Cultura

“LA CUSTODE DEL SILENZIO” – L’incontro a Messina con Antonella Lumini e Paolo Rodari

Il dibattito, incentrato sull’inedita figura dell’eremita di città, è stato organizzatoa Palazzo Zanca dall’associazione Anthurium Rosa, presieduta da Mirella Restuccia. Il dibattito è stato preceduto da una suggestiva e intensa introduzione musicale con strumenti tibetani e canto armonico ad opera di Mirko Sollima e Marco Giannotta. 

  

Antonella Lumini, “eremita” che vive nel centro storico di Firenze, ha scelto il silenzio e l’ascolto come mezzi per il proprio percorso spirituale e aiuto alle persone nel dare senso all’esistenza. Luogo dell’incontro è la pustinia, dal russo “deserto”, ricavata in casa.L’evento ha preso spunto dal libro “La Custode del silenzio”, edito da Einaudi, in cui il giornalista di Repubblica, Paolo Rodari, ha raccontato la sua esperienza con la protagonista. 

Nessuna definizione né qualificazione: l’individuo che nella vita sceglie il silenzio, l’ascolto e la contemplazione non appartiene ad alcuna categoria. E’ un fatto di evoluzione spirituale, di guarigione dell’anima, di percorso di conoscenza verso il soprannaturale. Così, il termine “eremita” altro non è che un semplice mezzo per dare l’idea di questa “missione”, immaginata e vissuta nei luoghi più sperduti della natura, a pregare, meditare, contemplare. Ma qui cambia il luogo: siamo nientemeno che nello splendido centro storico di Firenze, dove una donna semplice, colta, riservata, dal fare pacato, apparentemente fragile ma fortissima nella mente e nell’animo, quasi quarant’anni fa ha scelto di vivere nel silenzio.

Ma non nella solitudine, quando accoglierele persone ha il senso dell’incontro con sé stessi, con gli altri e soprattutto con lo Spirito Santo. Così, non occorre il monastero, l’eremo, l’appartenenza a questa o quella congregazione monastica, basta una benedizione sacerdotale e il percorso è avviato in casa propria. Il fatto ha incuriosito e interessato, non poco, 5 anni fa, Paolo Rodari, giornalista della redazione esteri di Repubblica nonché vaticanista al seguito di Papa Francesco. Rodari incontrò Antonella Lumini ed altri “eremiti di città” e ne fece un reportage sul giornale allora diretto da Ezio Mauro. Esperienza che in lui lasciò il segno, tant’è che approfondì il caso. Da qui, il saggio “La custode del silenzio”, edito da Einaudi nel 2016, in cui Rodari dà voce a questa esperienza straordinaria, vissuta a stretto contatto con Antonella Lumini.

A Messina, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, l’associazione Anthurium rosa, presieduta da Mirella Restuccia, ha organizzato un incontro con Antonella Lumini e Paolo Rodari, proprio per parlare di questaesperienza raccolta nel libro.

Il valore del silenzio e dell’ascolto si è immediatamente trasformato in suggestioni, allorquando Mirko Sollima,musicista e musicoterapeuta, e Marco Giannotta hanno iniziato a far vibrare il gong, le campane tibetane e altri strumenti, accompagnando la performance con uno straordinario canto armonico. Azionate le “corde” dell’anima, attraverso sensazioni che solo la musica può trasmettere, il dibattito ha avuto luogo dinnanzi ad una platea già “connessa” con i relatori e gli argomenti da trattare.

“A volte si sta tanto tempo in silenzio, cercando dentro di sé, poi arriva il momento in cui tutto questo deve essere portato fuori,raccontato. Questo è il senso della presenza qui di Antonella Lumini: andare in giro a raccontare questa esperienza”, ha detto nell’introduzione Mirella Restuccia.“Il nostro percorso terreno è un percorso di guarigione.Adesso è arrivato il momento di portare questa luce, di far conoscere questo percorso nel silenzio, per ritrovarsi, per fare spazio”, ha proseguito la presidente di Anthurium rosa, che ha rivolto parole anche nei confronti di Paolo Rodari: “E’ bello vedere la meraviglia del giornalista che scopre il senso mistico del percorso di Antonella e ne resta affascinato”.

Paolo Rodari: “Casa di Antonella è un luogo in cui lei vive di silenzi, ma è un luogo anche aperto in cui tanti entrano a chiedere aiuto. Scrivendo questo libro anch’io ho chiesto aiuto, sono entrato emi sono confrontato con la realtà del silenzio. Antonella per me è una figura mistica perché ha un rapporto con Dio, o con qualcosa che sta al di fuori del naturale, che sta in alto, in un’altra dimensione.Questo suo misticismo non è qualcosa per pochi privilegiati, per un’élite, a differenza della tradizione cristiana dovela via mistica è perseguita soloda alcuni prescelti che scelgono il silenzio, più capaci di altri di rinunciare alle bellezze della quotidianità per elevarsi fino a Dio. La voce che parla il silenzio è accessibile a tutti. Il punto, casomai, è voler ascoltare questa voce. Così ho scoperto un cristianesimo diverso da quello incontrato in precedenza nella mia vita”.

Antonella Lumini ha raccontato innanzitutto la sua storia,intercalandola in più fasi.“Prima a causa di una malattia, poi di una crisi esistenziale, sentivo di aver toccato il fondo. Ho iniziato questo cammino senza aspettative, non sapevo dove andare.La mia paura era la follia.Da lì cominciò questo mio richiamo alla solitudine e ricerca del silenzio che vivevo inizialmente soprattutto nelle campagne intorno a Firenze, nella natura. Avvertivo l’ordine della creazione, il divino, e contemporaneamente concepivo tutto il caos che mi portavo dentro, sentendo questa dissonanza. Questa forza ordinatrice mi attraversava, mi portava dentro e mi pacificava.

