Quando a Messina, nel 1953, si organizzò la prima grande mostra su Antonello, buona parte della gente presente alla “Notte di Antonello”, sabato scorso, non era ancora nata. Allora fu Palazzo Zanca, con l’importante allestimento di Carlo Scarpa, ad ospitare le opere del grande pittore del ‘400, il “figlio” più illustre di sempre della città dello Stretto. Dopodiché fu Roma, da Marzo a Giugno del 2006, a rendere omaggio al pittore messinese con una splendida mostra alle Scuderie del Quirinale in cui furono raccolte le sue opere dai musei del mondo. Tra queste, “San Girolamo nello Studio”, al rientro verso la Royal National Gallery di Londra, “transitò” qualche giorno da Messina. Ma niente di più. La città, quindi, da quella famosa mostra del ’57, poté contare solo sulle due opere ospitate in pianta stabile al Museo Regionale: il Polittico “Madonna in trono col Bambino, San Gregorio, San Benedetto, Annunciazione” e la tavoletta bifronte “Madonna col Bambino e francescano in adorazione” / “Ecce Homo”, quest’ultima acquistata di recente all’asta dalla Regione Siciliana. Ma di eventi, iniziative, omaggi al più grande esponente del ‘400 Mediterraneo, non ce ne sono più stati, fatta eccezione di qualche sporadica visita, anche a scopo manutentivo, della probabile tomba dell’artista, ubicata tra i resti del Convento di Santa Maria di Gesù Superiore. Ed è per questo che la prima “Notte della Cultura”, questa Amministrazione Comunale, ha voluto dedicarla al messinese più illustre della storia, che amava così tanto la sua città da darsi un nome con la sua provenienza.
Grazie all’iniziativa intrapresa dall’Associazione Culturale “Antonello da Messina”, coordinata da Sergio Di Giacomo, che opera a Roma da quaranta anni, 50 riproduzioni di capolavori di Antonello da Messina, fino ad oggi alloggiate nella Capitale, sono state donate al Comune di Messina, che ne ha curato le spese di trasporto per realizzare la mostra che ha costituito l’evento centrale della manifestazione.
Il valore delle riproduzioni, in sé, non va oltre una dimensione didattico – iconografica, ma ciò non toglie che la raccolta sia di tutto rispetto, considerato che le opere, tutte insieme, ricompongono fedelmente la vita artistica e la storia del grande pittore, che può essere così tranquillamente ricostruita e illustrata alla città di Messina.
A Roma, ad inaugurare la prima mostra della collezione, nel 1998, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, fu l’allora Presidente della Repubblica Scalfaro. Già questo testimonia un certo spessore della raccolta, che d’ora in avanti resterà in esposizione permanente al Palacultura “Antonello”, e quindi a disposizione dei visitatori. Messina, d’altronde, nel ricordo di Antonello, aveva dimostrato di non andare oltre l’intitolazione di una piazza, di alcune scuole e, di recente, del Palacultura di viale Boccetta.
“La mostra vuole segnare il centro di promozione dell’arte Antonelliana, della cultura messinese, un’occasione di turismo culturale e fulcro di un itinerario antonelliano”, ha scritto l’associazione organizzatrice nella propria nota di presentazione dell’evento.
A tal proposito una bella iniziativa al Palacultura è stata curata anche dall’Associazione Italia Nostra, con un laboratorio grafico, memory, puzzle e la “Merenda a casa di Antonello”, per bambini dagli 8 ai 10 anni.
Ma se la prima “Notte” ha avuto una prerogativa unica, questa è certamente da attribuire alla rivisitazione del tempo antonelliano, ossia il ‘400 e il ‘500, anche a tavola: due banchetti allestiti dentro il Palacultura in perfetto stile dell’epoca, dall’Istituto Professionale “Antonello” (com’era ovvio…) tra cui una tavola imperiale, hanno riunito tante decine di persone vogliose ed incuriosite di accorpare “sapere e sapore” come meglio non si poteva. E l’iniziativa ha assunto ancora maggiore risalto, in quanto accolta anche da tanti ristoranti, trattorie e pub cittadini, che potevano operare su una rosa di quattro menù, contraddistinti da altrettanti colori: Verde – Torta di erbe, Minestra di erbe fresche, Pesce in agrodolce, Mele del paradiso servite su pan perso. Rosso – Civieri d’uova, Lasagne lievitate alle spezie e al formaggio, Capretto arrosto in salsa dorata, Frittelle da imperatore. Viola – Torta d’agli, Gnocchi di formaggio fresco, Spiedo di carni miste con salsa di prugne e agliata, Pere sciroppate. Azzurro – Zanzarelli, Brodetto saracenico, Pollo al finocchio, Budino di frutta secca.
