Risulta ancora parzialmente chiusa al traffico l’autostrada Palermo-Messina a causa della frana che ieri pomeriggio ha invaso la carreggiata e bloccato la viabilità anche sulla strada statale 113 tra i comuni di Sant’Agata Militello e Rocca di Caprileone.
Da notizie giunte dalla Polizia Stradale di Sant’Agata Militello, resta chiusa al momento l’arteria autostradale direzione Messina coperta da detriti, mentre sono state riattivate in direzione Palermo la corsia di emergenza e la corsia di marcia, resta ancora chiusa al transito la corsia di sorpasso. Probabilmente, non si esclude che entro oggi, una volta completata la pulizia dai detriti e la messa in sicurezza della carreggiata, la A20, in questo tratto si riapra al transito, nel doppio senso di marcia, così da evitare altri disagi agli automobilisti che devono raggiungere il capoluogo siciliano.
In merito alle frane ed agli allagamenti provocate dal maltempo in provincia, secondo Coldiretti, l’84% dei Comuni della provincia di Messina e’ considerato a rischio frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all’agricoltura.
“La situazione di Messina con ben 91 comuni a rischio si conferma piu’ grave rispetto alla media nazionale in Italia dove – precisa la Coldiretti – ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamita’”. All’elevato rischio idrogeologico in Italia non e’ certamente estraneo il fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, e’ stato sottratto all’agricoltura che – afferma la Coldiretti – interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27 per cento negli ultimi 40 anni. Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non e’ stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque”.
Per Coldiretti “e’ necessario intervenire per invertire una tendenza che mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici in atto”.
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