Discussione con lo studioso in vista del’incontro di domenica 26 agosto a Roccella Ionica proposto da Ieri, Oggi e Domani “La Voce del Sud”. A molte domande, trovando soluzioni, infatti cercherà di mettere un punto il primo Convegno nazionale meridionalista.
Molte le personalità invitate dai due organizzatori, il giornalista Bruno Gelonesi e Bruno Cicciariello, tra cui spiccano lo studioso messinese Gianluca Castriciano, l’ingegnere cosentino Domenico Bruni, l’Assessore del comune di Lecco Emilio Zangari e i cantanti meridionalisti identitari Mimmo Cavallo e Eddy Napoli.
Tra gli invitati che prenderanno la parola sul palco che sarà allestito a Roccella Ionica spunta anche il nome di Maurizio Castagna, tecnico del Coni, napoletano di nascita e messinese d’azione da sempre vicino ai movimenti identitari meridionalisti, che toccherà uno dei temi più scottanti della questione meridionale: l’autonomia siciliana e l’applicazione dello Statuto “con la sola applicazione degli articoli che vanno dal numero 32 al numero 41 dello Statuto la Regione Siciliana fatturerebbe circa 12 miliardi di euro l’anno – ha spiegato Maurizio Castagna – al contrario la mancata applicazione, quale di fatto è di questi articoli, costa ai siciliani un mancato introito di circa 9 miliardi l’anno perché il contributo perequativo versato dallo Stato alle casse regionali è di soli 3 miliardi.
Ciò conviene in particolar modo ai gruppi bancari nazionali – ha continuato Castagna – che per garantire la continuità delle speculazioni limitano le autonomie locali che invece sono tutelate dalla legge nazionale del 1990”. Un vocabolo che sarà pronunciato spesso sul palco è colonialismo.
Non bisogna però commettere l’errore di pensare che ci si riferisca all’Algeria o al Congo belga, perché il colonialismo di cui si parla spesso non è riconosciuto tale dai libri di storia e dai quotidiani che troviamo in edicola tutte le mattine e per capirne le caratteristiche bisogna ricercale nei meandri della storia “noi siamo la prova di come uno stato sovrano può essere attaccato da uno stato straniero affinchè gli sia poi imposto il modello di sviluppo dello stato invasore – ha spiegato Castagna – prima del 1860 il Regno delle Due Sicilie aveva un’impostazione economica prevalentemente basata sul sociale quindi completamente diversa da quell’imposta dai Piemontesi, spinti dagli inglesi, modello reso possibile grazie alla demonizzazione dell’avversario (meridionali briganti e analfabeti), corruzione degli apparati burocratici e militari dello stato invaso e infine l’ideale per giustificare l’attacco (l’unità appunto).
Quello di giorno 26 – ha poi concluso Castagna – non sarà un Convegno dove si parlerà solo di storia ma si farà un’analisi a tutto tondo cercando di capire le ragioni storiche di un malessere ormai diffuso per risolvere questioni attuali”.
Antonio Macauda
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