– di Corrado Speziale –
A Torre Faro corteo con centinaia di manifestanti provenienti da varie località della Sicilia. La manifestazione, considerati i tempi, ha dato risultati molto soddisfacenti. L’ultima era stata nel 2013.
Dopo oltre 6 anni dall’ultima manifestazione No Ponte, Messina chiama, la Sicilia risponde. Movimenti, associazioni, organizzazioni sindacali, singoli cittadini, provenienti da varie parti della Sicilia, e una delegazione No Tap proveniente dalla Puglia, hanno risposto positivamente all’appello della Rete No Ponte messinese, intesa come movimento che porta avanti da diciassette anni la lotta contro la realizzazione della mega opera di attraversamento stabile dello Stretto. Agli occhi e alla mente di tanti, sembra ormai anacronistico e sterile opporsi oggi al controverso progetto della mega opera, vista la messa in liquidazione della Stretto di Messina S.p.A, la decadenza del rapporto con il general contractor e la mancata approvazione del progetto definitivo. Eppure, considerato che una certa classe politica di tanto in tanto rispolvera l’operazione “a orologeria”, il Ponte è ancora quel “mostro” sempre in agguato, nonostante il suo iter sia costato invano centinaia di migliaia di euro.
Quello di Torre Faro è stato un corteo partecipato e colorato, nonostante i numeri siano ben distanti da quelli di un tempo, senza le classiche ”sigle” ambientaliste e quant’altro, ma con tante altre novità: oltre 60 realtà “trasversali” hanno aderito ufficialmente all’evento. Tra tutte, spiccavano le bandiere della Trinacria, a segnare la presenza di attivisti siciliani indipendentisti di Antudo. C’era pure chi, come il WWF, non aveva considerato l’adesione formale, ma la presenza in corteo di Anna Giordano, ormai stabilmente a Trapani, rilanciava l’idea che la storia di chi lotta da una vita, fa sempre da propellente per il presente e il futuro di tutti. Tra gli organizzatori, in evidenza, come sempre, gli attivisti storici, particolarmente impegnati e motivati: Gino Sturniolo, Massimo Camarata, Ciccio Mucciardi, giusto per citarne alcuni, cui si è aggiunta Domiziana Giorgianni.
Alla partenza del corteo, il giudizio di Gaetano Sciacca, già ingegnere capo del Genio civile, protagonista, anni addietro, della messa in sicurezza dei territori messinesi dopo la tragica alluvione del 2009, è esplicito nel giudicare la grande opera, rispetto alle reali esigenze infrastrutturali del territorio: “Dire no al Ponte è dire no a tutte le grandi opere inutili e devastanti che servono a sperperare soldi pubblici”.
Lungo le vie di Torre Faro, splendido borgo marinaro che verrebbe inevitabilmente sfigurato dalla realizzazione del Ponte, il passaggio del corteo ha attirato gli abitanti che con curiosità hanno ascoltato le parole pronunciate dai manifestanti che si sono alternati al microfono.
Alla fine, gli interventi anche di chi è venuto da fuori: Cosimo Quaranta, attivista pugliese dei No Tap, in opposizione al mega gasdotto trans adriatico: “In Puglia combattiamo contro un’opera palesemente inutile, un ‘mafiodotto’ che alimenta la corruzione. Anche noi portiamo la solidarietà ai movimenti No Ponte – ha proseguito Quaranta – perché oggi è arrivato il momento di unire tutte quante le forze affinché riusciamo a livello nazionale a dire la nostra senza dividerci e senza perder tempo. Questo è un momento storico particolare che ci porta alla consapevolezza di agire contro queste imposizioni.
“Con i soldi del ponte che vengano a farci le bonifiche dei nostri territori che aspettiamo da trent’anni”, ha detto la rappresentate del Comitato Stop Veleni di Augusta – Priolo – Melilli Siracusa.
Giacomo Allegra, No Muos. “E’ un bel momento di lotta contro chi decide sulla nostra testa, contro chi fa speculazione finanziaria ed edilizia. C’è un capitalismo che si presenta come una guerra che ha fatto della Sicilia un’immensa portaerei. Sentiamo sulla nostra pelle la diminuzione della spesa sociale. Sono soldi che finiscono in spese militari. Per la guerra spendiamo 25 miliardi l’anno”.
Il rappresentante dell’Unione Sindacale di Base: “Essere contro il Ponte significa essere contro la mafia e quindi contro i poteri controllati dalle multinazionali. Si vuole realizzare questo Ponte mentre sorelle e fratelli continuano a morire nel Mediterraneo perché lo Stato italiano impedisce di approdare sulle nostre coste”. Un appunto all’interno delle sigle sindacali: “La CGIL è contro il Ponte, ma a favore della Tav…Bisogna capire chi sono i nostri nemici…!”.
Tra gli organizzatori della manifestazione, Domiziana Giorgianni, giovane attivista messinese: “Questa è la risposta a tutti quelli che non credevano nella possibilità della rinascita di una soggettività che vuole lottare, avere i propri diritti, e restituito il proprio potere decisionale. Gli altri le manifestazioni li annunciano, noi le facciamo. Crediamo in un percorso di lotta che continuerà. Sono i territori che decidono il proprio futuro”.
Dunque, “No al Ponte sullo Stretto”: una vecchia battaglia che affronta un nuovo corso politico.
E’ stato ristretto agli arresti domiciliari l’autore del furto perpetrato ai danni della nostra emittente…
TRA CLOUD E MOBILE BANKING - L’importanza di scegliere siti sicuri
Punti morbidi e strade di pietra, 2025. Filati di cotone e sassi, dimensioni variabili. (altro…)
Amunì, il Festival Agroalimentare a Torrenova, parte alla grande. (altro…)
Si è svolta ieri, venerdì 5 settembre, nella suggestiva cornice di Villa Piccolo a Capo…
Una magia senza confini ha avvolto piazza XX Settembre a Canicattini Bagni durante il Canicattini…