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LE BUONE PRATICHE – A Brolo, l’ultima esondazione della saia del torrente Pozzo si poteva evitare

Le buone pratiche servono sia per gestire il territorio che per ridurre il rischio idrogeologico. Dopo l’ultimo allagamento è bene ancora ragionarci sopra.

Pensavamo che non avremmo più scritto del torrente Pozzo.

Infatti quell’area, quello sfogo, rientra in un ampio progetto che il comune brolese deve attuare, penato proprio per evitare che accadano allagamenti in una delle zone del paese storicamente a rischio.

Ma la pioggia di domenica, per altro segnalata e avvertita con grande preavviso, anche se certamente fuori stagione, ha fatto danno anche a Brolo.

Le foto parlano chiaro, cantine e abitazione allagate, prima dall’acqua e poi dalla fogna. Danni importanti ma soprattutto lo sconforto di chi ormai vive nel terrore già quando vede il cielo riempiersi da nubi che portano la pioggia.

Si contano i danni

Dopo l’esondazione del torrente Pozzo, in un quartiere non nuovo a quest’esperienza, si contano i danni e si cerca di riportare la situazione alla normalità, ripulendo spazi, giardini, mettendo a posto le caditoie, ma soprattutto ripulendo gli scoli, quelli che dovevano essere stati già puliti.La denuncia dei cittadini\residenti è impietosa: “quella saia non era pulita e lo avevano già segnalato”.Del resto loro rivendicato il fatto che gli interventi a tutela delle esondazioni devono essere costanti, periodici, come quasi quello dello svuotare i cassonetti.
E non si può certamente nascondersi dietro l’alibi della violenza e della tanta acqua caduta domenica, meno male per pochissimo tempo. Ormai a questi acquazzoni “tropicali” ci siamo abituati, sono quasi la regola.
E il giorno dopo, la conta dei danni è stata impietosa.
“Siano stati soli per troppo tempo”, dicono i residenti,  che aggiungono “poteva essere anche peggio se alcuni abitanti del quartiere con stivaloni e pale non avessero cercato di liberare tempestivamente alcuni tombini”.
Mai danni non solo solo quelli materiali
Ora è tempo di pianificare, in attese delle grandi opere, quegli interventi strutturali –  pulitura degli alvei, difese per la “messa in sicurezza” del territorio – per prevenire ovviamente.
Pianificare interventi puntuali,  alla fine sono quelli che  riducono anche i costi.
Ci auguriamo di dover scrivere più su questi casi.
Ci auguriamo che qualcuno provveda a ripagare i danni.
Ci auguriamo che ci sia spazio per una politica attenta sul territorio, su questo tema,  perchè è l’unico modo per coniugare sicurezza e qualità della vita.
Redazione Scomunicando.it

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