Si legge nella nota:
Dopo lo sconcertante disastro diplomatico avvenuto in merito alla vicenda dei due marò italiani, si chiede al Presidente della Repubblica, in qualità di capo supremo delle Forze Armate, il ritiro immediato dei contingenti italiani da tutte le missioni militari all’estero.
Se il governo italiano, specialmente in questo periodo particolare, non riesce ad avere la forza, la determinazione e la capacità diplomatica di difendere e proteggere i nostri ragazzi impegnati nelle missioni prettamente militari, di sicurezza (lotta alla pirateria) o di peacekeeping in zone di guerra ad alto rischio, è assolutamente irresponsabile mantenere le missioni in cui siamo impegnati per conto della Nato, dell’Onu e della UE.
Alle vergognose dichiarazioni del portavoce di Stato degli Stati Uniti Victoria Nuland e del ministro degli esteri UE Catherine Ashtone che all’unisono hanno ambedue asserito che “la questione dei due marò italiani è una questione tra Italia e India” bisogna rispondere che anche l’Afganistan, il Libano, la Somalia e quant’altre sono allora questioni che non riguardano direttamente il popolo e la nazione italiana.
Siamo lì, in qualità di alleati, ma una alleanza non può reggere a senso unico.
Il ritiro immediato dei nostri contingenti e le reazioni internazionali che ne seguirebbero sarebbe un modo per elevare la “querelle” con l’India su un piano che supera il bipolarismo e per tanto, forse, l’unico modo dignitoso per salvare i due soldati italiani.
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