Attualita

KARIM DAOUDI – “Ogni paio di scarpe che disegno rappresenta un carattere e racconta chi sono”

Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano

Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone un focus su Karim Daoudi. Il designer di scarpe ha spiegato alla nostra collaboratrice che <<La mia autenticità a livello di inclinazione spontanea e gusto per il bello e l’esigenza di fatturare che impone l’imprenditorialità sono due macchine che viaggiano in una stessa corsia, si influenzano inevitabilmente a vicenda>>. A seguire, l’intera intervista…

Buongiorno e piacere! Lei è un noto e talentuoso shoes designer che – come è stato spesso sottolineato – è cresciuto in fabbrica e ha seguito un corso da tecnico modellista calzaturiero al fine di ampliare le sue competenze. Vorrei dunque chiederle subito da quale cosiddetto motore interiore è nata la sua passione proprio per le scarpe, l’arte e l’artigianato più in generale tanto decidere di fondare un suo brand [clicca qui https://www.karimdaoudi.com/] e, da piccolo, a cosa immaginava di dedicarsi una volta divenuto adulto… insomma, che bimbo è stato. “Ciao Giulia! Lo stile lo devo ai miei genitori, ricordo infatti che quando mia mamma mi vestiva per andare all’asilo era molto attenta agli abbinamenti. Anche se avevamo pochi abiti, ogni volta li combinava in maniera differente così che sembrassero sempre completi diversi. Da loro, dai miei genitori appunto, ho ereditato la ricerca per il particolare nonché la capacità d’abbinamento e la cura del dettaglio. Ho scelto di dedicarmi alle scarpe grazie proprio a mia madre e a mio padre, Aicha e Mohamed, che non posso non ringraziare. Un amico di famiglia lavorava nella fabbrica di un noto brand calzaturiero italiano e si portava il lavoro a casa. Giorno dopo giorno, ciò mi incuriosì e presi ad aiutarlo quasi per gioco. In parte è stato il caso che mi ha portato a San Mauro Pascoli, il mio paese italiano d’adozione, noto per le calzature femminili di alta moda. Appena raggiunti i 17 anni d’età, un po’ perché sentivo il “dovere” di aiutare la mia famiglia dal punto di vista delle finanze (ci sono stati periodi in cui ero l’unico a portare il pane a casa) e un po’ per la curiosità che avevo verso le scarpe, cominciai col “taglio-tomaia”… e, taglio dopo taglio, me ne innamorai. Iniziai dunque a chiedere, a mettere il naso ovunque (al di là del mio settore) in quanto volevo sapere tutto sul mondo che si nasconde dietro a una calzatura – finché non potei più frenare questa passione e decisi di iscrivermi a un corso da modellista. La mia quotidianità constava, dal lunedì al venerdì, di dieci ore di lavoro in fabbrica e di altre otto ore, nel weekend, a studiare. È stata dura, però ogni sabato che arrivava e che passavo in aula volevo che non finisse mai. Sorrido e, ripensando a tutto, possiamo dire che sono state le scarpe a scegliere me”. 

Formatosi presso il CERCAL – Centro Ricerca e Scuola Internazionale Calzaturiera, nel 2017 lei ha vinto il Concorso Nazionale Professione Moda Giovani Stilisti indetto da CNA Federmoda a Roma e oggi distribuisce i suoi modelli di scarpe e accessori attraverso una serie di boutique in Italia e all’estero. Mi sorge pertanto spontaneo domandarle cosa rappresenta per lei la bellezza, la moda, l’arte tutta e quale ritiene che sia il loro principale pregio e potere. “Per me, la moda è carattere. Ogni paio di scarpe che disegno rappresenta proprio un carattere e racconta chi sono. Sono dell’idea che la moda sia libertà… di esprimermi! La moda è arte, l’arte è libertà d’espressione appunto. La libertà è dunque il grande pregio della moda e dell’arte tutta che ha il potere di poter dare voce a chiunque – dall’artista a chi produce, fino al consumatore ultimo che arriva in un negozio e, nel mio caso, sceglie la scarpa da portarsi a casa e poi indossare. E ciò a prescindere dal colore della pelle”.   

