Il corteo, organizzato dal coordinamento Messina – Palestina, partito da Piazza del Popolo e conclusosi a Piazza Unione Europea, si è svolto all’insegna della protesta e della solidarietà, arricchito da azioni creative, performance, flash mob e testimonianze.
Già alla vigilia, oltre quaranta organizzazioni, tra comitati, associazioni, collettivi e partiti avevano aderito all’iniziativa in difesa del popolo palestinese, contro il governo di Netanyahu.
“From the river to the sea, Palestine will be free”. Una frase che in rima unisce la protesta e la speranza in questo drammatico momento storico, è il segno evidente di vicinanza verso un popolo oppresso. Segnale tangibile anche a Messina, città che ha acceso gli animi in riva allo Stretto, scendendo in piazza ed esprimendo rabbia contro il governo israeliano e tanta solidarietà verso il popolo palestinese: “Palestina libera. Messina contro l’occupazione israeliana”.
È stata una manifestazione partecipata, intensa, densa di significati e di unità d’intenti, cui hanno aderito varie decine di realtà cittadine e del territorio, con rappresentanze anche di fuori provincia. Rispetto al tradizionale corteo, qui si sono aggiunti elementi e gesti creativi che hanno arricchito l’evento convogliando i tradizionali contenuti delle manifestazioni verso un binario di emozioni e riflessioni profonde verso il dramma più atroce che un popolo stia vivendo dopo la Seconda guerra mondiale. “60.000 morti di cui 20.000 bambini sono cifre che dovrebbero fare inorridire i cosiddetti custodi dei valori di democrazia e di libertà, invece da parte dei governi europei solo silenzio e collaborazionismo”. Questo e tanto altro riporta l’appello del coordinamento che ha promosso e organizzato l’evento.
Il corteo è partito da Piazza Francesco Lo Sardo (Piazza del Popolo) e si è articolato lungo la via Cesare Battisti. Poi, breve sit-in dinanzi all’Università e discesa lungo la via Tommaso Cannizzaro fino a Piazza Cairoli, da dove è poi ripartito fino a Piazza Unione Europea. Ogni sosta ha avuto motivi e significati validi per osservare e riflettere. Dinanzi al rettorato, studenti attivisti hanno mostrato il loro dissenso verso le forme di collaborazione delle università italiane con quelle israeliane. “Condanniamo il governo italiano che non esce dalle logiche di un occidentalismo spietato, che preferisce investire nelle armi piuttosto che nell’istruzione. Non siam capaci di scrivere sui libri coi fucili, né vogliamo esserlo.
Vogliamo stabilità e pace”. In quel contesto è intervenuto anche Carmelo Giuffrè del collettivo Nebrodi pro-Gaza: “Siamo felici di essere qui e di poter fare rete e lottare per il popolo palestinese. A farlo siamo rimasti solo noi cittadini. La premier Meloni dice che Israele è nostro amico e il genocidio non esiste. Questa è un’occasione per ricompattarci e lottare. Se lasciamo morire i palestinesi saremo già disposti a far morire i nostri figli”.
In Piazza Cairoli l’evento ha vissuto il suo momento più toccante: un gruppo di persone crolla sotto i colpi di un bombardamento aereo. Da lì si alza un grido di ribellione di quattro donne che cadono disperatamente tra braccia amiche in altrettanti punti della piazza: “Voglio vivere. Vogliamo vivere…”. È il flash mob per eccellenza che lascerà il suo segno nel corteo pro-Palestina, con gli innocenti di Gaza equiparabili a quelli di Guernica.
Lungo via Garibaldi dei drappi vengono lasciati su tronchi degli alberi, mentre alcuni striscioni verranno esposti in maniera estemporanea ai bordi del percorso. A Piazza Unione Europea sarà innanzitutto il momento delle testimonianze. Inizia Patrizia Corpina, reduce dalla recente Global March To Gaza, da cui è nato un movimento, iniziativa “soffocata” al Cairo, quando invece una carovana di attivisti provenienti da vari paesi del mondo, dal Sinai avrebbe dovuto raggiungere il valico di Rafah, in Cisgiordania. “Oggi è il giorno 629 dall’inizio del genocidio in diretta streaming del popolo palestinese. A Gaza – denuncia l’attivista – non entra più nulla tranne aiuti controllati e razionati. Farina mista a sangue, perché sparano sulla gente che va a cercare cibo e nessuno dei nostri politici interviene. Però siamo al 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia e niente contro Israele. Si vergognino”. Sulla marcia: “È stata un’esperienza meravigliosa che sta dando vita ad altri progetti in Europa”.
