La coalizione entra in una competizione elettorale che nasce da una profonda crisi che ha coinvolto non solo l’economia ma l’ethos ovvero la teoria del vivere della comunità brolese, una comunità composta da brave persone, da persone oneste, da gente laboriosa e che quindi si articola su valori come etica, onestà, legalità dignità.
La crisi quindi come la parola stessa crisis dice, impone oggi una decisione.
Se alla parola crisi è dato attribuire paradossalmente qualche merito, io penso che sia quello di sollecitare tra la gente il desiderio di un rinnovamento.
Di chi facendosi spesso strumento “dei poteri forti” a cui deve la propria sopravvivenza politica, continua ad inviare messaggi indiretti, ammantando le imprese di un’aurea da benefattrici …Le Imprese danno lavoro! E’ vero! Ma non fanno beneficenza! La ricchezza che le imprese producono non è solo il risultato degli investimenti o della creatività dell’imprenditore ma è il prodotto del sudore, della fatica dell’efficienza dei suoi dipendenti, dei suoi operai, del lavoro di quelle tante persone che fanno di quella realtà economica: impresa sul territorio.
E chi può garantire meglio i cittadini di un’amministrazione composta principalmente da uomini giusti, che non si facciano parlare nell’orecchio, che non siano essi stessi nelle mani di altri. L’amministrazione di un paese, non deve fare assistenzialismo, non deve fare beneficenza, non deve sostituirsi all’ufficio di collocamento ne fare elemosina attraverso “fondi a sostegno di…”Un’amministrazione giusta deve rimuovere le cause che determinano lo stato di bisogno, deve creare le condizioni di emancipazione in favore di tutti. Se un’area ha una vocazione turistica la salvaguardia di quei fini è necessaria non per ostracismo alle imprese edili, tutt’altro! Ma perché l’economia del paese necessita di altri slanci in cui sia ragionevole ipotizzare altre e nuove possibilità di lavoro. Il modello di amministrazione che ci apprestiamo a proporre osserva il dettato della Carta Costituzionale che muove dalla parola “promuovere” …muovere in favore di, verso…il lavoro, l’ambiente, la cultura, l’educazione alla bellezza, la crescita del paese che trascina con se la crescita di ogni singolo abitante .
Qui non c’è una mandria di buoi, qui ci sono uomini, donne, giovani che pur partecipando ad un progetto non sono parti indistinte di un sistema, che godono della propria autonomia di pensiero e che rispondono esclusivamente ai cittadini. L’azione, sarà improntata dunque al principio della solidarietà che vede l’amministrazione essa stessa parte tra le parti sociali ed al principio del rigore: rigore nell’osservanza della legge, rigore nella rimozione degli elementi di criticità, rigore nel controllo dell’azione di ognuno di noi. Perché vedete, noi ci controlleremo a vicenda e non basterà un accordo politico a farci chiudere gli occhi per vedere soltanto molto tempo dopo la presenza di barriere architettoniche che tuttavia sono sotto i nostri occhi da numerosi anni.
Il programma che sappiamo bene dovrà tener conto della situazione finanziaria del comune è stato redatto con grande realismo, assicurando i servizi essenziali e confezionando proposte importanti, ancorché a costo zero per il Comune.
Noi diamo sostanza alle parole promettendo che mai ci avvantaggeremo personalmente grazie alle poltrone occupate e che ogni cittadino che varcherà la soglia dell casa comunale sarà per l’amministrazione, non l’amico, non il fratello ma solo e soltanto un cittadino come tutti. Dare sostanza alle parole significa anche epurarle da quella dose d’ipocrisia he come qualcuno ha detto è “preludio alla castrazine intellettuale”, quella che molti tentano oggi nei confronti degli elettori, da protagonisti a vario titolo di quella politica che ha determinato “l’oggi” di Brolo e che adesso recitano il ruolo di “attori” sul palcoscenico: Sapete come i greci chiamavano gli attori? Ipocrités…
Linda Marino
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