E’ il mattino di una domenica speciale a Messina, così come in tutta Italia: il primo dei due giorni del referendum. Ed il pensiero di molti è rivolto, quindi, al “bene comune”, all’ambiente ed all’uguaglianza dentro un sistema democratico.
Fattori che includono quei valori che, attraverso il buon senso, si offrono a tanti esempi ed a mille dimostrazioni.
La domenica, per i cattolici, si sa, è un giorno di festa che deve essere santificato.
E c’è chi, pur essendo deputato a svolgere il proprio ministero all’interno dell’edificio ecclesiastico, ha deciso di dedicarsi anima e corpo alla pulizia ed al decoro urbano, lasciando così “per strada”, i segni più chiari e tangibili della purezza, dell’umiltà e del vivere “civile”. L’esempio deve essere chiaro a chiunque, ma in particolare a chi amministra la città, e come tale ha il dovere di garantire e tutelare l’igiene ed il decoro delle strade, intese come luogo pubblico, patrimonio di tutti.
Un nutrito gruppo di frati cappuccini della Chiesa di Lourdes, su via regina Margherita, dopo le ripetute richieste senza esito inoltrate al Comune, affinché gli uffici competenti svolgessero le ordinarie operazioni di pulitura e scerbatura lungo il tratto di strada su cui prospetta la loro chiesa, ieri mattina ha pensato bene di fare da sé, provvedendo di tutto punto a sostituire gli operatori preposti a tale compito.
Ed ecco allora la piacevole e simpatica immagine, densa di significati, comparsa agli occhi di tutti coloro che transitavano sul tratto di circonvallazione compreso tra il Torrente Trapani e viale Boccetta: 7 frati, tutti giovani dall’aspetto gioviale ed al tempo stesso indaffarato, “armati” di ramazze, badili, rastrelli, sacchetti e bidoni, ma soprattutto di tantissima buona volontà, impegnati a ripulire entrambi i marciapiedi ed i bordi della carreggiata di fronte alla Chiesa di Lourdes. Fogliame, aghi di pino, cartacce e rifiuti vari sono stati rimossi a regola d’arte, e tutta l’erbaccia infestante, cresciuta ai piedi del grosso muro di contenimento del sagrato, opportunamente estirpata.
Nel giro di qualche ora, grazie al “passaparola”, si è presentata sul luogo parte della stampa cittadina, ma con un particolare non di poco conto: nessuno, tra gli francescani all’opera, aveva osato avvertire alcun fotografo o giornalista, fatto invece abbastanza usuale in occasioni del genere.
Segno di indubbia semplicità nell’impegno profuso in questo gesto, esempio di efficienza e generosità, ma che è doveroso far rimbalzare come denuncia nei confronti degli amministratori di una città che ha, così, sempre più cucito addosso il distintivo dell’incuria e dell’inadeguatezza.
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