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MESSINA – È dissesto finanziario.

È il dissesto finanziario, la spada di Damocle che pende sulla testa del Comune di Messina e che la giunta Buzzanca dovrà provvedere a scongiurare. Il come è stato presentato stamani dal Sindaco al consiglio comunale, durante la seduta straordinaria, ma verrà votato lunedi pomeriggio dopo un’attenta analisi dei consiglieri.

La delibera, se approvata, verrà poi inviata alla Corte dei Conti proprio come risposta a quei “dubbi”, che la stessa Corte ha manifestato, nei confronti del rendiconto 2009 e il previsionale del 2011 del comune messinese.

Buzzanca ha preso la parola, dopo l’intervento del Presidente del Collegio dei Revisori Roberto Aricò, annunciando le linee guida del provvedimento sottoposto al giudizio dell’aula consiliare “ quello che vedrete è il frutto di un lavoro certosino di tutta la giunta  e tutti gli esperti del ramo economico e finanziario del comune.

C’è una massa debitoria che va affrontata in modo importante – ha dichiarato Buzzanca – abbiamo deciso di dare un indirizzo virtuoso che si svilupperà nel triennio 2012-2014. Noi crediamo – ha continuato Buzzanca – che si debba puntare sulle dismissioni e non dobbiamo avere paura di dire ai cittadini la verità e cioè che si dovranno andare in contro a dei sacrifici”.

Buzzanca ha però in mente “un piano B” da attuare qual’ora le dismissioni, non portassero a quella tanto agognata stabilità finanziaria nel trienni in considerazione.

Questa eventualità porterebbe all’aumento di alcune imposte comunali come la tassa sui rifiuti solidi urbani fino a copertura integrale dei costi del servizio; la determinazione quota comunale addizionale IMU anche per il valore; la determinazione aliquota accise energia elettrica previa autorizzazione MEF 4 e l’ aumento dei costi di copertura dei servizi a domanda individuale fino alla integrale copertura del costo del servizio .

La stima complessiva prevista per i guadagni di queste attività dovrebbe fruttare alle casse comunali circa 11 milioni ai quali, però , vanno aggiunte anche le entrate “minori”quali, per esempio, passi carrabili e impianti pubblicitari.

Questa manovra quindi permetterebbe di coprire circa la metà del debito che, ad oggi, ammonta a 23 milioni. 

Nonostante nella seduta non si sia svolto il dibattito in aula, sono comunque arrivate delle tiratine d’orecchie all’indirizzo di Buzzanca, anche da parte di partiti vicini a lui “credo che vi sia stata una pesante sottovalutazione della massa debitoria – ha dichiarato il conigliere dell’UDC Giuseppe Melazzo – questa massa è stata censita ma non valutata nel suo complesso visto che rimane ancora aperta la questione riguardante la messa in liquidazione di Messinambiente.

Adesso io mi chiedo che cosa succederà se l’atto di liquidazione dell’azienda verrà considerato illegittimo?”.

Un duro affondo verso il primo cittadino è arrivato anche dall’esponente di Fli Nello Pergolizzi che ha giudicato la delibera odierna “un grave atto di scorrettezza politica perché giunto a pochi giorni dalla scadenza prevista il 28 febbraio”.

Il sindaco non ha replicato a nessuna delle critiche che gli sono state mosse, posticipando così ogni valutazione a lunedi pomeriggio, quando si saprà se lo spettro del dissesto finanziario sarà un po’ più lontano o sempre più vicino.

Antonio Macauda

 

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