Cronaca

MAXIPROCESSO NEBRODI – Si conferma la validità del Protocollo Antoci

La sentenza: 90 condanne e 11 tra assoluzioni e non luogo a procedere. 600 anni di carcere per gli imputati. Il dispositivo della sentenza da leggere

la sentenza letta ieri dopo le 23,o0

Il collegio giudicante, presidente Scavuzzo, a latere Vona e La Spada, dopo essersi ritirati in camera di consiglio lo scorso 24 ottobre, ha pronunciato la sentenza, in un silenzio irreale,  seguita dai monitori da una decina di carceri sparse in tutta Italia da diversi imputati già detenuti. Alla sbarra erano 101 imputati.

In aula, uno stuolo di avvocati, tantissime telecamere, anche straniere, e poi il Procuratore Aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti della DDA Fabrizio Monaco, Antonio Carchietti e Francesco Massara e Giuseppe Antoci che ha visto reggere l’impianto accusatorio che si basa proprio su quel protocollo normativo che porta il suo nome sui capi di imputazione più significativi. Non riconosciuta invece l’associazione a delinquere per i Bontempo Scavo.

Una sentenza a dire degli stessi avvocati piuttosto complessa. Tutta da analizzare e studiare.

Tra le note da segnalare che è stata dimezzata la pena chiesta per l’ex sindaco di Tortorici Emanuele Galati Sardo, ora condannato a 6 anni e due mesi di reclusione, contro i 12 e 9 mesi richiesti dall’accusa.

Confermato il sequestro di molte aziende agricole, diverse società, in quella che viene considerata una delle più importanti operazioni antimafia e che apre un capitolo importante sulla l’uso e la gestione dei dei Fondi Europei dell’Agricoltura, dei rapporti in tale senso tra mafia e le altre organizzazioni criminali, sui ruoli dei “colletti bianchi” – tra funzionari e tecnici – che avallavano le procedure illecite.

Un girone infernale che si è inceppato grazie al “Protocollo Antoci” oggi importante strumento del Nuovo Codice Antimafia diventato legge il 27 settembre 2015.

Ed a seguire il processo, nell’aula del tribunale di Patti, c’era proprio Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi e promotore del protocollo che oggi dopo le ultime intercettazioni – area ‘ndranghera – si è vista aumentare le misure di sicurezza intorno a lui che ha evidenziato di quanto sia importanet questa sentenza «Abbiamo fatto quello che andava fatto, abbiamo superato il silenzio e abbiamo fatto capire che i fondi europei dovevano andare solo alle persone per bene e non ai capimafia».

«La lotta alla mafia non si può fare solo con la repressione ma va fatta ogni giorno. Quest’aula ha dato un segnale di libertà, di dignità. Ho ascoltato più di seicento anni di carcere, queste condanne mi addolorano perché se si riflette non è una vittoria quando le persone vanno in carcere, forse la società ha bisogno di cambiare culturalmente. La lotta alla mafia non si può solamente fare con la repressione e con le condanne, ma ogni giorno e la possono fare tutti.

Questa esperienza dimostra che da un piccolo territorio nasce un protocollo di legalità che viene firmato da tutti i prefetti della Sicilia che diventa legge dello Stato nel 2017 che la commissione europea considera tra gli strumenti più importanti di lotta alla mafia sui fondi europei per l’agricoltura. Se questo è stato fatto con dignità e onestà con piccoli passi da persone che hanno ritenuto di poter fare il loro dovere, penso che il segnale che passi è che tutti lo possono fare perché se ognuno fa il proprio dovere avremo sempre meno processi».

le prime dichiarazioni

l’attuale presidente del Parco dei Nebrodi, Domenico Barbuzza ha rilasciato questa dichiarazione:

“Con la sentenza odierna, che conclude la colossale  inchiesta antimafia condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, non posso che congratularmi con tutti coloro che – a vario titolo – hanno contribuito all’esito odierno che ha inferto un duro  colpo al lucroso business delle truffe ai fondi comunitari destinati ai pascoli e all’agricoltura. Da questo momento l’auspicio è che parlare di Nebrodi evidenzi le bellezze naturalistiche che hanno dato vita all’istituzione dell’omonimo Parco regionale, la laboriosità della popolazione residente, il desiderio di dar vita a progetti di sviluppo da parte dei giovaniIl desiderio unanime è di veder riconosciuto questo territorio come fucina di operosità e collaborazione con l’Ente, guida del comprensorio: la ripartenza che vogliamo vede al primo posto la tutela dei valori naturali dell’area protetta” 

il pm di Messina Vito Di Giorgio

«Le truffe sono state riconosciute per buona parte. Resta il fatto che su quella parte di territorio della provincia di Messina hanno costituito la principale fonte di arricchimento sia del gruppo mafioso dei Batanesi sia del gruppo dei Bontempo Scavo, ma teniamo conto che è solo la sentenza di primo grado». Aggiungendo: «E’ stata riconosciuta la mafiosità dei Batanesi mentre per il gruppo dei Bontempo Scavo no. E’ un dispositivo talmente complesso che va letto attentamente».

L’avvocato Paolo Starvaggi per il Centro Studi Pio La Torre

La sentenza di stasera ci consegna un esempio di efficienza e sacralità della Giustizia che difficilmente siamo abituati a riscontrare nelle aule dei Tribunali. Un plauso va al Collegio presieduto dal dott. Scavuzzo che in poco più di una anno e mezzo ha concluso un processo con oltre 100 imputati.
Per il Centro Studi Pio La Torre, per cui mi sono costituito parte civile, costantemente impegnato in processi di mafia, questa sentenza ha un valore particolare perché si fonda sulle battaglie del Presidente Peppe Antoci e sulla sua brillante intuizione di controllare minuziosamente tutte le erogazioni pubbliche nel settore agricolo, idealmente collegabile all’intuizione di Pio La Torre di colpire la mafia attraverso misure patrimoniali volte a fare venire meno i flussi finanziari che rendono la criminalità organizzata più potente e pericolosa.

da vedere

https://www.rainews.it/video/2022/10/sentenza-processo-mafia-nebrodi-0d7485f2-212d-414e-ae75-0a7eebbb7f6f.html

https://www.rainews.it/video/2022/10/sentenza-maxiprocesso-antimafia-nebrodi-d2174982-5927-4177-a980-94e3c615db68.html

il dispositivo

Dispositivo Op. Nebrodi

Redazione Scomunicando.it

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