Categories: Cronaca Regionale

LIBERTE’ – Apologia di terrorismo, arrestato Dieudonné … un comico

 

La procura di Parigi aveva aperto un’indagine perché l’uomo aveva espresso solidarietà nei confronti di uno degli attentatori jihadisti pubblicando su Facebook un post in cui ha affermato: “Per quanto mi riguarda, mi sento Charlie Coulibaly“

Ovviamente lui è un personaggio scomodo e controverso. Ma è un comico francese.

Si chiama Dieudonné, ora è in stato di fermo.

Lo riferisce la rete all news iTelé.

La procura di Parigi aveva aperto un’indagine perché l’uomo aveva espresso solidarietà nei confronti di uno degli attentatori jihadisti pubblicando su Facebook un post in cui ha affermato: “Per quanto mi riguarda, mi sento Charlie Coulibaly“.

Nel post, poi cancellato, Dieudonné accostava il nome del settimanale a quello di Amedy Coulibaly, l’uomo che ha assalto il market kosher uccidendo quattro persone.

Nei giorni scorsi il primo ministro, Manuel Valls, già ministro dell’Interno aveva vietato gli spettacoli dell’artista considerato antisemita.

Un Tribunale amministrativo aveva poi dato il via libera allo spettacolo, ma quello che può essere considerato il Consiglio di Stato aveva confermato il divieto di esibizione.

Il comico franco-camerunense noto per la “quenelle”(polpetta in francese), una rivisitazione provocatoria del saluto romano, e per le sue pesantissime battute antisemite che sconfinano nell’insulto, dopo lo stop aveva dato mandato al suo avvocato di fare ricorso contro la decisione dei prefetti di alcune città di vietare i suoi spettacoli per “questioni di ordine pubblico” perché avrebbe leso il diritto di espressione e la sua reputazione.

Il governo francese aveva più volte tentato di impedire i suoi spettacoli denunciandoli alla magistratura poiché rei, a suo avviso, “di istigare l’odio razziale”, ma i giudici avevano inflitto al comico amico dei negazionisti dell’Olocausto e del leader del Front National, Jean Maire Le Pen, “solo” multe da migliaia di euro.

Che peraltro Dieudonnè non ha ancora pagato, avendo mandato tutti i soldi in Camerun.

Dopo vari tentativi falliti Valls supportato da altri colleghi dell’esecutivo e da molti prefetti e sindaci, ha trovato l’escamotage di chiedere il divieto di “Le Mur” perché “pericoloso per l’ordine pubblico”. 

In Francia sono state aperte già una cinquantina di procedure giudiziarie per apologia di terrorismo, dopo gli attentati della settimana scorsa.

fronte: Il Fatto Quotidiano

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