Una coltre di gente si è riversata a Gioiosa Marea per la rappresentazione pasquale della Via Crucis. Aveva tutti i connotati di una festa patronale, la cui partecipazione è sempre massiccia. Zeus, regista affermato, con la sua opera ha richiamato un pubblico folto e vario.
Si tratta di una manifestazione molto sentita, che incarna tutta la fede degli abitanti di questo piccolo comune, per una notte diventati protagonisti della processione del Venerdì Santo, un ruolo tipicamente teatrale.
I punti di forza dell’intera rappresentazione sono i quadri scenografici, nei quali vengono rappresentati i momenti salienti della Passione di Cristo. Lavanda dei piedi, Orto degli Ulivi, Processo, Crocifissione, senza dimenticare l’imponente scenografia itinerante del corteo della Via Crucis.
Questa diretta da Italo Zeus, non è una Sacra Rappresentazione in senso “classico”, ma è delineata in forma moderna. Non ha la coralità che caratterizza lo spettacolo nella sua genesi originaria pur prevedendo la partecipazione in costume d’epoca di oltre 60 persone.
In essa tuttavia una antica suggestione è presente, sviluppata attingendo a moduli riscontrabili nelle rappresentazioni più classiche della Passione, la quale ha coinvolto interpreti, non professionisti, in costume storico con scenografie che riproducono luoghi del territorio dove si è consumato il sacrificio e la morte di Cristo che inizia con un video di Pier Paolo Pasolini, prosegue con il tradimento di Giuda, l’arresto, il processo al Sinedrio, la condanna da parte di Pilato, con la flagellazione, la salita al Calvario per la Crocefissione.
Gioiosa Marea per poche ore si è trasformata in Gerusalemme ed ha ospitato la scena più struggente della tradizione religiosa cristiana, quella che si è svolta sul Golgota, la quale ha tutta la potenza della storia sacra, con la musica che segna ogni scena caratterizzando ambienti e personaggi, suscitando emozioni ed empatia profonde.
Strepitoso successo di pubblico per la rappresentazione che Zeus dirige e modifica con il proprio estro e con la propria bravura.
Per ovvie ragione si distingue, da chi, in maniera arbitraria si appella regista, senza esserlo, ma Italo lo è e questa è già una garanzia, realizzando, buttando un sasso su modi di vedere la storia e di interpretarla.
Il successo era prevedibile e previsto, ma non ci si aspettava tanta risonanza. Una Via Crucis innovativa e attualizzata; questo ha creato curiosità e molta partecipazione.
Gli attori che vi hanno preso parte ed ognuno hanno “ recitato” sotto una guida infallibile.
Zeus non è alla ricerca della perfezione, ma intende parlare un linguaggio diverso.
Ha stravolto quello che la storia ci insegna ed ha creato una sorta di modernizzazione che vista da occhi diversi, anche da chi non ha gradito, è stato monito di interesse. Pur il grande problema tecnico che ha penalizzato la totale riuscita della rappresentazione, tanti gli spettatori che hanno seguito la rappresentazione sino alla Crocifissione, dove la genialità del regista incide con messaggi forti e sicuramente all’impatto non graditi, un percorso di utile e di autentica riflessione.
Al pubblico credente e ateo, Zeus lancia una considerazione incisiva: La Passione di Cristo attraverso la Passione di ogni “mamma comune” che perde il proprio figlio.
E questo messaggio, forte e non cauto, è il motore di successo prevedibile per chi guarda oltre le tradizionali barricate.
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