Interessante il dialogo con l’autore che ha ironizzato con il folto pubblico in sala rispondendo a tutte le nostre domande. Gli Italiani?
Sono affetti da una mancanza di senso dello stato.
Il nostro, ha aggiunto, è un paese che sta in piedi perchè non sa dove cadere.
Il titolo del prossimo libro?
La ciabatta piatta… !!!
Mussolini non è morto nell’aprile del 1945.
Il corpo esposto in piazzale Loreto non era il suo.
Grazie a una fuga rocambolesca con scambio di persona, è riuscito a rifugiarsi in Svizzera sotto mentite spoglie.
Lì ha ricominciato una seconda vita trovando lavoro come giornalista (la sua prima passione) per un piccolo quotidiano ticinese. Dopo i primi pungenti articoli, il direttore lo manderà inviato in Italia per una serie di reportage, che racconteranno il nostro paese dalla ricostruzione al ’68, dal rapimento di Moro all’ascesa di Berlusconi, fino alle vicende del governo Letta e della condanna del Cavaliere.
Con questo stratagemma narrativo, Roberto Gervaso compone una storia irriverente del nostro Paese, dal trattato di Versailles ai giorni nostri, e ci accompagna in una cavalcata lungo il secolo che ci ha resi quel che siamo.
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