Categories: Cronaca Regionale

LUTTI BROLESI – E’ morto uno dei “padri” del sindacalismo sui Nebrodi.

Qualche mese, a Brolo, era stato “festeggiato” nel corso del congresso della Lega Pensionati della CISL.

Lui, Peppino Tresoldi, era ancora una volta presente, non al tavolo, ma tra i partecipanti, sorridente, attorniato da tanti dei suoi “figli”, oggi affermati sindacalisti lavoratori negli ambiti dei caaf e dei patronati, che lui nel tempo aveva intradato, consigliato, e poi trasmesso loro conoscenze ed informazioni, ma sopratutto una grande lezione di vita, quella che per lui era la “missione” di un sindacalista, guardare il cuore delle gente prima del cuore del problema.

E l’applauso che la sala gli aveva riservato durante quel Congresso, del segretario responsabile della lega Paolo Fugazzotto e dei membri di tutta la segreteria, tra questi Fancesco Basile Francesco e Maria Marguccio e dalla stessa Tina Fiorvanti, oggi assessore comunale, e che di fatto ne ha raccolto il testimone, ha sottolineato – un dirgli grazie collettivo – quello che Tresoldi ha rappresentato in oltre sessant’anni di sindacato attivo.

Peppino – infatti – era nel sindacato, la Cisl, dal 1951, ed ha rappresentato sul territorio la Confederazione Sindacale Italiana – nata qualche mese prima – con il suo retroterra politico e confessionale di ispirazione cristiana e cattolica.

Sorrideva sempre, si soffermava a parlare con tutti, lucido, attento osservatore della vita che gli scorreva intorno, era stato un sindacalista di strada più che di ufficio.

Le sue tasche era zeppe di appunti, note, numeri, per ricordarsi quanto e di chi gli aveva chiesto – in farmacia, alla posta, durante una partita di calcio – di avere ragguagli, informazioni, su pratiche e documenti in tempi dove il computer non era stato ancora inventato e bisognava sempre “sbattere” da un ufficio all’altro.

E’ stato uno dei portavoce delle esigenze di questa terra dei nebrodi che cresceva e cambiava i rapporti di lavoro, da braccianti ad operai, da immigrati a impiegati, di fatto si è reso protagonista di un sindacalismo militante, senze eccessi nè grandi scioperi – sfuggendo sempre i riflettori -, ma fatto di grande impegno organizzativo che dava risposte e trovava soluzioni.

Oggi è quell’esempio in grado di riportare alla luce un modello che abbiamo perso.

Per lui, aristocratico nell’animo, signore nei modi, gentile per passione, la battaglia si vinceva sempre partendo dal basso, e per lui  «il basso» era dove si viveva, si lavora, c’era la famiglia ed il bisogno e si cercava il lavoro, anche quando non c’era e bisognava inventarselo, costruirlo, trovarlo.

Bella gente.

Ciao Peppino.

I funerali si sono svolti ieri e la salma è stata traslata nel cimitero di Piraino, il suo paese, anche se “Giuseppe” Tresoldi era un brolese d’adozione.

 

MSM

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