“Non vorrei convincermi anch’io che denunciando i miei estorsori, esponenti del clan Madonia che taglieggiavano la mia palestra, abbia fatto il più grande sbaglio della mia vita”.
Esordisce così Valeria Grasso, coraggiosa imprenditrice palermitana che ha fatto arrestare i suoi aguzzini per poi ritrovarsi senza poter lavorare e costantemente minacciata, nello spiegare alla stampa il perchè del suo gesto. Si trova incatenata di fronte al Viminale insieme all’imprenditore bivonese Ignazio Cutrò.
“Prima lavoravo, avevo tantissimi clienti e gestivo due palestre. Poi ho trovato il coraggio di denunciare le vessazioni che subivo da parte della mafia e in un sol colpo la cosca è stata smantellata; io ho perso tutto. Ho scritto alle più alte cariche dello Stato e sono stata ignorata, come fossi trasparente” racconta la Grasso.
“Per questo oggi sono qui davanti al Ministero dell’Interno in catene. Mi rimane solo la mia dignità – conclude – e per questo non andrò via di qui finchè lo Stato non mi ridarà la mia vita e il mio lavoro”.
Foto da antimafiaduemila
Nino Vitale nominato Commissario della Sezione della Democrazia Cristiana. La nota del Segretario provinciale del…
il genio silenzioso che ha ridefinito l’eleganza (altro…)
Patti non cresce, non si rilancia, non sogna più. A dirlo senza mezzi termini è…
Dal convegno promosso da Quater Srl la certezza: nessuna proroga, i progetti vanno chiusi entro…
E’ stato ristretto agli arresti domiciliari l’autore del furto perpetrato ai danni della nostra emittente…
TRA CLOUD E MOBILE BANKING - L’importanza di scegliere siti sicuri