Negli scaffali delle librerie lo troviamo sotto la categoria “Cucina”, ma sarebbe riduttivo etichettarlo come un comune ricettario di gastronomia sebbene condito di tradizioni culinarie messinesi perché è qualcosa di più.
Lucio Falcone, nella premessa esplicativa al testo, ha messo in evidenza la natura del testo: “è anche una raccolta di voci preziose che testimoniano la cultura, gastronomica e umana, di una comunità”. Infatti, attraverso la storia del ‘viaggio’ del pesce norvegese per eccellenza, dal gelo delle Isole Lofoten alle tavole mediterranee della Città dello Stretto, emerge quella messinesità che ha radici profonde nei secoli passati e che è stata irrimediabilmente perduta sotto le macerie del terribile terremoto del 1908.
È presente, nelle pagine del libro, il desiderio di assecondare la volontà di una popolazione che è alla ricerca delle proprie radici culturali e non solo. Il volume è composto da una parte prettamente letteraria dedicata anche alla ‘malanova e allo sciroccu’, in cui sono raccolti testi di vari autori e da una culinaria, in cui sono elencate le ricette classiche del pescestocco.
Leggendo i vari brani si coglie la varietà di sensazioni, ricordi, curiosità che animano i singoli autori nel raccontare di un unico argomento: l’amore per le tradizioni e la storia di una città, porta della Sicilia.
Hanno collaborato con i propri brani: Vanni Ronsisvalle, Sergio Todesco, Andrea Camilleri, E.G. Boner, Bartolo Cattafi, Maria Costa, Mico Della Boccetta, Alexandre Dumas, Cristoforo Fioravante, Giuseppe Longo, Giuseppe Loteta, Nicolò Di Michel, Giusy Parisi, Ercole Patti, W.I.Preitano, Piero Quirino, Angelo Raffa, Luciano Tringali, Tury Vasile e Paola Zagami.
E una domanda nasce spontanea al termine della lettura: “Cosa ci dà un libro? Questo libro in particolare? Qual è il senso dello scrivere e cosa cerca un lettore?”
Un lettore può cercare nozioni o prove documentali oppure, più semplicemente, vuole provare il piacere di stare in compagnia di altre intelligenze, gustare le parole alla stregua di una pietanza. L’armonia dello stile di chi è giornalista, la perspicacia degli storici, la sensibilità di chi ama la gente, la grazia dei poeti.
Obiettivo di chi scrive è consegnare il proprio pensiero, veicolare immagini e sapere con eleganza e un pizzico d’ironia come un cuoco che prepara le sue prelibatezze.
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