Una forma di osmosi. Quel sentire era una beatitudine. Avvertii finalmente la sensazione di sentirmi viva dentro”. Da qui, l’approccio con la nuova vita e la ricerca dei metodi: “La contemplazione è una via importantissima verso la conoscenza. Noi siamo abituati ad una conoscenza di tipo oggettivo che deriva dalla scienza sperimentale divenuta pervasiva della nostra vita quotidiana.Ciò crea distanza, alienazione, dove il soggetto si pone sempre fuori.La contemplazioneinvece porta dentro. E’una conoscenza per partecipazione”. La persona ha“sensibilità limitata”. Come entrare in questa dimensione. Antonella Lumini ne spiega l’evoluzione: “Naturale è ciò di cui noi abbiamo conoscenza, mentre il soprannaturale è qualcosa che ancora non è venuto alla luce,ma è in divenire e si manifesta incarnandosi dentro di noi. La distanza tra naturale e soprannaturale è destinata ad avvicinarsi sempre più, fino a convergere. Occorre far sìche la propria vitanaturale si riempia sempre più di soprannaturale. L’evoluzione spirituale, la crescita, si misura col mistero”. Il desiderio, la voglia di trasformazione: “Non possiamo riempire certi spazi con cose materiali. La sosta interiore, lo stacco dal meccanismo che ci domina, va a nutrire la fame più autentica. La realtà mistica è un’esperienza che si vive soltanto praticando, guardandosi dentro, facendosi prendere da quella sete e da quella fame che proviamo internamente. Questo è un atto di verità. Un bisogno connaturato alla nostra vita. Non ci saziamo con le cose finite. Si sta proprio in quello scarto che c’è tra il limite e l’infinito. Noi siamo limitati,a contenzione verso l’infinito.Quindi questa tensione va ascoltata”.

La scelta del silenzio: “Il silenzio parla, è fatto di vibrazioni, ha una parola, un linguaggio. Sentivo che c’era la risorsa per questa esperienza”. La libertà, fuori dagli schemi, è una prerogativa di Antonella Lumini:“Il cristianesimo deve essere incarnato in essere, non un dover essere come forzatura della volontà. E’ un’esperienza di un certo tipo d’amore, un ordine divino soprannaturaleche prende campo.Più noi diamo spazio, più ci svuotiamo delle zavorre che portiamo dentro”.Sempre sul cristianesimo, necessaria una riflessione: “Esso rompe tutti i vincoli, poi però diviene autodistruttivo, perché crea strutture oppressive. Ma ha una forza propulsiva cui bisogna attingere. Questa è la forza dello Spirito Santo, che è una potenza creatrice, una dinamica vivente. Amore che genera amore, così la creazione è sempre in atto”. La domanda: “Però noi quanto l’accogliamo?Piuttostofacciamo resistenza.Il silenzio diviene allora il mezzo attraverso cui staccarsi dal meccanismo esterno per vivere questo abbandono, permettendo a queste forze vive di attraversarci. L’evoluzione spirituale è una grande gestazione. La fanno le forze spirituali, le quali però chiedono la nostra disponibilità”.

Tra mille curiosità, Antonella Lumini racconta la pustinia: “E’ un luogo accogliente ma vuoto.Il luogo della mia esperienza. La cosa più importante è l’ascolto delle persone. Quello che faccio con me stessa lo faccio con chi viene a trovarmi.E’come un abbandono, un momento di grande riposo.Non c’è alcuna pretesa, né aspettative, né giudizio. Si porta tutto lì. Tutto ciò che emerge da dentro viene offerto a Dio. E’ l’unico luogo in cui possono trovare scioglimento certi pesi e certe ferite con la forza dello spiritopuro che vuole agire dentro lo spirito oscurante della nostra psiche. Stare lì è una guarigione della malattia dell’anima. Ma questa bisogna prima conoscerla. Si mettono insieme realtà spirituale e psichica”. La pratica, l’incontro: “Faccio l’invocazione allo Spirito Santo in lingua ebraica. Suono la campana tibetana e poi ci mettiamo nel silenzio. La persona quando vuole inizia a parlare. Ciò che viene fuori deve sgorgare dal profondo. Non siamo in due, siamo in tre, con la presenza dello Spirito Santo, in una prospettiva più elevata. Ci si affida a uno sguardo superiore. Poi, se vuole, la persona apre il Vangelo e legge un brano. Dopodiché si trova connessione con ciò che si legge e si espone. Non si guarda il tempo. Occorre affidarsi e lasciarsi andare. E’ come un parto dell’anima”.Le considerazioni conclusive: “Viviamo la vita terrena con l’idolatria del corpo e non si dà importanza a questi altri piani. La vita necessita anche di beatitudine. Occorre vivere nella grazia e nella leggerezza. Nella pacificazione spirituale. Questo mi ha dato anche la prospettiva di una visione di Dio che non giudica e non fa terrorismo”. Un passaggionell’attualità: “Oggi vediamo tutto negativo, ma considero questo periodo come un grande passaggio spirituale. Vedo la via dello spirito come una scelta di campo. Andare a radicarsi in ciò che ha valoresignifica avere fedeltà in noi stessi”.

Dalla platea arrivano applausi, ma anche domande e riflessioni.

Alla prima pagina del libro in cui Paolo Rodari racconta la vita di Antonella Lumini, spicca la prima domanda da porsi: “Cosa mi dirà il silenzio?”

 

Corrado Speziale

 

Fotogallery dell’incontro:

 

Redazione Scomunicando.it

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