E oggi quelle parole sono un monito, diventano parole universali… “l’Opposto” della Piramide si compie.
La Piramide parla di Pace.
E la scultura monumentale di Mario Staccioli, simbolo universale, diventa sempre più punto di riferimento, confronto, dove l’uomo può soffermarsi a pensare per riflettere sul senso dell’esistenza
Simbolo, sulla montagna di Motta d’Affermo, che completa il parco artistico a cielo aperto più grande del mondo, che ha avuto la luce nel 1986, che si contrappone con la sua positività alla “lumaca” di Cefalù che sta lì, all’orizzonte; Un simbolo che guarda ai vulcani delle Eolie e che si pone sul 38° paralello unendo Atene, Cordova, San Francisco e Seul in Corea, fronte di una nuova guerra.
Nominando la propria opera, l’artista traduce l’astrazione della misura terrestre in creativa percezione metafisica e suggella l’intrinseco legame dell’opera alla geografia del luogo, in perfetta sintonia con la poetica che contraddistingue sin dagli anni sessanta le proprie creazioni.
L’opera è un tetraedro titanico cavo realizzato in acciaio corten.
Parzialmente sprofondata nel territorio roccioso, presenta una fessura lungo lo spigolo occidentale che rende ancora più preciso il suo collocarsi nella specificità del luogo e nello spazio cosmico.
Al concetto d’immortalità, notoriamente correlato alla piramide faraonica, subentra qui il concetto più responsabile di transitorietà, attraverso il quale l’artista celebra la vita nel suo incessante anelito all’eterno.
Concetto meglio espresso e rafforzato da chi la costruita:
Il “triangolo” – afferma Staccioli – “è l’immagine a tre punte di cui immagino che i vertici siano Arte, Religione e Filosofia. E’ la Sicilia”.
“M’interessava creare un luogo al tempo stesso universale e particolare” – continua l’artista – “dove l’uomo potesse soffermarsi a pensare per riflettere sul senso dell’esistenza: quesito senza risposta, forse, ma tangibile, un luogo laico di riflessione sull’essere e lo stare nel mondo di oggi”.
La Piramide, in acciaio cortex che si ossida con l’aria, cambiando colore mano a mano che passano i giorni, abbraccia alcune delle altre opere che compongono la Fiumara d’arte.
Dall’altro la Finestra sul mare di Tano Festa, una cornice alta 20 metri che dà all’osservatore una visuale diversa dell’orizzonte offerto dal mare.
Un altro momento di riflessione.
Mauro Staccioli nell’Art Hotel Atelier sul mare aveva già firmato una stanza
Nel 1993 tra le stanze d’arte, che rendono l’albergo di Presti famoso in tutto il mondo, era arrivata Trinacria, in cui dominano quelle forme triangolari che sono diventare la firma di Staccioli.
La Piramide è aperta al pubblico una volta l’anno.
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