– di Corrado Speziale –
Oltre 40 artiste e artisti di diversa estrazione si sono riuniti intorno al progetto di una grande bandiera “condivisa” nel significato universale della Pace.
Una bandiera come simbolo d’uguaglianza, condivisione, partecipazione ad un progetto di Pace. Come ogni idea che si trasforma in opera, sono i significati profondi che stimolano i protagonisti. L’idea nasce al Parco ecologico San Jachiddu, area immersa nel cuore dei Peloritani intorno al Forte, struttura umbertina di fine ‘800, liberata dalle prerogative di guerra e trasformata in luogo e simbolo di Pace.
Tra quelle mura contornate da querce secolari e macchia mediterranea, rinverdita dopo il drammatico incendio del 2017, si concepisce un messaggio e si respira speranza: realizzare una bandiera che rappresenti la Pace, affidandosi al linguaggio universale dell’arte.
Nasce così un percorso condiviso che ha coinvolto oltre 40 artisti, principalmente pittori, provenienti dai più svariati settori.
“Nell’ideazione della tela, abbiamo inteso la convivenza e la collaborazione quale processo pacifico dimostrativo, esemplare, di come nelle nostre differenze ci si possa unire al di fuori di meccanismi conflittuali, passando, quantomeno, dal superamento degli stessi”, dice Davide Pompejano, tra gli ideatori del progetto. “Tutto è nato con un obiettivo anche politico, per far fronte a una situazione globale dinanzi alla quale è difficile restare in silenzio, e che tuttavia ci vede spesso inermi e impossibilitati ad agire, se non tramite questo tipo di evento simbolico, che purtroppo rimane tale. Il valore, forse, sta nel creare comunità e mostrarla ai più giovani come possibilità”, ha proseguito Davide. Dall’idea ai fatti:
Dunque, si è arrivati alla bozza, entrando nella fase operativa dell’opera, con la tela messa a disposizione di tutti domenica scorsa, alla Passeggiata a mare, sul viale della Libertà. Luogo scelto in quanto adatto allo scopo, essendo frequentato da famiglie con bambini, cui il messaggio era particolarmente rivolto, col desiderio di un loro coinvolgimento diretto e consapevole.
All’opera manca ancora un nome. In tal senso, è molto probabile che possa essere denominata Ciuri, Ciatu, Cori, o Bannera.
Un gradito marchio siciliano per questo “disegno” di Pace che parte idealmente da Messina verso i popoli del mondo, in questo momento drammaticamente colpiti dalla guerra.
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