Categories: Cronaca Regionale

LAVORO & SILENZI – 20 operai, a Trapani, da giorni su una petroliera. Ma pochi lo sanno.

 

Sembrano figli di un dio minore; sembra che il lavoro che si perde non sia uguale per tutti; sembra che si voglia fare una guerra tra poveri disgraziati; ma sembra chiaro che Fiat pesa molto di più di un cantiere navale, nel sud del sud. Eppure le storie sono uguali, le dignità calpestate identitiche, il dolore e lo sgomento delle famiglie uguale. Ora si chiede solo un pò di attenzione, un pò di rispetto e che tutti sappiano. Che amministrazioni pubbliche, la prima quella di Trapani, sindacati, stampa, società civile e politici non dicano domani “noi non lo sapevano”.

Il silenzio omertoso, il girare lo sguardo, il non voler sentire spesso, anzi sempre, vuol dire complicità.

Pubblichiamo quanto ha scritto sul caso dei marittimi di Trapani il responsabile regionale per la Sicilia del dipartimento politiche territoriali per l’educazione alla legalità di Italia dei Valori, avv. Giuseppe Gandolfo, che ha ritenuto doveroso intervenire al fine di tutelare i lavoratori della società  “Cantiere Navale Trapani”.

Ad oggi stranamente rimangono disattese le proposte serie formulate dai 2/3 dei lavoratori della predetta società.

I dipendenti, come noto, sono stati posti in cassa integrazione guadagni ordinaria (C.I.G.O.), in data 9 novembre 2010, per 6 mesi (13 + 13 settimane).

Recentemente è stato proposto ai lavoratori d’aderire al piano industriale dell’azienda che prevede la c.d. mobilità.

La mobilità presuppone il licenziamento dei lavoratori; è infatti un intervento a sostegno di particolari categorie di lavoratori licenziati da aziende in difficoltà che garantisce al lavoratore un indennità sostitutiva della retribuzione e ne favorisce il reinserimento nel mondo del lavoro (sono previsti sgravi contributivi per le aziende che assumono tale categoria di lavoratori).

In occasione di una delle ultime riunioni tenutesi in Prefettura, il Prefetto Marilisa Magno ha invitato la signora Tiziana Ciotta, rappresentante dei lavoratori aderenti al sindacato “FAILMS” (Federazione autonoma italiana lavoratori metalmeccanici e servizi), di formulare delle proposte alternative.

La sindacalista ha formulato ben due proposte, altrettanto serie:

a)     la proroga della cassa integrazione o

b)    la stipula di un contratto di solidarietà.

Il contratto di solidarietà è un accordo, stipulato tra l’azienda e le rappresentanze sindacali, aventi ad oggetto la diminuzione dell’orario di lavoro al fine mantenere l’occupazione in caso di crisi aziendale e quindi evitare la riduzione del personale (contratti di solidarietà difensivi, art.1 della legge 863/1984).

La norma generale prevede, per le ore di riduzione di orario, un’integrazione pari al 60% della retribuzione persa.

I contratti di solidarietà possono essere stipulati per un massimo di 24 mesi.

L’amministratore della società Cantiere Navale Trapani, Giuseppe D’Angelo, ha rigettato entrambe le proposte ed i predetti lavoratori in segno di protesta hanno occupato la petroliera “Marittimo Mednav”.

Tale petroliera, della lunghezza di ben 136 metri, della larghezza di 26 metri e con una portata di ben 18 mila tonnellate, è stata costruita (ben 5 anni di lavoro) proprio dai lavoratori della società “Cantiere Navale Trapani”.

Tale società ha ricevuto l’incarico dalla “Satin” s.p.a., anch’essa amministrata dal D’Angelo (la commessa venne conferita alla Satin dalla società Augusta due – www.augustadue.it – del signor Raffaele Brullo (uno dei maggiori armatori italiani);

costo previsto: 44 milioni di euro.

La petroliera (la più grande costruita nei cantieri siciliani), gioiello di ingegneria navale, venne varata il 20 giugno 2009; presenti ovviamente le autorità.

La società non badò a spese; al fine di collocare in acqua la petroliera venne conferito l’incarico ad una società specializzata olandese (costo: 1 milione di euro).

L’amministratore D’Angelo dichiarò in quella circostanza che nel giro di 3 mesi la petroliera sarebbe stata completata.

La “Marittimo M.” è stata realizzata grazie ad un leasing stipulato con l’Unicredit leasing, Unicredit Corporate banking, Banca Nuova, Intesa San Paolo e Montepaschi Siena.

E’ già previsto l’utilizzo di tale petroliera (una “ice class” dotata di particolari rinforzi che la rendono adatta a navigare anche nei ghiacciai) da parte del gruppo ENI per i trasporti di carburante.

Non si comprendono i motivi per cui le serie proposte elaborate dai lavoratori non vengano prese in considerazione dal D’Angelo.

Tra l’altro la Regione Sicilia ha in programma i lavori di ristrutturazione del bacino galleggiante di 52 mila tonnellate di Trapani; il costo previsto è di 9,5 milioni di euro; il relativo progetto è stato consegnato, tecnicamente approvato, dal Genio civile di Palermo; la relativa gara d’appalto è in programma tra qualche settimana (gennaio 2012).

Vieppiù, la società “Cantiere Navale Trapani” potrebbe riprendere i contatti con i vecchi clienti (Ustica lines etc..) stranamente dirottati altrove in questi ultimi anni.

Ed ancora, la società “Satin” del D’Angelo pare che abbia vinto una commessa della Marina Militare per ben 7 milioni di euro.

La Cantiere Navale Trapani (amministrata dal D’Angelo) pare essere creditrice della Satin (amministrata anch’essa dal D’Angelo) di ben 3,3 milioni di euro.

Ed allora ?

Ed allora i lavoratori vanno tutelati poiché non ci sono i presupposti per il loro licenziamento.

Il Dipartimento ha acceso i riflettori sulla predetta vicenda…..   

L’addetto stampa del Dipartimento regionale politiche territoriali per l’educazione alla legalità di Italia dei Valori

Per approfondimenti e/o delucidazioni: 347.0709326 – 0923.711979

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