Ho letto di lei che è sempre stato un accanito amante appunto della moda e che non a caso, da bambino, modificava le scarpe che compravano i suoi genitori in quanto voleva renderle diverse e originali. Ebbene parlando quindi di diversità e di originalità, nell’imparare a conoscersi e nel comprendere cosa si vuole fare-essere-avere, la propria specificità in che relazione sta con la socialità e con l’aggregazione, con la vita sociale – e l’ampia e profonda diversità d’approccio all’esistere e nel come vivere rispetto alla maggioranza a cosa le sembra che porti attualmente? “Prendo me quale esempio… io sono nato con il mio gusto e il mio stile, poi è successo che essi sono piaciuti alla persone e hanno trovato parecchi consensi. È nato così il mio marchio e, piano piano, per forza di cose ho iniziato a confrontarmi con il meccanismo aziendale e a fare attenzione alla domanda dei consumatori. Cosa piace alla gente? Questo è un interrogativo che oggi mi pongo ma non lo sento come un limite, bensì quale un’opportunità. Mi ha difatti fatto aprire la mente verso altre culture, sebbene comunque a modo mio. Certo non è facile ciò, tuttavia bisognerebbe mantenere sempre la propria originalità e fare dell’aggregazione e della vita sociale un’opportunità di confronto e di crescita”.

Mi capita di notare che talvolta le relazioni tra le persone dello stesso sesso fanno storcere il naso e va detto anche che in alcuni Paesi del mondo l’omosessualità è un reato. Una frase che viene utilizzata molto spesso è che la detta omosessualità è contro natura (il termine “contro natura” significa letteralmente andare contro le leggi fondamentali della natura) eppure nel mondo animale essa esiste ed è ampiamente presente e consolidata… E poi non di meno si sente parlare, comunque, diffusamente di <<moda fluida>>. Lei è dell’avviso che i capi d’abbigliamento e gli accessori abbiano o non abbiano un genere in base al sesso di nascita ossia pure, quando li progetta e poi li dà alla luce, ha in mente che una medesima scarpa o borsa possa essere indossata e far parte del guardaroba sia delle femmine che dei maschi oppure invece segue certe categorizzazione che vogliono una distinzione tra cose “da femmine” e cose “da maschi”? “Quando creo una collezione, creo arte e l’arte può essere acquistata da tutti. Mi piace quel quadro? Se sì, allora lo compro a prescindere da chi sono. Ecco, è così che penso alle mie scarpe e do vita alle mie calzature. Esse sono un’opera d’arte a disposizione di qualsiasi persona le apprezzi, a prescindere dalla sua <<fluidità>>”.

È stato scritto di lei che <<(…) Le sue ispirazioni nascono dai suoi ricordi legati al suo paese natale, il Marocco, che offre una tavolozza di colori estremamente ricca e variegata. Troverete sempre nelle collezioni di Karim Daoudi lavorazioni vivide e tinte come il rosso, il blu, l’ocra, il verde, il giallo, l’arancione, il rosa che – animati da luci e ombre – impregnano il paesaggio marocchino e declinano all’infinito>>. L’ambiente geografico e sociale (compreso quello familiare!) e l’epoca in cui vive, ma altresì i primi input ricevuti durante l’infanzia, quanto e come sono stati e sono fonte di ispirazione e determinanti per la sua creatività? “L’ambiente geografico e sociale e gli input ricevuti durante l’infanzia sono stati tanto determinanti per me! Da dove vengo e dove sono cresciuto sono elementi che fanno la persona. I colori che ho visto, l’aria che ho respirato, mi hanno formato (così come formano ciascuno di noi…). Adesso parimenti, vivendo da tanti anni in Italia, mi sto modificando e anche maturando. Noi esseri umani siamo come valigie e la valigia, in ogni posto in cui si va, si riempie di souvenir. Sono partito con un bagaglio marocchino perché quello i miei occhi mi hanno regalato ed era ossia quello l’input che avevo ma poi, con la ricerca e con i tanti anni vissuti in Italia e a contatto col Made in Italy, i miei occhi si sono riempiti di altri dettagli e di eleganza… e dell’amore che ci mettono gli artigiani italiani nella realizzazione di quello che creano – ed è proprio questo che me li fa sentire vicini, mi accomuna a loro e rende anche me Made in Italy. Tutto ciò che vivo, che sento, che vedo è un input. Il mio stile è quindi in continuo mutamento, di pari passo con le esperienze e le emozioni della vita”.  

