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LIBRI – “BAGHERIA” DI DACIA MARAINI

Il film dal titolo evocativo”Bagheria”; ma anche la recente giornata contro la violenza sulle donne, sono ottimi motivi per rileggere il libro della Maraini.

Abbiamo tratto da “Come Perseidi”, il libro – edito da Armenio Editori di Brolo – di Linda Lottia Sindoni, scrittrice orlandina, le sue riflessioni che inducono a leggere e riflette su questo testo che parla anche della riconciliazione di Dacia con la Sicilia  e che è un atto d’amore e, come tutti gli atti d’amore che siano veri e autentici, comporta anche una buona dose di coraggio nel denunciare, nel criticare, nel rifiutare quanto di marcio c’è in quel «rovinio di vestiti di broccato, di quei ritratti stagnanti, di quelle stanze che puzzavano di rancido, di quelle carte sbiadite».

L’atipica recensione è stata scritta due anni fa.

Un dato importante anche per la sua contestualizzazione.

La Redazione.

“BAGHERIA” DI DACIA MARAINI

Se ogni luogo è un mondo a sè, la Sicilia lo è di più. In ogni suo aspetto è eccessiva, sdegnosamente barocca.

Il gusto dei dolci, il profumo dei gelsomini, la sottomissione al volere del dominatore di turno.

Tutto è portato alle estreme conseguenze da una cultura della forza che piega, senza mai spezzare.

Un coacervo di tradizioni e mentalità tanto mischiate da confondere la linea che le delimita.

Non esiste un punto fisso che segna il termine dell’una e l’inizio dell’altra.

Spinti da una volontà di rinnovamento, i Siciliani si perdono in tanta ricchezza e trovare il bandolo da cui tessere un cultura nuova, libera, pura, non soggetta ai mille condizionamenti culturali, comporta un impegno non indifferente, raramente proficuo.

L’autrice, forzando l’atavico rifiuto per le sue origini isolane, dedica un romanzo a Bagheria, città natale materna, attraversata da un’aria stagnante ed opprimente.

La storia della nobile famiglia è narrata con dovizia di particolari tratti da documenti assai antichi, conservati dai suoi avi.

La cura di tale patrimonio secolare, però, non è stata estesa anche alle ville monumentali ed ai giardini, dove ogni specie botanica è testimone dei tanti popoli invasori, per cui adesso edifici pubblici e fabbricati osceni, ne hanno preso il posto.

Amare considerazioni percorrono tutto il racconto, andando a scavare nella coscienza popolare, in una cultura della violenza esercitata ai vari livelli della società e via via fin dentro le mura domestiche, nella famiglia.

Come il governante vessa il cittadino, così il padrone approfitta del colono ed il padre abusa del figlio.

Una carrellata di aberranti immagini di quotidianità, scioccanti quanto vere e nascoste.

Per essere sinceri, non proprio nascoste, perché a tutti è manifesto il disagio inflitto ai più deboli, vittime di un mondo che ha perso la speranza di avere giustizia.

Linda Liotta Sindoni

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