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La “Danza Multietnica” di Antonio Calogero tra gli States e la “sua” Messina

di Corrado Speziale

Si è conclusa con risultati più che soddisfacenti l’ultima tournée estiva del chitarrista messinese Antonio Calogero, artista eclettico, dalle sonorità acustiche raffinate, interprete e compositore di brani di varia natura espressiva che spazia dal folk, al jazz, alla classica, tutte frutto di influenze etniche, in altre parole, quella che recentemente è stata ribattezzata “world music”, in questo caso d’ispirazione mediterranea, della quale traspare in tutta la sua essenza la sensibilità poetica dell’artista.

Antonio Calogero, originario di Messina, diplomatosi in chitarra classica al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, si è dedicato sin da giovanissimo alla composizione ed agli approfondimenti delle varie tecniche chitarristiche sviluppando uno stile proveniente dalle diverse matrici culturali che incontra nel suo cammino sempre caratterizzato da una virtuosa ricerca artistica.
La svolta della sua vita avviene nel 1995, anno in cui intraprende la sua avventura negli Stati Uniti, trasferendosi a San Francisco, dove inizia un percorso artistico a dir poco d’eccellenza.
Studia, partecipa ad eventi musicali, ed affina il suo già importante bagaglio con musicisti di fama mondiale, come il chitarrista Ralph Towner, il polistrumentista di fiati Paul McCandless, entrambi “anime” dei leggendari “Oregon”, il bassista Michael Manring ed il percussionista Brian Rice.
Altri chitarristi di fama con i quali ha condiviso importanti esperienze artistiche sono stati Gerardo Nuñez, Paolo Bellinati, Alex De Grassi ed il brasiliano Marco Pereira.
Lunghissima la schiera di eventi musicali nei quali si è esibito oltreoceano, tra cui l’International Jazz Festival di Montreal (tra i più quotati al mondo), lo Chautaqua Summer Festival (evocativo del capolavoro acustico di Pat Metheny, del quale ne condivide il genere in alcune sue prime composizioni), e poi esibizioni alle Hawaii ed in molte altre località degli States. Ma tanta America non ha tolto a Calogero la possibilità di esprimersi anche in Europa, essendosi esibito in varie rassegne, dalla Finlandia in giù.
Da evidenziare, a metà degli anni ’80, allora giovanissimo, un suo concerto al “Messina Jazz  Meeting”, prestigiosa rassegna internazionale che si teneva nella città dello Stretto, dove, sul palcoscenico dell’ex Gazometro di viale della Libertà, ha trovato posto tra i grandi del Jazz come Chick Corea, Chet Baker, Archie Shepp ed il chitarrista Larry Coryell per citare anche qualche suo “collega”.
La sua produzione discografica si compone di tre album, tutti dal suggestivo titolo riconducibile all’ispirazione culturale del chitarrista: “Caleidoscopio” (1990), “La rosa del deserto” (1996) e l’ultimo, pubblicato proprio quest’anno, “Danza Multietnica”.
Dalla data del suo rientro dal continente americano ha al suo attivo, oltre a quest’ultimo album, ber tre tournée svolte su tutto il territorio nazionale.
Ed è proprio il suo ultimo lavoro ”Danza Multietnica” che l’artista ha proposto nel suo tour estivo svoltosi brillantemente tra Sicilia e Calabria, iniziato lo scorso 10 Agosto a San Marco D’Alunzio , dove è stato accompagnato magistralmente dal clarinettista Gabriele Mirabassi, e proseguito con il suo gruppo “Antonio Calogero Ensemble featuring Paul MCCandless”, in cui, accanto al musicista messinese spicca, ovviamente, la figura del grande sassofonista americano, mentre le sezioni ritmiche della band sono state composte dal tamburellista romano Andrea Piccioni e dal percussionista ravennate Davide Bernaro.
La band ha fatto tappa l’11 Agosto a S. Alessio Siculo per lo Jonica Fest, il 13 dello stesso mese a Salina, il 14 a Castelbuono, dove il gruppo del chitarrista messinese si è esibito dinnanzi ad un migliaio di spettatori nella splendida Piazza Castello, il 16 a Roccella Jonica, in Calabria, per il “Roccella Jazz Festival”, rassegna divenuta ormai di alto livello internazionale, ed il 17 a Noto, dove i virtuosismi di Antonio Calogero e Paul McCandless hanno risuonato dentro la città del barocco, al cospetto di un ispirato pubblico situato in un contesto architettonico unico al mondo.
Prossimi obiettivi, un tour europeo ed il ritorno nella sua seconda patria, gli Stati Uniti, dove conta di produrre la sua prossima incisione. 

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