Fotonotizie

LIBRI – Francesco Polacchi racconta gli anni di cuoio

Esce per Altaforte Io non prendo lezioni

da oggi in preordine e in uscita il 15 settembre in libreria e sulle principali piattaforme

Adolescenza ribelle, politica di strada e scelte radicali. È questo il cuore di Io non prendo lezioni, il primo libro di Francesco Polacchi, editore di Altaforte. Un memoir che scava nel vissuto di una generazione di giovani romani che, tra fine anni Novanta e primi Duemila, ha trasformato licei e università in terreni di scontro ideologico e politico.

Il volume non si presenta come analisi o saggio, ma come racconto diretto di esperienze personali e collettive. Dalle serate al Cutty Sark – il pub simbolo della frangia più intransigente della destra giovanile – alla nascita del Blocco Studentesco, dalle prime vittorie negli organi studenteschi alle piazze contese con gli antifascisti. Polacchi ricostruisce l’autunno caldo del 2008, con gli scontri di Piazza Navona, fino alla stagione successiva, segnata da conflitti sempre più duri e da un entusiasmo che spesso si è infranto contro la violenza politica.

Scrittura cruda, diretta, senza edulcorazioni: Io non prendo lezioni è soprattutto il ritratto di una generazione che ha scelto di pagare sulla propria pelle il prezzo delle proprie idee. Un racconto che mischia immaginario militante e cultura di strada, falange e gang, politica e vita quotidiana. Non una giustificazione, né un atto di autoassoluzione, ma la restituzione di un tempo vissuto intensamente e senza compromessi.

Altaforte presenta il libro come memoria “pirata”, capace di restituire la durezza e la passione della politica giovanile di quegli anni. Un’eredità che, sostiene Polacchi, continua a bruciare ancora oggi, nelle nuove generazioni che scelgono di collocarsi fuori dal pensiero dominante.

Io non prendo lezioni si propone quindi non solo come racconto personale, ma come manifesto di una stagione che ha segnato, tra entusiasmi e cadute, la storia recente della militanza politica giovanile italiana.

per ordinare

l’autore

Mi chiamo Francesco Polacchi, sono nato a Roma il 16 aprile 1986.

Ho trascorso l’infanzia nella zona nord ovest di Roma, diplomandomi al Liceo Scientifico Farnesina.

Giocatore fin da piccolo di pallanuoto, nel 2008 ho fondato la squadra Black Sharks Capitolini con la quale siamo arrivati fino alla Serie B dei campionati ufficiali FIN. Nel 2010 ho realizzato il torneo Roma Waterpolo Challenge.

Appassionato di storia da quando ero bambino, da adolescente ho cominciato ad interessarmi alla politica e sono entrato a far parte nel 2004 dell’associazione di promozione sociale CasaPound. Nel 2006 sono uno dei tre fondatori del Blocco Studentesco. Nello stesso anno sono stato anche candidato nelle liste della Fiamma Tricolore per diventare Consigliere Municipale nell’allora XVIII municipio (oggi XIII).

Dopo un primo percorso accademico in ambito storico, intrapreso con ottimi risultati, ho scelto di seguire la mia vocazione imprenditoriale, dedicandomi con convinzione al mondo dell’editoria e dell’impresa fondando una società di web marketing, un brand d’abbigliamento e una casa editrice.

Nel 2025 ho deciso di pubblicare un libro autobiografico che racconta la nascita, le vittorie, le poche sconfitte subite e più in generale la storia sia del Blocco Studentesco che di CasaPound Italia.

Nel 2014 ho fondato Pivert, un brand di abbigliamento che ha fatto il suo esordio ufficiale sul mercato nel febbraio del 2015. Il progetto nasce dal desiderio di creare un marchio italiano che coniugasse stile, identità culturale e qualità, rivolgendosi a un pubblico dinamico e consapevole.

Il nome Pivert, che in francese significa “picchio”, non è una scelta casuale: il picchio è infatti una figura profondamente radicata nell’immaginario e nella simbologia italica. Animale totemico della penisola, è considerato sacro al Dio Marte e, secondo la leggenda, fu tra i primi protettori di Romolo e Remo, nutrendoli insieme alla più celebre Lupa. Emblema dei Piceni — popolazione dell’Italia centrale il cui nome deriva proprio da Picus — il picchio rappresenta un legame ancestrale con il territorio, la natura e la spiritualità autoctona.

Pivert nasce quindi con l’ambizione di essere più di un semplice marchio d’abbigliamento: è un progetto culturale, che affonda le sue radici nella storia italiana. Il brand si distingue per un’estetica casual, curata nei dettagli e pensata per chi cerca un equilibrio tra identità, autenticità e stile. Le collezioni si ispirano a valori di appartenenza, energia e libertà, rivolgendosi a una generazione capace di riconoscersi nei simboli e nei significati che definiscono l’identità nazionale, senza rinunciare a una visione moderna e uno stile ricercato.

Nel tempo, Pivert ha saputo evolversi, costruendo una comunità (pivert people)  solida e trasversale, rimanendo fedele alla propria essenza e al legame con le radici culturali italiane.

Redazione Scomunicando.it

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