Quanto alle attrattive, in tutto sono state 22 le strutture impegnate nel programma della manifestazione: il Palacultura “Antonello”, suddiviso in vari settori; il Museo Regionale, dove sono stati illustrati le due opere originali del pittore; Biblioteca Regionale; Forte San Salvatore; Provincia Regionale; Monte di Pietà; Convento San Placido Calonerò; Liceo G. Seguenza; Liceo F. Maurolico; Istituto Annibale M. Di Francia; Duomo; Parrocchia Santa Caterina; SS. Annunziata dei Catalani; Santuario Santa Maria del Carmine; Chiesa Oratorio della Pace; Chiesa Valdese; Villa Cianciafara di Zafferia; Gabinetto di Lettura; Tomba di Antonello; Teatro Vittorio Emanuele; Largo Minutoli; Acquario di Villa Mazzini.
Riguardo i percorsi, interessante e suggestivo, come sempre, è stato quello con visita al Forte San Salvatore, dove una bellissima serata primaverile ha atteso migliaia di visitatori giunti sin dentro la struttura militare, a bordo delle navette dell’ATM, che hanno fatto la spola da Piazza Cavallotti, sin dal pomeriggio. Gli interni della fortificazione, luogo che merita assolutamente di essere restituito alla città, ospitavano performance di artisti impegnati in estemporanee di pittura che i visitatori hanno potuto apprezzare da vicino. Per il resto, a recitare magnificamente la sua parte è stata una splendida luna che faceva da “faro” sulla stele della Madonnina, affacciandosi dal cielo terso che sovrastava lo Stretto.
Nel foyer del Palacultura, all’apertura della serata, l’assessore alla Cultura, Tonino Perna, ha ricordato Antonello come un “artista di levatura europea che ha fatto cose straordinarie”, per cui, “tutta la città deve ricordarsi sempre di questo suo concittadino”. Sempre l’assessore, riguardo il particolare del nome, ha portato un esempio illustre: “Antonello ha scelto di darsi il nome del suo luogo d’origine. Oltre Leonardo da Vinci non abbiamo esempi simili”.
Nel segno della condivisione tra le sponde dello Stretto, ha partecipato alla “Notte Antonelliana” anche l’assessore alla provincia di Reggio Calabria, Eduardo Lamberti. “Ricambio l’invito per tutti, il prossimo 15 Marzo a Reggio Calabria, per la giornata della cultura”, ha detto l’assessore, che poi ha affermato: “Tra la Calabria e la Sicilia, con Accorinti sindaco, il ponte più bello da realizzare è quello della cultura”.
Il Palacultura è un luogo che a lui sta particolarmente a cuore, tant’è che due anni fa fece una gran battaglia per farvi trasferire la biblioteca e l’archivio storico che stavano andando in malora. Partendo da quell’accaduto ha fatto, così, il punto della situazione: “Ognuno deve battersi per cambiare la città. Adesso archivio e biblioteca sono qui, al sicuro, quando in 50 anni nessuno vi aveva provveduto. Il senso di appartenenza si costruisce. Non ci sono soldi, ma c’è l’amore per la città”. E ha aggiunto: “Tra poco, al primo piano, realizzeremo una biblioteca per bambini con spazio all’aperto dove farli giocare. Avevamo detto che saremmo partiti dai bambini e dagli ultimi e lo stiamo facendo”. Perché, ha spiegato il Sindaco: “Un popolo di ignoranti si fa comandare, un popolo con cultura si fa governare”.
Corrado Speziale
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