Anna Ricciardi inserisce la produzione del “teatro dei Due Maria” nella rassegna “il sorriso degli dei”, qui Carmela Buffa Calleo e Aurora Miriam Scala portano in scena le “Donne di Troia” tra Storia e Teatro..
Ad Abakainon e Alesa riecheggiano le voci delle donne di Troia
“…la guerra di Troia..quella che se ci pensate è la prima grande guerra che vi viene raccontata e tutte quelle donne, quelle donne di Troia, si fanno strada nella vostra memoria, si fanno spazio…”
R: “Lo spettacolo ‘Donne di Troia’ è un viaggio emotivo e storico attraverso le voci delle donne troiane, che abbiamo deciso di portare in scena in luoghi intrisi di storia come Abakainon e Alesa. Questi siti, con la loro antica bellezza, offrono un contesto perfetto per evocare la tragedia e la regalità di figure come Ecuba, Cassandra, Andromaca ed Elena.”
D: Come hanno sviluppato Aurora Miriam Scala e Carmela Buffa Calleo il tema della resilienza femminile nella rappresentazione?
R: “Con forza e Passione. La regista e autrice Aurora Miriam Scala ha esplorato la forza e la dignità delle donne di Troia, nonostante la devastazione della guerra. Ecuba, ad esempio, è la figura centrale, una regina madre che attraversa la sofferenza con una fierezza che non viene mai meno. Ogni donna rappresenta una sfumatura diversa del dolore e della resistenza, dalla purezza di Cassandra alla rabbia di Andromaca, fino al fuoco di Elena e sono colpita dalla forza espressiva di Carmela Buffa Calleo capace di interpretare più ruoli…e dalla rielaborazione del mito antico di Miriam”
D: Qual è il ruolo del Parco Archeologico di Tindari e delle istituzioni locali in questo progetto?
R: “Io partirei dal declinare il termine collaborazione. Il Parco Archeologico di Tindari, insieme alla rassegna ‘Il Sorriso degli Dei’, è stato fondamentale nel rendere possibile questo spettacolo. La collaborazione tra il Parco, diretto da Domenico Targia, e il Teatro dei Due Mari ha creato un’opportunità unica per valorizzare questi siti. Inoltre, il sostegno delle istituzioni locali e delle associazioni culturali, come le Proloco di Patti, è stato cruciale per promuovere e organizzare l’evento.”
D: Quali sono gli obiettivi di questa rassegna itinerante per il futuro?
R: “L’obiettivo è continuare a coniugare il teatro con la valorizzazione del patrimonio storico e culturale del territorio. Vogliamo che gli spettatori non solo assistano a uno spettacolo, ma che vivano un’esperienza immersiva, dove la storia e il teatro si incontrano in luoghi che hanno tanto da raccontare. Speriamo di continuare a far rivivere questi luoghi attraverso la bellezza e la potenza dell’arte.”
Questa intervista sintetizza i punti chiave dio un progetto d’ampio respiro che lo rende unico, dando voce ai protagonisti dello spettacolo e sottolineando l’importanza della collaborazione tra teatro e valorizzazione del patrimonio archeologico.
E tornando allo spettacolo Anna Ricciardi conclude:
Carmela Buffa Calleo e Aurora Miriam Scala sono due donne forti, grandi professioniste, chi meglio di loro <avrebbero potuto pensare, scrivere, dirigere interpretare questo lavoro.
Andando in scena:
Carmela Buffa Calleo e Aurora Miriam Scala saranno le voci delle donne di Troia, che nonostante abbiano subìto l’onta della guerra rimangono salde nella loro regalità. Tra loro c’è la millenaria Ecuba che apre la scena ed evoca la sua storia come una vecchia fanciulla troiana in un loop eterno. Racconta tutto da regina fiera e madre inconsolabile, da narratrice e spettatrice allo stesso tempo, per poi cambiare aspetto e forma raccontando le altre donne di questa dolorosa vicenda. La prima ad essere evocata è Cassandra: bianca e pura, portatrice di verità mai credute. L’emarginata che voleva salvare Troia dal suo triste destino è invece costretta a vederla perire rovinosamente. Cosciente della sua triste fine, si abbandona candidamente al suo destino.
Poi c’è Andromaca, nera: una donna forte e decisa, legata al marito Ettore da un filo indissolubile che va ben oltre la morte. Moglie e madre fedele, tutto le è stato strappato: il marito e il figlio Astianatte. Non c’è pietà nel suo racconto contro i nemici, non ci sono lacrime, ma solo rabbia senza fine. Di seguito Elena, rossa e piena di fuoco. Quel fuoco che l’ha portata a fuggire con Paride e che ha condotto Troia alla rovina. Trascinata a casa da Menelao, è l’unica che potrà dirsi salva dalla schiavitù. Ecuba la detesta a tal punto che si strapperà di dosso i suoi panni, non sopportandone il ricordo. La stessa Ecuba finirà, dunque, così come ha iniziato, pronta a raccontare di nuovo la tragedia immane, in un canto di tenerezza ed eterna sofferenza che non avrà mai fine.
Con “Donne di Troia” prosegue il percorso di valorizzazione dei siti afferenti al Parco Archeologico di Tindari, grazie alla rassegna itinerante ideata dalla direttrice artistica Anna Ricciardi e fortemente sostenuta dal direttore del Parco, Domenico Targia. Fondamentale, inoltre, si sta rivelando la collaborazione delle istituzioni locali, dei volontari e delle associazioni di promozione culturale, tra cui le Proloco. Una sinergia che sta dando i frutti sperati, specie sul fronte della valorizzazione e della promozione dei siti ricompresi nell’ambito territoriale del Parco Archeologico di Tindari.
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