Frank Romano della Freedom Flotilla Coalition, “eroico” equipaggio che annualmente si imbarca per Gaza cercando di forzarne il blocco, spesso con conseguenze drammatiche, più volte transitato da Messina, l’ultima lo scorso anno. “Israele uccide i nostri fratelli e sorelle.
Tante persone come voi sono arrabbiate per questo e vogliono fare qualcosa. Voi mostrate fede, speranza e unità per liberare la Palestina. Troppi innocenti sono stati uccisi a Gaza, finanche nelle scuole e negli ospedali. Ma i sopravvissuti alzano lo sguardo e vedono il popolo siciliano e la Freedom Flotilla, così sentono la speranza contro questa ingiustizia”. René Abu Rub, attivista palestinese, anima del coordinamento, che vive a Messina, era in collegamento: “Il popolo palestinese ha diritto alla vita, alla libertà e alla dignità.
A Gaza si sta consumando un crimine contro l’umanità. Un esercito sta bombardando una popolazione intrappolata, affamata, senza vie di fuga. Non è una guerra, è un massacro. A Gaza si muore anche per fame e sete. Se si esce a cercare un pezzo di pane o un sacco di farina si viene compiti come se la vita palestinese valesse meno. Come se l’unica colpa fosse quella di esistere. Nulla può cancellare l’orrore dei bambini uccisi. Gaza non è l’unico fronte. In Cisgiordania coloni armati, protetti dall’esercito israeliano, attaccano i villaggi palestinesi, incendiano e distruggono case e sparano sui civili. Questa è pulizia etnica a fuoco lento, sotto il silenzio del mondo. I palestinesi non sono stati creati da un dio minore. Hanno il diritto di vivere”.
Zakaria Bakr, pescatore di Gaza, ha mandato un messaggio da quell’inferno dei giorni nostri, tradotto da Elshafie Idriss: “Viviamo quotidianamente nel dolore e nella sofferenza. Ci sono bombardamenti continui, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Hanno ammazzato bambini, uomini e donne. Non abbiamo pace neanche sotto le macerie. Non abbiamo più voce per gridare. Abbiamo perso la speranza. Non sappiamo quale sarà il nostro futuro, se saremo vivi o morti. I bombardamenti hanno annientato tutto, anche le piante e le pietre. Facciamo un appello alle coscienze. Chiediamo di insistere sui governi complici del silenzio su questo assedio. Non sentiamo altri rumori se non i bombardamenti che annientano tutti. La storia delle nostre sofferenze la vediamo negli occhi dei nostri bambini. Nessuno ci ascolta. Non ce la facciamo più ad andare avanti nel quotidiano. Voi siete la nostra voce nel mondo, i nostri sogni e la nostra speranza”.
Dopodiché, la lettura delle Poesie da Gaza, tratte da Il loro grido la mia voce, con tanto di performance di Monia Alfieri, ha regalato momenti di commozione e spunti di riflessione. Il finale, porta i colori della bandiera palestinese costruita a mo’ di coreografia sulla scalinata del Comune: un messaggio partigiano, di resistenza e solidarietà, che si staglia nel buio della sera con la speranza che da questa parte del Mediterraneo giunga a destinazione, superando le barriere dell’odio e dell’indifferenza.
Corrado Speziale
fotogallery
Amunì, il Festival Agroalimentare a Torrenova, parte alla grande. (altro…)
Si è svolta ieri, venerdì 5 settembre, nella suggestiva cornice di Villa Piccolo a Capo…
Una magia senza confini ha avvolto piazza XX Settembre a Canicattini Bagni durante il Canicattini…
soddisfazione tra i pendolari, ma resta il nodo della mobilità (altro…)
Esce per Altaforte Io non prendo lezioni (altro…)
Il 7 Settembre 2025, Montemaggiore Belsito, in provincia di Palermo, sarà animata da un evento…