steven Bernstein alla tromba e tromba a coulisse, Gianluca Petrella al trombone e Oren Marshall alla tuba.

Inserito nel cartellone della 92ª stagione concertistica della Filarmonica Laudamo, l’evento, com’era prevedibile, ha fatto il pienone di posti in platea, essendo uno dei concerti più attesi dell’anno. Paolo Fresu, come si sa, è amatissimo dai messinesi che seguono il jazz ed ogni qualvolta il trombettista sardo si esibisce in riva allo Stretto il successo è assicurato. Stavolta, più che di un suo progetto (ne sostiene oltre venticinque, con i quali incide album e incanta le platee nei quattro continenti), sin tratta di un’operazione che proviene da un’idea di Steven Bernstein, trombettista americano di prim’ordine, che vive e lavora a New York, accolta da Vittorio “Vic” Albani, giornalista, manager dello stesso Paolo Fresu, che ha fatto convergere questi quattro fiati “esplosivi” in una band appassionante, tutta da seguire e da apprezzare.

Assieme ai due famosi trombettisti, gli altri artisti che completano il gruppo godono anch’essi di indiscussa fama: Gianluca Petrella è un giovane trombonista che si sta affermando sempre più su scala internazionale (è stato già premiato in questo senso ben due volte dalla prestigiosa rivista americana Down Beat), come talentuoso protagonista nei Tribe di Enrico Rava ed egli stesso leader della Cosmic Band e dell’Indigo Quartet; Oren Marshall, autentico fuoriclasse della tuba, è, a sua volta, tra i primissimi musicisti al mondo alle prese con questo strumento e per questo vanta collaborazioni con artisti d’eccellenza, tra cui Bobby Mc Ferrin.

Ai quattro, neanche a dirlo, quantunque non suonassero insieme da un po’ di tempo, è bastata meno di un’ora di prove per saggiare il repertorio componendo una scaletta che ha attraversato vari generi: dal jazz, come asse portante, con le sue tante sfaccettature, alla word music, prestandosi molto, gli strumenti, a produrre suggestioni gitane, al classico, a sottili riferimenti pop e tanto altro ancora. Il tutto, ovviamente, accompagnato da straordinarie improvvisazioni e da adattamenti ritmici che talvolta esprimevano brio ed ironia, divertendo la platea.

Ciascuno, svolgendo il proprio compito in piena “parità”, secondo il principio che contraddistingue questa originale band, ha contribuito ad un prodotto unico, condiviso, come risultante di un energico divenire di note, fraseggi ed accompagnamenti reciproci, che scaturiva dal lavoro, in sintonia, di quei quattro talentuosi “polmoni” musicali.

“Zero”, brano composto dal grande Lester Bowie per i mitici Art Ensemble of Chicago, è uno dei “piatti forti” del loro repertorio, con il quale la Brass Bang! ha aperto il concerto.

Eccezionale, avvolgente, è l’interpretazione di questo primo brano, che dà subito il senso della struttura corale del gruppo.

Nei brani che seguono si avvicendano giochi musicali di jazz e blues, assolo dirompenti dei trombettisti, duetti tra Petrella e Marshall con quest’ultimo che pesca bassi incredibili ai quali neppure i più navigati “jazzofili” in platea erano abituati.

A metà concerto un nuovo, grande tuffo nella storia: “Rockin’in Rhythm”, capolavoro di Duke Ellington, che il quartetto riadatta, stavolta sotto l’evidente maestria di Fresu e Bernstein. Quest’ultimo, avvicendandosi con il trombettista sardo, adagiandosi sulla sezione ritmica e sul motivo di fondo che i due fiati bassi reggono alla grande, “innesta” più volte nel brano il tema principale di “Amarcord”, omaggio a Nino Rota e Federico Fellini,  variazione graditissima dal pubblico.

Senza stacco, seguirà il brano che, più di tutti, attraverso un altro tuffo nel passato – stavolta nel rock anni 60 – ha toccato le corde emotive degli appassionati: “As Tears Go By”, dei Rolling Stones. La fusione melodica dei quattro strumenti dal timbro differente, su un motivo semplice e noto a buona parte della platea, ha regalato grandi emozioni.

“Fuga”, brano di Paolo Fresu, con chiari riferimenti al classico-barocco, ci restituisce il trombettista di Berchidda conosciuto ed apprezzato in altri suoi progetti, in cui utilizza con passione le sue capacità tecniche e d’improvvisazione, anche con ausilio di effetti, per ripercorrere l’opera degli autori tra il ‘600 e il ‘700.

“Non Potho Reposare” splendida ballata della tradizione sarda, canzone d’amore interpretata da tanti artisti, che Fresu ha inserito nel suo progetto “Brotherhood” con Jan Lundgren e Lars Danielsson, e incluso nella raccolta dedicata alla serie di concerti “Cinquan’anni Suonati”, ha chiuso il concerto in un’atmosfera indescrivibile, come meglio il quartetto non avrebbe potuto fare.

Il rientro, da dietro le quinte, è scoppiettante: i quattro simpatici ed estrosi musicisti si piazzano sul margine anteriore del palco e con una coinvolgente presenza scenica intonano “Guarda Che Luna”, indimenticabile successo di Fred Buscaglione.

Anche questa interpretazione è entrata, giustamente, nella superlativa antologia musicale che Paolo Fresu ha realizzato sul tour/evento in Sardegna per il compimento dei suoi 50 anni.

Allora, precisamente il 20 luglio del 2011, a Trinità d’Agultu, si esibì proprio la Brass Bang! nell’identica formazione di domenica scorsa al PalAntonello.

Archiviata quest’altra tappa messinese, la fittissima agenda di Paolo Fresu, dopo una breve parentesi romana, registra immediatamente un altro suo gradito rientro in Sicilia:

Oggi (Mercoledì) e Giovedì, rispettivamente 12 e 13 Dicembre, il trombettista sardo si esibirà al Brass Jazz Club “La Cartiera” di Catania, in duo con Daniele di Bonaventura.

 

 

 

 

 

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