“Certo, possono anche non piacere e non essere del tutto condivise alcune posizioni espresse da una variegata associazione di sigle, però riteniamo molto utile riaccendere il dibattito su questa importante tematica, vitale per il rilancio di Messina. Spesso nel dibattito cittadino, continua Pino, viene sottolineato solo l’aspetto della vertenza giudiziaria che vede il Comune difendere la proprietà di aree ricadenti nella zona falcata, mentre nulla si dice sul fatto che l’Autorità portuale ha incassato per decenni il canone di concessione per aree che storicamente fanno parte del nostro tessuto urbano, come il piazzale di Campo delle Vettovaglie, via Vittorio Emanuele, la passeggiata a mare, la Fiera, il viale della Libertà, l’ex Gasometro, la Villa Sabin.
Si tratta di risorse economiche passate dalle casse del Comune a quelle dell’Autorità portuale, soldi dei Cittadini che questa Amministrazione comunale ha deciso di non voler continuare a versare all’Autorità portuale, contestandone il diritto finora esercitato e ponendo la questione della titolarità delle aree stesse.
Chi vuole ridurre la questione ad una “diversità di vedute” o peggio di beghe fra Istituzioni, dimentica o fa finta di dimenticare che sono in ballo altre ben più importanti questioni. Sono in discussione principi di democrazia e diritti negati.
Si tratta di importanti scelte per dare maggiore forza agli interessi di tutela del territorio e della Comunità, ovvero importanti interessi pubblici, che solo le Amministrazioni comunali, soggette al controllo democratico dei Cittadini, possono garantire.
Su questo aspetto, aggiunge l’assessore Pino, serve cautela e profonda riflessione perché la storia ci ha insegnato che nella nostra Città spesso hanno prevalso altri interessi rispetto al bene comune.
Un dibattito questo molto acceso anche in tante altre Città portuali, nelle quali si è purtroppo constatato come la normativa dettata dalla legge 84/94 non ha consentito alle Amministrazioni Comunali di incidere nelle scelte strategiche sulla portualità e che, neanche la nuova riforma sembrerebbe garantire, nonostante il problema fosse stato con forza e ripetutamente sollevato dalla Commissione Città portuali dell’Anci.
Serve un nuovo e fruttuoso rapporto fra la portualità e la città, conclude Sebastiano Pino, e riteniamo che il ruolo della Municipalità debba essere centrale e non come avvenuto in passato, con un Piano regolatore del Porto neanche discusso in consiglio comunale e del tutto scollegato e non integrato e armonizzato con le idee progettuali del nuovo Piano regolatore generale della Città.
Come è stato recentemente ribadito, siamo pronti a fare la nostra parte per trasformare la zona falcata dalla attuale situazione di degrado ambientale a luogo di opportunità e speranza per la nostra città.
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