– di Corrado Speziale –
A distanza di quattro mesi dal parere “condizionato con prescrizioni” del Genio civile sulla Variante di Salvaguardia ambientale “Salvacolline”, si riaccende la questione dei volumi lasciati in sospeso, da far “atterrare” nelle ex zone industriali Zir e Zis, facenti parte del PIAU.
E’ un concatenarsi di procedure urbanistiche in corso e in divenire: Variante parziale di tutela ambientale, trasformazione delle ex aree industriali Zir e Zis previste all’interno del Piano Innovativo in Ambito Urbano, e dunque, nuovo PRG. Quando sarà. Intanto, se non si “sistemano” quei volumi sottratti alle colline, che adesso appaiono come sospesi nel vuoto, tutto appare come una pericolosa incompiuta che può far sprofondare in un mare d’ambiguità il futuro urbanistico di Messina.
Tutto trae origine ed è regolamentato dalla Delibera 74/C del 25.10.2012. Promotore l’assessore Corvaja, sindaco Buzzanca, con l’“Abbattimento totale o parziale degli indici di edificabilità delle zone a bassa suscettività edificatoria – Facoltà di rinuncia/trasferimento dei volumi edificabili”. Nel provvedimento è previsto che i volumi edificatori, transitando attraverso un apposito Registro, per legge regionale, vengano allocati nelle zone industriali ex Zir e Zis, già di competenza dell’Asi.
Intanto, i primi “nodi vengono al pettine”: sul trasferimento di quei volumi nelle aree ex Zir e Zis, il Genio civile, nell’ambito della propria sfera di competenza concernente il visto geomorfologico, ha espresso parere negativo. Almeno in questa fase. La richiesta del Comune, evidentemente, era da intendersi necessaria al fine di dare una forma definitiva al PIAU.
Lo “spezzettamento” delle procedure urbanistiche, almeno fino ad oggi, non ha pagato. Mai “atterraggio” di volumi fu più rischioso. Se si considera, poi, che le cubature da destinare nelle aree ex Zir e Zis – costituenti, rispettivamente, il quarto e quinto comparto del PIAU, così come previsto nel piano, si trasformano da metri cubi in metri quadri, la situazione è tutta da rivedere e decifrare. Ma in questo caso la competenza esula dal Genio civile.
Di certo c’è che gli appartamenti ancora invenduti nei nuovi edifici di via Bonino non scalfiscono minimamente le intenzioni dei redattori del piano, né dell’Amministrazione comunale: anche tra la via La Farina e il mare, intorno alla via Croce Rossa, spiccherà cemento per un’altezza di 22 metri.
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