Tanta emozione per l’ennesima presentazione del libro “Le Vene Violate”, la ventesima. Ci troviamo a Corleone, nel “Laboratorio della legalità” in Cortile Colletti, un bene confiscato a Bernardo Provenzano. Il pubblico è numeroso, con la presenza di molti ragazzi, la sala è piena mezz’ora prima che arrivino i relatori. E’ necessario che proprio i giovani conoscano la triste storia di Attilio Manca, l’urologo siciliano, per l’esattezza di Barcellona Pozzo di Gotto.
Abilissimo medico, uno dei pochi in Italia in quegli anni specializzato in interventi in laparascopia per i tumori alla prostata. Alla presenza della famiglia Manca, Angela e Gianluca, rispettivamente madre e fratello di Attilio, sono intervenuti l’autore del libro, Luciano Armeli Iapichino, Lea Savona, sindaco di Corleone, Stefano De Barba, Presidente dell’sss. “Attilio Manca”, l’attore Vincenzo Crivello che interpreta alcuni passi tratti dal libro, Giuseppe Crapisi, del direttivo “Laboratorio della Legalità” e Calogero Parisi, presidente del “Laboratorio della Legalità”. Ad un certo punto i relatori decidono di mostrare un video al pubblico: sono immagini della breve vita di Attilio.
Gianluca Manca per la prima volta ha accettato di fare da moderatore, e nonostante la palese commozione riesce a farlo fino alla fine.
Ci rende anche partecipi di un episodio nel quale era convinta, per fortuna erroneamente, che uno dei morti era proprio suo padre. Racconta quanto è stato difficile diventare sindaco, perchè gli altri candidati erano dei colossi. Ma con determinazione e forza è riuscita a vincere conquistando la fiducia dei corleonesi e nonostante i non pochi problemi, tant’è che il padre, pochi giorni prima della sua elezione le ha detto “Io non ho più una figlia”. Il sindaco ricorda pure l’anniversario dell’uccisione di Don Padre Puglisi, assassinato dalla mafia 19 anni fa, e saluta il pubblico dicendo “un giorno la mafia non esisterà più, ed io ci credo”.
Prendono la parola Calogero Parisi e Giuseppe Crapisi, rispettivamente Presidente e Direttivo del “Laboratorio della Legalità”. Uno dopo l’altro raccontano di quanto per loro sia stato importante organizzare questa presentazione, nonostante ne abbiano preparate tante altre. Giuseppe Crapisi esordisce dicendo “Corleone è divisa in due: c’è quella di Riina, Provenzano e Bagarella…ma anche quella di Rizzotto e Verro”.
Successivamente Vincenzo Crivello, con un’emozionante interpretazione, legge un paragrafo del libro, al quale fa seguito un applauso. È la volta di Angela Manca, madre coraggio che si rivolge subito a Bernardo Provenzano, facendogli un appello “Pentiti…anche tu sei un padre, mi hai levato un figlio, io che come te ne avevo due, dammi consolazione, restituisci dignità a mio figlio”.
Poi ci ricorda che il 15 Ottobre ci sarà un udienza al Tribunale di Viterbo, procura che vuole archiviare il caso di Attilio già da molto tempo. Lei ricorda il figlio in maniera molto dolce, era semplice e pieno di vita. Il suo intervento prosegue raccontando del duro lavoro dell’Avv. Repici, legale della famiglia che si sta battendo tanto per questo caso. Nonostante le sue continue richieste su tabulati, referti e tanto altro, la procura di Viterbo non risponde, con un silenzio assordante.
Dopo un lungo applauso Angela Manca saluta e ringrazia tutti con emozione.
Stefano De Barba, di Belluno, Presidente dell’Associazione di “Attilio Manca” e anche amico della famiglia, ci ricorda quanto è triste che le venga negata la giustizia e la verità che meritano.
Luciano Armeli Iapichino si presenta dicendo che non è un mafiologo, ma un docente con la passione della scrittura, e racconta del parallelismo tra Corleone e Barcellona Pozzo di Gotto, dove è stata fornita una latitanza d’oro a Bernardo Provenzano e Nitto Santapaola. La storia di Attilio Manca non lascia spazio alla fantasia, è chiara e nitida. Continua a parlare del suo libro, ma si sofferma ricordando anche Nino e Ida D’Agostino anche loro uccisi, aggiungendoli alla lunga lista.
La presentazione volge al termine, e Gianluca Manca ringrazia il Sindaco di Corleone, gli organizzatori e i relatori, per aver sostenuto la riuscita di questo evento. Anche lui fa un appello a Provenzano, dicendo “sono sicuro che non hai voluto in prima persona la morte di Attilio, ma tu sai chi è stato” parla degli ultimi momenti della breve vita di Attilio, spiegando in maniera tecnica il modo in cui è stato ucciso e ritrovato, dal primo referto medico, alle percosse, alla pozza di sangue in cui è stato trovato, dicendo che è inusuale per una persona morta di overdose avere punture meticolosamente ripulite, richiuse e posate con cura, che l’avrebbero poi portato alla morte.
Chiude Vincenzo Crivello leggendo un’ultima lettura.
Monica Capodici
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