di Italo Zeus
Posso iniziare subito sottolineando che il quindicesimo film di Özpetek è il migliore della sua carriera e l’incasso strabiliante al botteghino (film italiano più visto nel 2024) ne è la conferma (non succedeva da “Le fate ignoranti”).
Non che questo sia il metro di giudizio di un film, ma per l’Italia, un film non comico che sbanca al botteghino è un evento raro, anche solo perché porta la gente al cinema a vedere qualcosa su cui riflettere, italiano. Vedi l’imprevedibile fenomeno “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, al suo esordio alla regia.
Che poi si esageri con il passaparola è un altro tema.
Il film è girato interamente a Roma ed è ambientato tra il presente e gli anni Settanta.
La pellicola si apre con un “qui e ora”. Roma, una tavolata (uno dei luoghi ricorrenti del regista, che simboleggia la famiglia non tradizionale) con attrici e attori con cui lavora da sempre, con qualche novità (Geppi Cucciari e Mara Venier, ad esempio).
Li convoca per il nuovo film che vuole girare, “Diamanti”. Consegna loro il copione e da qui il film alternerà sedute di lettura del regista e delle attrici protagoniste, che interpretano loro stesse e i vari personaggi. Memorabile la battuta di Geppi Cucciari: “Cosa vuoi fare con questo vaginometro?”
Elena Sofia Ricci, con un collare ortopedico, con rammarico comunica al regista che non può fare il film perché vuole stare accanto a una sua amica malata. L’attrice avrebbe dovuto interpretare la madre di Luisa Ranieri e Jasmine Trinca e la fondatrice della sartoria in cui è ambientata la quasi totalità della storia. Özpetek però deve tagliare il suo personaggio.
Entriamo dunque nel confine del “cinema nel cinema”, che anticipa e a volte corregge la trama.
La sartoria, specializzata nei costumi del cinema e del teatro, pullula ovviamente di donne: la caposarta Nina, che ha un figlio che non esce mai dalla sua stanza; la ricamatrice Eleonora, vedova, alle prese con la nipote Beatrice, rivoluzionaria negli anni di piombo; la tingitrice Carlotta; la modista Paolina, madre single del piccolo Simone, in difficoltà economica; la sarta Nicoletta, che viene brutalmente maltrattata e picchiata dal marito violento Bruno, al punto di essere minacciata di morte; Fausta, una single ironica e sarcastica con altissimo interesse per gli uomini; Giuseppina, una giovane stagista appena arrivata; Silvana, cuoca delle sorelle Canova (le proprietarie), una ex-ballerina, madre di tutti nel senso più intimo della parola, che conforta e incoraggia le donne e i personaggi che si alternano nelle varie scene, diventando così il filo conduttore del sentimento del film.
Bianca Vega, costumista premio Oscar, invade come un’onda d’urto la sartoria commissionando gli abiti per un importante film da girare tra poche settimane. La severità di Alberta e il carattere fortemente esigente di Bianca provocano un uragano di sovraccarico di lavoro e dunque tensioni. Le sarte trovano sempre il modo di reagire alle piccole e grandi sfide con forza e ironia, riuscendo anche a sistemare le proprie vite e a portare a termine il lavoro.
La lavorazione degli abiti procede tra alti e bassi, fino a che non rimane da confezionare solo l’ultimo abito della scena del film. L’abito è il fulcro della sceneggiatura, simbolo della donna che deve camminare dentro un abito (la sua vita) importante e ingombrante, ma con eleganza, stile, leggerezza e il coraggio di esporsi per quello che è, nonostante gli intralci e le pesantezze della vita.
Alida Borghese (Carla Signoris): “La protagonista si sente così, si sente costretta, non è che mi ingrossa!”
Elena (Elena Sofia Ricci): “Conta solo ciò che resta dentro di noi.”
Corale: “Guardaci, siamo come delle formiche noi, sembra che non contiamo niente, ma… ma tutte insieme, tutte insieme…”
I “Diamanti” sono queste donne forti e fragili, scintillanti e chiuse in se stesse, che trovano la libertà di splendere nella sorellanza, nella famiglia sempre e comunque queer, nel senso che la famiglia non è solo quella d’origine ma anche e soprattutto quella che troviamo nei volti amici strada facendo.
Mi fermerei qui con la trama per non inciampare in spoiler rumorosi che negano l’emozione della scoperta.
Özpetek si spoglia apparentemente dei suoi soliti temi (uno su tutti l’omosessualità), che tutti aspettano di vedere ormai da tempo nelle sue pellicole. Il regista evidentemente ama molto il lavoro sartoriale, per la peculiarità dei tratti psicologici come la pazienza e la precisione, l’immaginazione ma anche la concretezza.
Una nuova strada cinematografica? Forse.
Il cast corale è straordinario:
una grandissima e inaspettata Mara Venier (David di Donatello già in mano come non protagonista) nei panni dimessi di Silvana; Milena Mancini in quelli di Nicoletta (stuprata in tutti i sensi dal marito, il sempre grande Vinicio Marchioni); Milena Vukotic nel ruolo della zia Olga. Lunetta Savino, Paola Minaccioni e Geppi Cucciari, con ironia, alleggeriscono una trama spesso violenta nelle emozioni e nelle vite di ogni donna.
Özpetek o si ama, o si odia. Ma voglio tenermi quell’emozione che spero possiate trovare in questo film. Vi consiglio però, andate a vedere da qualche parte “Volver”, così capite cosa voglio dire.
Questa, per me, è la più bella immagine di “Diamanti”.
Italo Zeus
DIAMANTI
Regia: Ferzan Özpetek
INTERPRETI E PERSONAGGI
Luisa Ranieri (Alberta)
Jasmine Trinca (Gabriella)
Sara Bosi (Giuseppina)
Loredana Cannata (Rita, moglie dell’ investitore)
Geppi Cucciari (Fausta)
Anna Ferzetti (Paolina)
Aurora Giovinazzo (Beatrice)
Nicole Grimaudo (Carlotta la tingitrice)
Milena Mancini (Nicoletta)
Paola Minaccioni (Nina)
Elena Sofia Ricci (se stessa)
Lunetta Savino (Eleonora)
Vanessa Scalera (Bianca Vega)
Carla Signoris (Alida Borghese)
Kasia Smutniak (Sofia Volpi)
Mara Venier (Silvana)
Giselda Volodi (Franca Zinzi, costumista di teatro)
Milena Vukotic (Zia Olga)
Stefano Accorsi (Regista premio Oscar)
Luca Barbarossa (Lucio, marito di Gabriella)
Vinicio Marchioni (Bruno, marito di Nicoletta)
Valerio Morigi (Marco, marito di Nina)
Edoardo Purgatori (Ennio, il segretario)
Carmine Recano (Leonardo Cavani, investitore)
Durata: 135 min
Distribuzione: Vision Distribution
Sceneggiatura: Carlotta Corradi, Elisa Casseri, Ferzan Özpetek
Fotografia: Gian Filippo Corticelli
Montaggio: Pietro Morana
Musiche: Giuliano Taviani
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