Sul suo profilo IG vi è una frase che recita: “La natura non è un posto da visitare, ma il sentirsi a casa” [clicca qui https://instagram.com/karimdaoudiofficial?igshid=YmMyMTA2M2Y= per visionare la pagina social personale di Karim Daoudi]. L’attenzione e il rispetto per l’ambiente e per il Pianeta che ci ospita in quale rapporto sta con la sua visione dell’accessorio che – la cito nuovamente – prevede che esso racchiuda sempre i concetti di eleganza, raffinatezza e comodità? Detto in altre parole, nella realizzazione delle sue creazione, l’amore che nutre ad esempio per l’acqua e la terra ma anche per l’aria e il fuoco come si esprime e secondo quali modalità confluisce nelle sue collezioni? “Fortunatamente, nel nostro Paese, le normative sono sempre più rigide e attente all’ambiente e questo mi rende felice anche se sono consapevole che si potrebbe fare ancora di meglio. Il mio obiettivo è arrivare ad avere un’azienda eticamente <<eco-friendly>>, ma anche <<human-friendly>>”.

Lei si è guadagnato la stima di non pochi editori di prestigiosi periodici, marchi, stiliste, modelle e donne dello spettacolo quali Vogue, Romy Calzado, Stella Jean, Nyny Ryke, Bianca Balti, Naomi Campbell, Lodovica Comello e di molti altri nomi noti ancora [clicca qui https://instagram.com/karimdaoudi?igshid=YmMyMTA2M2Y= per visionare il profilo IG di Karim Daoudi]… Ed ecco che ho una curiosità cioè quale suppone che sia il suo tratto distintivo e la peculiarità che la fa apprezzare pressoché unanimemente da persone che immagino abbiano personalità parecchio differenti tra loro. Ci sono inoltre alcuni materiali e modelli che si è accorto piacciono particolarmente alle sue clienti e quali invece predilige lei e per quale motivo nello specifico? “Nella mia semplicità, c’é la particolarità. La diversità nel materiale e la ricerca del dettaglio, unico, sono peculiarità delle mie creazioni. È per l’appunto il dettaglio che si fa notare da celebrities di nazionalitá e con personalità differenti. Il riscontro che ho avuto, in questo senso, mi rende orgoglioso e colgo l’occasione per ringraziarle una a una ché è un po’ come avere testimonial sparse per il mondo. Non vi è un materiale che prediligo, dacché cambia da una collezione all’ altra. In base all’ispirazione della collezione, a cosa é entrato di nuovo in quel famoso bagaglio di cui detto sopra che si chiama esperienza/vita, propendo ovvero per un materiale piuttosto che per un altro”. 

Vi è qualcuno che stima particolarmente, con il quale avrebbe piacere di collaborare, e soprattutto per quale sua caratteristica e visione artistica? “Mi piacerebbe collaborare con diversi brand… qui cito Prada e Gucci ma aggiungendo e mischiando il mio stile al loro, perché ogni incontro e unione di stili appunto è un’evoluzione e un prezioso scambio di punti di vista. Stimo Renzo Rosso per il suo percorso, per chi era e per dove è arrivato”. 

Infine, prima di salutarci, vuole anticiparci quali sono i suoi prossimi progetti e magari condividere con noi qualche novità in anteprima? “Ho spostato da poco la mia attività nel Veneto, a Noventa Padovana, e per me ciò rappresenta una crescita. Come dicevo prima, inevitabilmente, questo cambiamento è un’ulteriore fonte di nuovi stimoli e di tanti entusiasmanti progetti che non vedo l’ora di condividere presto con voi”.

Redazione Scomunicando.it

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